Il sito
del mese: Yad Vashem
(Roberto Esposti laleggedimclurg@yahoo.it) - Lo scorso 27
gennaio è stato il giorno della memoria, la data in cui buona parte
del
mondo ricorda l’orrore dei campi si sterminio nazisti in cui persero la
vita 6 milioni di ebrei e altri milioni tra rom, oppositori politici,
prigionieri di guerra.
Il ricordo di questa tragedia dev’essere tuttavia tenuto vivo ogni giorno
per il tempo che verrà, perché la Storia non può escludere che esso si
ripeta e purtroppo il tempo gioca a favore dell’oblio e del revisionismo.
Per queste ragioni a Gerusalemme è nato lo Yad Vashem, l’Autorità per il
Ricordo dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto, istituita per legge dalla
Knesset, il Parlamento Israeliano, nel 1953.
Essa sorge sul Monte del Ricordo e si compone di un museo storico, di uno
d’arte, di una biblioteca e di archivi. Molto suggestivi per il visitatore
sono la Sala del Ricordo, il Memoriale dei Bambini ed il Giardino dei
Giusti tra le Nazioni famoso anche da noi per ospitare un albero in
ricordo di Giorgio Perlasca. Tuttavia questi ambienti così solenni e
suggestivi non riescono forse a rendere la drammaticità di quel che è
stato e a toccare nel profondo i popoli della terra, in buona parte
colpiti dall’Olocausto. Per ovviare a ciò e per mantenere vivo il ricordo
di ognuna di quelle 6 milioni di persone mandate a morte solo perché di
religione ebraica è partito l’imponente progetto del Database Centrale
delle Vittime della Shoah consultabile sul sito dello Yad Vashem (www.yadvashem.org,
in inglese).
Esso si propone di rintracciare tramite documenti, testimonianze ed altro
tutti i nomi e la vita delle vittime della Shoah: partito già negli anni
50 esso arriva presto alla quota di 800.000 vittime individuate grazie
alle cosiddette “pagine di testimonianza”, ossia moduli di una pagina con
cui parenti, sopravvissuti ed amici delle vittime segnalano queste ultime.
Negli anni con questo mezzo si rintracciano 2 milioni di persone ed ora è
possibile compilare questi moduli online: passo importantissimo per
consentire l’accesso e l’alimentazione dei dati a tutte le persone toccate
da questa tragedia nel mondo. Commoventi i corollari, come quello delle
due sorelle israeliane ritrovatesi pochi giorni fa dopo sessant’anni in
seguito alla consultazione di questo archivio. Archivio che si nutre anche
dello studio di lettere, diari, passaporti, documenti nazisti ed
iniziative parallele che si svolgono in ogni parte del mondo. L’archivio
contiene oramai più di 3 milioni di nomi e consente ricerche per vari
parametri: basta ad esempio inserire il nome della propria città per
rendersi conto che l’orrore era quì non molti anni fa. Cittadini di
Frascati, Velletri, Marino, Albano furono mandati a morte ad Auschwitz,
Dakau, Bergen Belsen e negli altri campi di sterminio. I documenti che
saltano fuori raccontano storie di vita normale, condotta nelle nostre
cittadine e spezzata, spesso nell’infanzia, dalla follia nazista. L’orrore
ha ancora il potere di toccarci da vicino, forse perché in qualche modo lo
sentiamo ripetibile. La corsa contro il tempo dell’archivio dello Yad
Vashem serve anche a questo.
Per non dimenticare. |