Notizie in Controluce

«I tempi sono oscuri, i costumi sono corrotti, e anche il diritto alla critica viene indicato al furor popolare. Pubblico pertanto questi scritti all’insegna di quella antipatia positiva che rivendico».
Diciamolo, Eco, l’anticorfomista Eco non piace a tutti. Riserve su lui e opera l’hanno ora mia madre, affermato chimico farmaceutico oppure un nostro caro amico di famiglia, grandissimo etologo molto impegnato all’estero, nientemeno allievo del “padre” dell’etologia Carl Lorenz. Per le poche volte che l’ho incontrato e incrociato, mi è sembrato una boriosa, ma produttiva e forte, locomotrice. Umberto dice cose giustissime, fondamentali e universali, specie in questo saggio-raccolta, e quella sua antipatia è veramente positiva, costruttiva, determinatrice di riflessioni su molti temi e aspetti della sopravvivenza. “A passo”, 2006, Bompiani, 349 pagine che raccolgono i primi anni 2000 (un’appendice nel 1999) di scritti e articoli dell’Umberto nazionale, tra gli intellettuali più produttivi, impegnati e “militanti” dentro e fuori l’Italia. Una interessantissima e gustosissima antologia-torta salata da gustare fino ai pezzetti di parmigiano, olive, prosciutto cotto o altri affettati, finali sulla crosta. Capitoli finali da antologia letteraria mondiale. Gradite poi le pagine bianche per le annotazioni, un vezzo della casa editrice. 2000-2006 di scritti, dubbi, domande, riflessioni e quant’altro di una persona straordinaria su tutto ciò – o quasi – che ci è passato sotto gli occhi dalla fine del ’900 ai primi anni del XXI sec. Riflessioni e “illuminazioni” su di noi e il nostro mondo, le nostre dimensioni di sopravvivenza e vita a partire dai tempi e dagli spazi geografici più noti e famigliari. Come titola il libro, più andiamo avanti e più i fatti e lo spirito di fondo sembra tornare inesorabilmente indietro, alle guerre calde vere e proprie o a scenari geopolitici propri del fu Impero Inglese vittoriano o pre Grande Guerra. Una luce continua da godere dalla copertina al retro. Molto dedicato al Bel Paese, ora alle prese con una veramente insopportabile speculazione sull’informazione, brutalizzazione dell’informazione di massa, il “populismo mediatico”, o con la “questione culturale”, aperta da Storace nel Novembre 2000 e fatta propria poi da Berlusconi, sulla «egemonia culturale della sinistra». Eco su “la Repubblica” scrisse: «[…] Se l’egemonia culturale si valutasse a peso, avrei l’impressione che la cultura dominante sia mistica, tradizionalista, neospiritualista, new age, revisionista. […] Nei mass-media circolano ormai più templari che partigiani. […] Perché Berlusconi (che ha fatto proprie le preoccupazioni di Storace), col potere mediatico che ha, soggiace al fascino dell’egemonia della sinistra e pubblica ogni anno, in pregiate edizioni a suo nome, il Manifesto del Partito Comunista e testi proto-comunisti come La Città del Sole di Campanella e La nuova Atlantide di Bacone? Per fare bella figura nei confronti di una cultura laica che, nonostante tutto, stima? Perché non pubblica i suoi “pàmpini bugiardi”? Li leggeremmo tutti, cercando di trarne stimoli critici. Perché è attraverso i libri che si stabilisce una egemonia culturale». Capitoli sull’Italia gustosissimi e da gustare lentamente a fondo. Lentamente, anche, metabolizzare i capitoli del libro portatori di virtù e valori universali come la tolleranza religiosa e l’immancabile rispetto della persona. Eco pecca solo quando è troppo cerebrale o si perde (autocelebrandosi?) o quasi nei suoi più o meno presunti latinorium, per il resto è il miglior Eco della nostra vita. A passo di gambero… per proseguire meglio.