Un metodo investigativo
moderno
(Silvia Coletti) - Peirce ritiene che dubbio e credenza
costituiscano l’input per una corretta ricerca conoscitiva. Il dubbio è il
momento di crisi, che sorge di fronte ad ogni ostacolo, ad ogni novità esperienziale: funge da catalizzatore, in quanto ne evidenzia l’efficacia
pratica. Avere consapevolezza di ciò significa aver presenti le
caratteristiche e i limiti dell’evolvere non solo del sapere umano, ma
soprattutto del modo in cui l’uomo stesso conosce. Secondo Peirce si può
ritenere che la specie umana, nella sua evoluzione mentale incrementi
realtà oggettive come conoscenza perfetta della essenza delle cose. Tutto
parte dai significati presenti all’interno del pensiero che vengono
verificati dalla necessità sociale. Il successo a cui una possibilità
d’azione perviene è la prova della sua efficacia pratica e della sua
obiettività nella realtà. Il fallibile, ma pur sempre sorprendente
successo del formulare ipotesi abduttive deriva da un assestamento
reciproco fra cognizione e percezione, tra ciò che si ipotizza e ciò che
corrisponde all’esperienza nella realtà. Peirce analizza qualcosa che va
oltre l’induzione. L’ipotesi abduttiva si adatta alla realtà grazie a un
meccanismo di selezione naturale delle pratiche cognitive attuate per la
soluzione di problemi, per la spiegazione di anomalie e per la
comprensione dell’ignoto. Il fallibile, ma sorprendente successo del
formulare ipotesi abduttive deriva allora da un assestamento reciproco fra
cognizione e percezione, tra ipotesi ed esperienza. Tuttavia, questa
caratteristica del ricercare continuamente ipotesi verificabili o
quantomeno adattabili all’ambiente, alla realtà, conduce l’abduzione,
secondo il pensiero scientifico, verso una via senza uscita e quasi
destinata alla fallibilità per eccellenza. La caratteristica
dell’incertezza da una parte e della necessità di un fondamento da
ricercare nella deduzione e nell’induzione dall’altra, porta la comunità
scientifica a non considerare l’abduzione come un metodo valido per saper
come agire nella realtà. Questo atteggiamento poco sorprendente, in
quanto sottolinea l’aspetto proprio all’essere umano, ossia la necessità
di poter misurare tutte le cose, mette in evidenza che l’abduzione
introducendo il caso e l’apparente contraddizione degli elementi a cui
pervenire, porta a svalutare questa metodologia. Chissà che non sia il
caso invece di rivalutare questi aspetti che per quanto non calcolabili
fanno intrinsecamente parte della logica della vita, dell’essere e della
realtà tutta. Alla luce di queste riflessioni non è possibile valutare
con certezza la fallibilità o meno, questa volta non delle ipotesi, ma
dello stesso procedimento metodologico dell’abduzione. Infatti, come per
il problema del dualismo mente - corpo, che è da tempo radicato nel
dibattito sulla filosofia della conoscenza, anche su questo procedimento
ipotetico molte sono le voci discordanti, pur se risulta curioso pensare
che in quell’ambito “metafisico” dove sia l’abduzione che il dualismo
gettano l’essere umano, tutto o quasi tutto ci è conosciuto, basti pensare
alla cupola del cielo, sotto la quale mille e più parole sono state spese
in notti romantiche, ma che in realtà è solo il risultato della rifrazione
della luce solare. |