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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 DENTRO L'UOMO

Esplorando... e il viaggio continua… - 8
(di Marco e antonio) - ...allora, l’ultima cosa che avevo scoperto era che quello che salta fuori dall’archivio a molla, me lo ritrovo antonio - L’anello mancantein un primo momento sul palcoscenico sottoforma di spettacolo a me dedicato, ma subito dopo finisce per arrivare fino ai miei muscoli, dando così origine alle azioni verso l’ambiente.
- che palco di scena il corpo mio divie’ impegnato -
Questo vuol dire che nella prima fase, quella di riemersione dall’archivio a molla, io non intervengo in nessun modo; è un meccanismo autonomo che potrei chiamare forse: la libertà del pensiero.
- copie d’avvenuto il corpo mio d’autonomia ripete -
Dove a volte intervengo invece, è nella seconda fase e cioè nel compiere o meno delle azioni; quelle, usando una parola un po’ impegnativa, mi sembrano sotto la mia responsabilità.
- ruota s’avanza e di restar del centro d’intervenire posso solo dei flussi -
Infatti se ripenso a quel famoso giorno nel vialetto, all’apparire di quel signore che mi veniva incontro, ho cominciato ad assistere allo spettacolo sul mio palcoscenico interno, completo di tutti i fotogrammi non solo presenti ma anche successivi, arrivando già ad immaginare il momento in cui trovandoci vicini l’avrei o meno salutato.
- che poi di scorrere il presente fino al futuro ed anche il passato divengo -
Ormai è chiaro che non c’è stato da parte mia nessun atto di volontà nel farli riemergere dall’archivio a molla, l’hanno fatto autonomamente innescati da uno stimolo esterno. Subito dopo l’inizio della rappresentazione sentivo i miei muscoli attivarsi ma non in modo casuale o disordinato, bensì come se stessero provando a realizzare ciò che nello stesso momento era rappresentato sul palcoscenico.
- che a ripartir da zero del corpo lo schermo mio propriocettivo trovo in balia dei germi di scena -
Anche in questo evento io non avevo avuto nessuna parte se non quella dello spettatore; a pensarci bene potrei considerare quello che avvertivo dai muscoli come una parte dello spettacolo?
- il corpo mio d’autonomia ripete -
Fino ad ora ho considerato che sul palcoscenico ritrovo quello che emerge dall’archivio a molla ma solo relativamente ai contributi dei sensori esterni alla pelle (occhi, orecchie, tatto ecc) ma se invece gli attori che recitano non sono solo loro? Se invece entrano in gioco anche altri attori che interpretano i ruoli di altri tipi di sensori diversi da quelli che ho finora considerato?
- che sedimento a rieditar quanto l’ha fatto d’antenna mia del corpo fa di volume -
Non può essere che così visto che cominciando a farci caso mi accorgo che in ogni spettacolo trovo sempre dentro anche quest’altra serie di attori.
Ecco un’altra cosa che avviene da quando sono nato ma a cui non ho fatto mai caso!
È bellissimo gustarsi anche questa parte di spettacolo che oltretutto trovo anche molto più ricca di particolari; è come vedere un film prima in bianco e nero e adesso a colori!!! Tutta un’altra storia…
- ancora un gradino un altro gradino più indietro per assistere agli spettacoli -
Però a questo punto mi viene in mente una domanda: il fatto che trovo sul palcoscenico i contributi che vengono dai sensori esterni mi sembra normale visto che loro “prendono” qualcosa dall’ambiente e lo spediscono verso l’interno, ma che poi su quello stesso palcoscenico ci trovi anche i contributi dei segnali che provengono dai muscoli non mi sembra più tanto normale, visto che loro semmai “mandano” qualcosa verso l’esterno e non verso l’interno. Sembra una contraddizione eppure quegli attori ci sono là sul palco ormai ho imparato a riconoscerli e qualche volta anche ad anticiparne le battute.
- ad infilarsi dentro quanto viene da fuori innesca i flussi e sul telone mio fatto di pelle m’appare anche il futuro -
Chissà che andando a vedere come è fatto veramente un muscolo non trovi il meccanismo che permette questo rientro?
Libri di anatomia, fisiologia, neurobiologia, sembrano scritti in arabo per uno che come me non si è mai avvicinato a questi argomenti in maniera accademica ed è un bell’esercizio di volontà rimanere lì a cercare la risposta alla mia domanda.
Però alla fine riunendo in unico quadro quello che ho letto inizio ad avere un’idea abbastanza completa di come funziona un muscolo.
- che poi d’andare altrove ad allargar limiti d’oltre faccio ricerca -
Dunque, innanzitutto ho capito che un muscolo non è un tutt’uno in blocco, ma l’unione di diversi elementi piccolissimi che tutti insieme costituiscono il muscolo stesso. Ognuno di questi elementi se stimolato attraverso un nervo si contrae diminuendo le sue dimensioni in lunghezza ma aumentandole in larghezza.
La cosa che però è fondamentale è che ad ognuno di questi elementi è attaccato un sensore che si attiva quando l’elemento stesso si deforma. Il sensore attivandosi fa partire una serie di segnali che arrivano su su fino al cervello.
Ma…. Ecco la risposta!!!! Sono i segnali che provengono da quei sensori che poi vanno a finire sul palcoscenico insieme a tutti gli altri!!!!
- il corpo mio che di sé stesso fa la risposta -
Bello, bellissimo e poi nella mia ricerca ho scoperto anche che quei particolari sensori non sono “appostati” solo all’interno dei muscoli ma anche nelle articolazioni, nelle cartilagini ed in tantissime altre zone; sono tantissimi!!!
Ma pensa tu…è incredibile perché se tutto questo è vero allora vuol dire che sul palcoscenico viene continuamente rappresentato il mondo interno del mio corpo con una finezza e una dovizia di particolari meravigliosa.
E chi se n’era mai accorto così preso a far caso a quello che avviene fuori?
- da fila più alta è panorama più largo e tranquillamente esce l’incoffessabile del gradino più sotto -
Ricapitoliamo, anzi a questo punto posso anche aggiornare lo schema di funzionamento della mia mente: per prima cosa c’è la pelle che posso disegnare come un cerchio con alcuni tratteggi lungo la circonferenza, a simboleggiare i sensori affacciati verso l’ambiente. Da questi tratteggi partono una serie di fili, che sarebbero le vie nervose, che raggiungono un altro cerchio posto all’interno del primo: l’archivio a molla. All’uscita dell’archivio trovo un’altra serie di fili che finisce sul palcoscenico dove si montano gli spettacoli e da esso ancora fili che raggiungono i muscoli posti appena sotto la pelle. Adesso arriva la novità: dai muscoli partono ancora altri fili che vanno a finire di nuovo sul palcoscenico ad integrare gli spettacoli che già si stavano rappresentando. E me dove mi metto?
Ma ormai è chiaro: davanti al palcoscenico!!!
- idea di fisicità e suoi balletti e me che vi assisto -
      (continua)

 DENTRO L'UOMO

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005