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Artist’s Corner all’Auditorium

Artist’s Corner all’Auditorium
Aprile 01
02:00 2007

Nell’ambito del primo festival della matematica che al Parco della Musica di Roma dal 15 al 18 marzo ha visto più di 50.000 persone partecipare a esperimenti, dimostrazioni, incontri e lectiones magistrales, in un ambiente di passaggio fra la Sala Petrassi e la Sala Sinopoli era possibile visitare la mostra di Silvia Iorio dal titolo Chromatèma. Inaugurata il 9 marzo, anticipando di qualche giorno il Festival matematico, la mostra che proseguirà fino al 7 aprile (ingresso libero), è la prima allestita per il progetto “Artist’s Corner”, a cura di Anna Cestelli Guidi e Carla Subrizi: ad essere coinvolti sono nove artisti che con cadenza mensile fino a dicembre, sono invitati a trasformare con idee, azioni, opere gli spazi di questo luogo oramai centrale per la vita culturale romana.
Inauguratasi a ridosso del festival scientifico e prendendone ispirazione, la prima esposizione in programma ha come tema il rapporto, sempre aperto e stimolante, fra musica, arte e matematica. E in effetti già il titolo della mostra, Chromatèma, raccoglie in sé i tre elementi: croma sta per colore ma anche per nota musicale; matèma per l’espressione matematica. Nella piccola sala vengono esposte una serie di opere audio-visive, ciascuna completa di una registrazione sonora (da ascoltare in cuffia) le cui musiche sono state appositamente composte da Roberto Rey Marquez.
In questo gioco, l’arte visiva e la musica pare si rincorrano, si emulino facendosi il verso e a volte sbeffeggiandosi. Per ogni opera esposta, l’artista indica sulla didascalia il titolo, la definizione matematica e quella audio: c’è il cubo di Rubik per molti conosciuto anche come il celebre rompicapo del cubo magico tanto di moda negli anni ’80, cui vengono associati (nella definizione musicale) combinazioni di note possibili; c’è il dodecaedro iperbolico che visivamente e più prosaicamente è la coccarda con cui decoriamo i nostri regali (ahimé se mi sentissero i matematici…), cui corrisponde una musica spigolosa; e ancora ci sono gli Anelli di Borromeo, legati fra loro ma non a coppia che Rey Marquez ha pensato musicalmente come un contrappunto triplo e sua scomposizione ricombinata. Infine c’è anche una teca vuota: è l’assenza di materia che in musica si realizza in una melodia perpetua senza continuità. Sfilano e si concretizzano visivamente così le principali definizioni matematiche (falsa spirale, doppia spirale, solido regolare, triangolo di Zenone …) e in questa combinazione fra arte e scienza che ci incuriosisce e ci fa anche un po’ sorridere divertiti, viene da tornare indietro nel tempo, alla prima metà del ‘700, quando le composizioni di quel genio che fu Johann Sebastian Bach già rendevano alla perfezione il connubio fra musica e matematica.

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