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Il Piano Nazionale Vaccini all’insegna del conflitto di interessi

Dicembre 17
21:51 2015

La questione oramai non sembra più essere se i vaccini siano opportuni o meno, non conta più preparare un piano di copertura vaccinale adeguato e scientificamente inopinabile, ma importa riempire la pancia delle farmaceutiche.

Il piano nazionale vaccini è stato fatto con una fretta ingiustificabile, basata su un calo vertiginoso della domanda, da un board formato da persone in conflitto di interessi. Questa è l’attuale fotografia di un’azione in cui il Governo sta spendendo 620 milioni di euro annui., il doppio rispetto gli anni precedenti.

Ecco quindi una redazione basata sulla quantità dei vaccini da somministrare, tra obbligatori e consigliati (pena l’esclusione dalle scuole), e non sull’effettiva capacità di copertura. Nella costituzione del tavolo di lavoro che ha dato alla luce il piano 2014-2016 emergono molte ombre. Innanzi tutto non si comprende quale sia stata la delibera collegiale e chi abbia deciso, forse il Ministro monocraticamente, il panel di esperti. Tra questi figurano personaggi al centro di enormi discussioni sul conflitto di interessi. In primis parliamo del Presidente AIFA, Sergio Pecorelli, sospeso da qualche mese proprio per essere stato scoperto in affari con le lobbies farmaceutiche. Non solo. Troviamo il Presidente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), Gualtiero Ricciardi, che dirige anche l’osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha presentato a giugno 2015 un report di  prevenzione vaccinale il cui studio è stato sponsorizzato da 4 farmaceutiche: Crucell, GSK, Pfizer e Sanofi Pasteur MSD. Accanto a questi “istituzionali” ci sono anche i rappresentanti delle Società Scientifiche: la FIMMG, federazione italiana medici di medicina generale; la FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri; la SIP, società italiana di pediatria; la SitI, società Italiana igiene medicina preventiva  e sanità pubblica. Queste società, essendo senza scopo di lucro, non sono tenute a pubblicare i propri bilanci, per cui non è dato di sapere da dove reperiscono i loro fondi e a chi quindi devono rendere conto. Basti pensare per esempio che il Prof. Paolo Bonanni della SitI, uno dei collaboratori al piano vaccini, ha avuto finanziamenti dalle case farmaceutiche (Sanofi Pasteur, MSD, GlaxoSmithKline e Novartis) per tutti gli studi da lui pubblicati nel 2015, come dettagliato dalle riviste scientifiche stesse.

“Il Governo ci ha abituato alla mancanza di trasparenza e al conflitto di interessi e questo ne è l’ulteriore esempio” dichiara la Sen. Elena Fattori del M5S, che ha presentato un’interrogazione proprio su questo tema (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=953034), che aggiunge:” La ricerca da sempre prende soldi da partner privati perché il settore pubblico non la finanzia adeguatamente. Il pool di esperti vede la grave assenza delle nostre Università e dell’Istituto Superiore di Sanità che ha migliaia di addetti esperti di vaccini, mentre viene chiamato solo il suo presidente. Il tasto delle società scientifiche poi è dolentissimo. Chiediamo che pubblichino dettagliatamente i loro bilanci”.

Insomma la Sanità è ancora al centro di interessi che vanno al di là della salute dei cittadini. Chiude laconica la Fattori:” 620 milioni di euro sono un bottino allettante per cui la salute può attendere

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