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Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005

 L'ANGOLO DELLA POESIA

Il cono di luce…
Il cono di luce che ti descrive
è circoscritto
da un’ombra che conosce
Sei tu che
generata
ti chiedi chi - cosa -
genererai
e con le dita tormenti
il labbro
carnoso e cerchi risposte
negli occhi scuri
di uomini e bimbi
Ma l’occhio umano è cieco
il suo è un prevedere
meteorologico
Pioggia o neve
- forse -
per due giorni?
Serena Grizi


Karol Wojtyla (ad memoriam)
A l’èco, na fiumara de perzone
accore , e ciascheduno, triste e muto,
fa l’arba pur d’entrà ner Cupppolone
pe’ tribbutaje  l’urtimo saluto.
Potenti d’ogni razza e religgione
ariveno sur posto ‘gni minuto.
Nun l’ho mai vista tanta devozzione!
Er monno s’introduce in que l’imbuto
sospinto da na forza superiore;
da ‘n sentimento fora der normale,
che te coinvorge e che te strappa er core
come la voce sua, che più nun sale,
spezzata da na smorfia de dolore
ner giorno de l’abbraccio univerzale.
Ivano Giordani


Capo Nord
Ora che nei tuoi pensieri sono ombre le nostre luci,
avrai bisogno di un amore che abbia bisogno di te,
se vuoi che un’emozione non diventi mai abitudine,
se è vero che un solo amore può essere amore.
                Tra le barriere delle nostre inutili convinzioni
                io resto prigioniero, ali di gabbiano nelle tue mani,
                e torno a guardare  il mondo dalla mia finestra:
                solo uno spicchio di cielo ma non si vede il mare.
Se chiudo gli occhi davanti al sole è per sognarti,
non amare è difficile tanto quanto amare è facile,
quando nell’anima l’amore è una prua controvento
ma tu non puoi fermarti per non morire adesso.
                Sei nella mente vento di scogliera e mare aperto,
                e l’onda che si muove piano è quasi una carezza,
                un desiderio mi prende la mano e poi mi porta via:
                la notte è senza stelle ma c’è ancora il sole.
Nunzio Gambuti


Gocce
Parola emerge
chiara
ma
incomprensibile
Ad ogni pulso nella vena
si mescola a emozione
Ritmo frenetico
fa ansimare
Si chiudon gl’occhi
e inizio a sognare

In un insieme
di specchi infranti
me frantumato
si riflette a mille
Nel silenzio assurdo
frastuono di luci
disperde a pezzi
serenità
che nel vuoto si dilegua
senza pietà
senza tregua
Armando Guidoni


di migliorar la vita mia
che di passar pareti verso gli spazi
del territorio ai branchi
sarei stato d’ingressi
antonio


La pallida Luna
La pallida Luna riflette
l’amore del mondo
muto
                Lo raccolgo
Diviene musica
in me
Armando Guidoni


Bagaglio
Cerco me
di allora

Il mio bagaglio vuoto
è ancora piu’ pesante
Mario Brecciaroli


guardo le stelle
e sono lo spazio
ma di guardare il mare
scopro che annego
antonio


Ciò che ho perso
perché cerchi in me quello che ho già dato,
chiedi risposte a quella parte di te
con la quale non hai confidenza,
mentre quello che vedi sulla mia pelle
è soltanto la traccia di ciò che ho perso?
Paolo Cappai


Finzione
È strano vedersi che vivi,
ti domandi perché sei lì…in mezzo agli altri (chi?)
Forse è tutta la finzione di un dio effimero
(prigioniero in un corpo acquoso)
Persino il tempo, pagliaccio neuronico,
è l’immaginazione di un frutto che, marcio,
si spiaccica nel ritorno all’humus di una nuova terra…
Marco Saya


Le rocce della notte
Nel dissolvere le rocce della notte
il sole trafora
il cielo
                e soprattutto
                nel silenzioso pensiero
                imperioso è il suo rumore
che infonde tremore all’animo
e del corpo muove
la polvere.
Biagio Salmeri


Nuvole
Vagano nuvole bianche
nel cielo ovattato,
sospinte dal vento
tra stelle lontane.

Ti strappano al mondo,
ti fissano mute,
immergendoti
 vorticosamente
nell’infinito.
Antonietta Chiarello

 L'ANGOLO DELLA POESIA

Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005