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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 CULTURA E COSTUME

Preti scomodi (5)
(Federico Gentili) - Quando padre Alex Zanotelli, comboniano tra i sessanta e i settanta, si recò a L’Aquila, per ricevere la laurea honoris causa conferitagli dall’Università per gli alti meriti umani, si rivolse così ai presenti: «In Africa ho riscoperto il Dio degli ultimi. Questa laurea la dedico ai miei maestri, cioè ai poveri d’Africa. Sono gli straccioni i nostri maestri». In sala scoppiò uno dei tanti applausi, quasi un fremito in contrasto con i lustrini anche di certa Chiesa. Padre Zanotelli non usa mai giri di parole per esprimere il suo pensiero. Sarà per questo che, quando si presenta a qualche assemblea o incontro pubblico, in sala c’è sempre il pienone. «La Bossi-Fini è una legge ingiusta, razzista e per questo un buon cristiano deve disobbedirle. Gli immigrati non sono considerati come persone, come soggetti di diritto, ma solo come forza lavoro, secondo un concetto neoliberale di capitalismo selvaggio». Sacerdote di eccezionale apertura morale, religiosa e umana, Zanotelli ha cercato attraverso un periodico d’informare il pubblico delle gravissime prevaricazioni perpetrate a spese dei popoli poveri e deboli del Sud del mondo. “Nigrizia”, la rivista dei comboniani di cui fu direttore, fu la prima a imboccare la strada terzomondista e anticapitalista. Nel 1985 ci fu un putiferio quando si rivolse all’allora ministro degli esteri italiano, il cattolicissimo Giulio Andreotti, con l’epiteto di “commesso viaggiatore di armi”. Zanotelli, su richiesta di esponenti politici e vaticani, dovette lasciare la direzione ed emigrò in Africa, nella bidonville di Korogocho alla periferia di Nairobi. È da lui che Walter Veltroni si sarebbe recato pellegrino nel 2000, a maturare la sua passione per l’Africa, poi pubblicizzata nel libretto dal titolo “Forse Dio è malato”. Nato in una valle del Trentino, dopo aver completato gli studi di teologia a Cincinnati (Usa), padre Zanotelli partì come missionario per il Sudan, ma dopo otto anni venne allontanato dal governo a causa della sua solidarietà con il popolo Nuba. Il suo programma di lavoro fu ben chiaro fin dall’inizio: «Essere al servizio dell’Africa, in particolare “voce dei senza voce”, per una critica radicale al sistema politico-economico del nord del mondo che crea al sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi». Padre Zanotelli prese posizioni precise e s’impose all’opinione pubblica italiana, affrontando i temi del commercio delle armi, della cooperazione allo sviluppo affaristica e lottizzata, dell’apartheid sudafricano. Giovani di Forza Italia, dopo aver ascoltato una volta un suo intervento a Prato, reputarono le sue argomentazioni «antidemocratiche, illiberali e antiamericane». Ci saremmo stupiti del contrario.

 CULTURA E COSTUME

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005