Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

A scuola di disprezzo

Marzo 04
02:00 2008

Potere dei nomi! Quel contro– che apre la nostra testata Controluce a volte ci stuzzica insane voglie a essere in controtendenza. Così andiamo curiosando in cerca di persone e storie che la soddisfino, e, tra le altre, abbiamo raccolto questa, che riportiamo virgolettata per rispetto dell’anonimo relatore, anche se ci piacerebbe conoscere nomi e cognomi: «Sono un maschio bianco, di etnia europea, cattolico (assolutamente poco) praticante, di mezza età e gusti sessuali tragicamente etero. Quanto basta insomma per rendermi sospetto. Perché in questo paese da Incantesimo per guadagnarsi il pane bisogna essere politically correct; e così, perfino in una fiction, la legittimazione viene da alcuni ingredienti indispensabili quali un coloured buonissimo e vessato, una famiglia allargata, e un’immancabile coppia gay, che sicuramente, a breve, vedrà l’unione allietata da inevitabili figli. Di professione faccio il rappresentante di libri, uno di quei povericristi insomma, che a primavera girano per le scuole col loro fardello di cataloghi e libri da proporre in adozione agli insegnanti. L’altro giorno mi trovavo appunto in una scuola, piuttosto nota nell’ambiente come esempio low-profile sia professionale che umano. Dopo vari giri trovo la Sala Professori, di recente trasferita in una vera e propria aula, dopo che per anni era stata alloggiata in una sorta di disimpegno a vetri e senza soffitto, così che gli alunni potevano tenere sotto controllo i professori come pesciolini in un acquario. Mentre me ne sto lì quieto quieto, in attesa di qualche preda a cui squadernare il mio prodotto, scorgo tra i materiali del trasloco recente, tra faldoni scacazzati di mosche e scatole di cartone, un Poverocristo. Di origine ebraica, si dice, come unico indumento uno straccio annodato alla vita, inchiodato allo strumento di morte che da duemila anni circa lo accompagna e costituisce la sua più appariscente nota iconografica, se ne stava lì abbandonato e dimesso, e sembrava guardarmi. Memore dei miei trascorsi scolastici e di quante volte mi ero rivolto a Lui per sfuggire a inopportune interrogazioni, o per incrociare sul portone la compagna bella e accompagnarla verso casa, sento un debito di riconoscenza. Mi faccio coraggio e vado a chiedere all’impettito usciere chiodi e martello. Trovo un angolino che mi sembra adatto, protetto ma tale da attirare lo sguardo, in modo che ciascuno dei visitatori del luogo possa anche solo di sfuggita ricordarsi di Lui. E Lo appendo. Non ho ancora finito di guardare compiaciuto l’effetto, che sento dietro le spalle una voce femminile chioccia: “Bisognerebbe esporre i simboli di tutte le religioni!” Sono pronto a rassicurarla che se me li porta li appenderò tutti, ma lei occhialuta e arcigna, color reliquia di Santa Rita, mi guarda con disprezzo e se ne va. Come cambiano i tempi! Quarant’anni fa la stessa donna avrebbe fulminato chiunque a quel simbolo non si inchinasse. Comunque, terminato il mio lavoro, lascio con un saluto silenzioso il mio Poverocristo appeso, con la certezza di trovarlo in buona compagnia quando fossi tornato. Oppure eliminato, in ossequio ad una legge recente che mi sembra vieti i simboli religiosi in una scuola laica. Dopo alcuni giorni invece, ripassando di là per una consegna, trovo che nessuna altra icona è stata aggiunta e che neppure Lui è stato rimosso, ma qualcuno ha pensato bene di appenderci sotto un calendario. Gesto di sommo disprezzo (“volevi reggere il mondo, almeno reggi il calendario”!), sciatteria tutta italiana (“visto che un chiodo c’è già, non facciamo la fatica”) o criptico messaggio politico? Indignato e perplesso, Lo osservo bene, mi sembra di scorgerGli un sorriso e che in un muto colloquio alla Don Camillo voglia dirmi: “Vedi, non ti inquietare, gli sciocchi senza accorgersene mi hanno riconosciuto quel che sono, Padrone del Tempo”. Ma a me la curiosità resta: a scuola che cosa si insegna?»

Condividi