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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 AMBIENTE

Uomo e natura
(Luigi Baldassarre) - Ho letto da qualche parte che ad ogni passaggio d’epoca diventa normale allarmarsi e agitarsi perché i consolidati valori precedenti vengono ad essere sostituiti dai nuovi.  Se questo passaggio avviene in una fase storica , come quella di oggigiorno, che tenta prepotentemente di azzerare i valori precedenti per sostituirli con il “nulla”, allora diventa preoccupante e sconcertante.
C’è la tendenza malsana del “fare” che quando agisce fa del male, lasciando, a volte, delle ferite inguaribili. Infatti, vengono attaccati sempre più gli equilibri naturali, anche quelli umani, che si sono costituiti nel corso dei millenni, in un modo così violento e feroce, che lascia temere per la nostra stessa esistenza. Tutto ciò avviene con l’illusione di soddisfare i propri, egoistici interessi…..
A questo punto bisogna considerare che le leggi della natura sono indifferenti ai bisogni dell’uomo, e sfidarle con caparbietà ed arroganza non sempre giovano , anzi, spesso si ritorcono contro lo stesso uomo. La terra sa essere generosa perché possiede tante risorse, ma sa essere anche sconvolgente perché la sua stessa natura indomabile è violenta, distrugge con terremoti, maremoti, tempeste, tifoni, esplosioni vulcaniche ecc….  Se a volte la natura è ria, l’uomo non può essere indifferente o tutto al più, mettere ripari momentanei, bensì deve capirla per potere utilizzare tutti gli strumenti scientifici-tecnologici a sua disposizione che devono mirare alla prevenzione e alla limitazione dei danni e non sfidarla continuamente con lo sfruttamento del suolo da perforare per estrarre giacimenti ed energia, con disboscamenti scriteriati per utilizzare legname, oppure frantumare montagne per le cave di pietra o imbrigliare fiumi per l’energia, o impoverire i mari sempre più sfruttati o utilizzare l’aria per scaricare i nostri veleni o trattare la stessa terra come una gigantesca pattumiera o creare insediamenti di qualsiasi tipo là dove è pericoloso anche per l’uomo stesso.  La natura ha un suo equilibrio ed è con questo equilibrio che bisogna convivere. La natura non guarda in faccia a nessuno. Il suo passato, la sua storia ci serve come esperienza e come monito per vivere un presente equilibrato, verso un futuro possibile per tutti. Insomma, vivere in simbiosi con la natura significa salvare se stessi. Pertanto, l’uomo non può arrogarsi il potere di essere al centro del mondo, come se fosse il vero ed unico dominatore. Bisogna ammettere che la natura con le sue leggi è il vero detentore della vita e della morte.
Spesso mi chiedo: se alcuni governanti del mondo occidentale, in modo particolare europei e americani, dicono di credere nei propri valori, specialmente in quelli religiosi, basati soprattutto sull’amore, sulla fratellanza, sul rispetto di tutti gli esseri viventi, sulla pace universale; se questi uomini tentano in tutti i modi di imporre ovunque sulla faccia della terra codesta cultura; se costoro sono convinti di essere il faro del mondo e poi pretendono di governarlo alimentando guerre, ingiustizie, avversione, discriminazioni, intolleranza, sfruttamento incondizionato della natura e degli uomini e quant’altro, come si può credere in loro? Quale fiducia si può riporre in essi, se loro stessi tradiscono le proprie idee, mettendo al di sopra di ogni logica e di ogni morale, la corsa sfrenata al profitto a tutti i costi, osannando il danaro come il dio “mammona”?
Come possono essere accettate le idee di questi manipolatori di inquietudini che lasciano credere che il progresso deve essere una corsa senza fine nel possedere più beni possibili con l’illusione di vivere meglio e che per ottenere ciò si devono utilizzare tutti i mezzi leciti e illeciti, a costo anche di distruggere natura e uomini? Ebbene, cosa possiamo pensare di questi “sepolcri imbiancati” ove vengono custoditi i loro raccapriccianti egoismi? Quali opportunità di speranze futuribili costoro possono offrire? Ecco il vero allarme e l’agitazione epocale che il Mondo intero sta subendo con una tracotanza clamorosa! Certamente non si può tornare indietro, ma è pur vero che per costruire un futuro sostenibile, accettabile per tutti, bisogna attuare il presente. Un presente, però, come qualcuno ha scritto, fatto di serietà, di responsabilità e di dialogo, di sperimentazione continua e di riflessione; un presente dove, davvero si possa condividere l’austerità, distaccandoci dai propri privilegi e allontanandoci dal proprio conformismo, senza vergogna e con tanto coraggio; un presente in cui non si vedano più le persone legate ai loro meschini egoismi, ma ritrovarle con il gusto delle relazioni gratuite; un presente ove non si assista passivamente alla tracotanza della delinquenza organizzata sempre più forte e ad una politica malsana sempre più ricattata dalla economia; un presente ove venga debellato l’ostacolo che il potere pone ogni giorno alla collettività e al merito paziente; un presente che dia fiducia a milioni di esseri per una cooperazione globale e di autogoverno. Questa rivoluzione che ciascuno di Noi, semplici cittadini del mondo, dovrebbe fare dentro di sé con assoluta libertà di mente e di cuore, sarà senza armi e senza violenza, né contro governi, né contro oppressori. Sarà una rivoluzione che darà energia necessaria per prenderci cura di giovani e bambini, non solo i nostri, da bravi educatori, senza corromperli con consumismo e compiacimenti che possono togliere loro la capacità di imparare a vivere. Sarà una rivoluzione culturale indirizzata alla continua ricerca di un rapporto vero e giusto tra gli esseri umani, non solo, ma per una vera presa di coscienza verso il mantenimento, soprattutto, di un giusto equilibrio tra uomo e natura.

 AMBIENTE

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005