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2 Giugno, Monte Compatri ricorda la nascita della Repubblica Italiana

2 Giugno, Monte Compatri ricorda la nascita della Repubblica Italiana
Giugno 02
19:08 2018

“Mi piace pensare che siano validi, ancora oggi, i valori della festa della Repubblica. Perché il 2 giugno è la data del suffragio universale, della prima volta per le donne nelle urne. È il giorno in cui gli italiani hanno scelto di voltare pagina, dopo le macerie lasciate dalla Seconda guerra mondiale. Settantadue anni dopo resto convinto che sia così.

Non possiamo partecipare alla vita di ogni giorno, vivere il presente e pensare al futuro senza sapere da dove siamo partiti. Il nostro viaggio è iniziato nella più antica famosa Repubblica, quella romana, capace di costruire, partendo da una città e da un popolo, uno stato di diritto che si fece impero; con principi e valori come fondamenta, ancor prima delle note conquiste territoriali.

Dobbiamo conoscere la nostra storia, i nostri diritti ma essere consapevoli dei nostri doveri, da rispettare nei limiti della Costituzione.

Poi dobbiamo rispettare, gli altri e le regole. La convivenza civile si basa su questo semplice principio, che però è un valore esigente: tutti i cittadini hanno uguale dignità sociale, non possiamo accettare le diseguaglianze.

Dobbiamo riprendere le energie positive per trasmettere fiducia e applicare la solidarietà, per aiutare i più deboli, soffocati da una crisi che non è più solo economica ma sociale.

Ha ancora senso la festa del 2 giugno dopo il caos di questi 90 giorni post voto?

Credo proprio di sì.

Perché abbiamo prima visto un paese spaccato in due, poi il lavoro per riaffermare la forza del Parlamento per dare al nostro Stato un governo che possa difendere i suoi cittadini, la nostra patria. Uniti e coesi.

VIVA L’ITALIA! VIVA LA REPUBBLICA!

Ps Dispiaciuto di non poter celebrare questo evento con i miei concittadini, orgoglioso di rappresentarli davanti alle massime autorità dello Stato”, scrive il sindaco Fabio D’Acuti.

 

 

“Il 2 giugno 1946, forse, non tutti si resero conto di scrivere la storia dell’Italia: quello di 72 anni fa un voto che all’epoca pesò molto, perché che gli italiani riuscirono ad esprimere la propria volontà, per la prima volta su scala nazionale e a suffragio universale; un diritto concesso anche alle donne.

Per la prima volta una nazione cambiò il proprio destino, democraticamente, e dunque il 2 giugno 1946 l’Italia scelse di essere una Repubblica parlamentare.

Dobbiamo essere fieri di sentirci italiani non solo in giorni come questo, in cui ci sentiamo di nuovo patrioti. Noi abbiamo un difetto: ci auto-critichiamo anche quando non ce n’è bisogno e ci presentiamo agli altri parlando solo dei nostri difetti; ci facciamo le pulci; come insegna un detto, crediamo che l’erba del vicino sia sempre più verde della nostra.

In realtà, non è così: noi siamo una grande nazione; siamo un popolo che ha risorse immense, un popolo libero e democratico, che fonda la sua Costituzione sul principio di libertà.

E questo, purtroppo, lo dimentichiamo spesso.

Così diamo l’immagine di un’Italia che arranca, costretti a leggere sui giornali stranieri articoli che non corrispondono alla realtà e che ci dipingono in maniera diversa. Noi, giustamente, ci arrabbiamo.

Ma siamo i primi a fare così.

Dobbiamo essere fieri di essere italiani, sempre: tutti i giorni. Per esserlo dobbiamo comportarci fieramente tutti i giorni, impegnandoci nei piccoli gesti quotidiani, dobbiamo pensare di essere italiani e che, quando lo siamo, lo facciamo per noi stessi e per chi ci sta intorno.

Lo facciamo per la nostra Italia. Viva la Repubblica!”, dichiara nel suo intervento, nel corso della commemorazione a Monte Compatri, il vicesindaco Mauro Ansovini.

 

“Senza se e senza ma: viva l’Italia, viva la Repubblica. Ancora di più in questi giorni; dopo l’impazzimento generale dovuto alla formazione del governo e le pesanti accuse nei confronti del presidente Mattarella, colpevole solo di aver rispettato le liturgie costituzionali.

Oggi che la nostra nazione ha un esecutivo, uniti dobbiamo guardare la futuro. Come 72 anni fa fecero quegli elettori che scelsero la Repubblica, bocciando la monarchia.

Uniti perché il colore è uno: quello degli italiani. Uniti, perché il paese è uno e soltanto uno.

Il senso di Repubblica non è solo nell’articolo 1 della Costituzione, che inizia il proprio percorso proprio da quel referendum del 2 giugno 1946. Il suo significato più alto è quello che vede nelle diseguaglianze un modo per dividere.

Per questo vanno eliminate le differenze tra nord e sud, la divisione tra lavoratori dipendenti e non, tra i garantiti e non, tra chi ha diritti e chi non ha alcun diritto.

L’Italia è una Repubblica. Che benedice tutti sotto il tricolore. Questo volevano quelle donne, chiamate al voto per la prima volta, e quegli uomini che ci hanno indicato la strada.

A noi, l’onore e l’onere di percorrerla”, scrive il presidente del Consiglio Comunale, Marco De Carolis.

 

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