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Carceri che scoppiano

Febbraio 23
14:10 2013

Che le nostre carceri siano stracolme di chi ha commesso reati più o meno infamanti è risaputo da tempo, se non altro per i diversi digiuni cui si è sottoposto Marco Pannella. È notorio che a fronte di 40/45.000 posti, oggi ci sono detenuti per circa 65.000 di cui però 20.000/25.000 sono stranieri immigrati per lo più dei paesi dell’Europa Unita.

Ergo se i “lor signori” non ci avessero “onorato” della loro mala presenza, le nostre carceri non desterebbero problemi di sorta da parte di chicchessia e quanto meno della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Sembra esserci contraddizione tra la convenzione dell’Unione Europea e il soggiorno dei detenuti nelle carceri italiane, perché, per tanti di loro, di soggiorno si tratta. Mi par di aver capito che la Corte di Strasburgo ci obbliga ad eliminare il sovraffollamento penitenziario e dover trattare meglio i delinquenti abituali e gli assassini che saranno sempre più numerosi considerando anche il miglior trattamento richiestoci. La Corte non si è fatta scrupolo di condannare l’Italia a pagare ad un detenuto africano 100.000 euro più le spese legali per “lesione della propria dignità” magari senza nemmeno conoscere quale nefasto reato abbia commesso. Certamente se si fosse comportato, lui, con la dovuta dignità nessuno lo avrebbe arrestato. Con tale determinazione generalizzata la Corte rischia di far fallire l’Italia.
Il problema deve essere affrontato per regolare il flusso degli immigrati ed emanare norme e direttive nazionali ed europee che garantiscano i cittadini dello Stato italiano in primis e tutta l’unione affinché altri “ospiti” non siano incentivati a delinquere e pretendere risarcimento come nel caso sopracitato. Anche il presidente Napolitano si è unito al richiamo dell’Unione Europea sollecitando i politici ad adottare provvedimenti a garanzia dei detenuti; il richiamo mi sembra piuttosto generico ben sapendo che determinati problemi non si risolvono dall’oggi al domani. La soluzione “ottimale” sarebbe di garantire un buon letto in un’ampia stanza per tutti con una buona colazione e pane fresco tutti i giorni; ma allora dobbiamo costruire carceri per centinaia di migliaia di detenuti perché tanti, con il passaparola sarebbero gli immigrati pronti a venire da noi a rapinare e uccidere per poi essere risarciti.
Inoltre chiedere amnistia e indulto, caro Pannella non va bene, urgono leggi e direttive che stabiliscano che dopo la condanna, per direttissima, gli immigrati debbono scontare la pena nelle prigioni del proprio paese di origine al fine anche di far sapere in patria chi sono i loro delinquenti e scoraggiare quanti altri pensano di venire in vacanza in Italia.
La questione quindi va portata a livello Europeo e la Corte di Strasburgo, o chi per essa, deve farsi carico della risoluzione del problema ed emanare norme con effetto retroattivo, da valere almeno per tutti gli stati membri, considerato che l’Europa è ormai fisicamente “una”.
Dette norme, a mio avviso, debbono prevedere:
1. Giudizio per direttissima
2. Obbligo di scontare la pena nel paese di origine
3. Divieto di tornare nel paese dove si è commesso il reato
4. Risarcire il danno causato
Solo in questo modo, signor Presidente, potremmo svuotare immediatamente le nostre carceri e dare la “dignità morale” che ci chiede l’Europa, diversamente assisteremmo all’assurdo che in Italia dobbiamo costruire altre carceri per chi viene in villeggiatura e in altri Paesi europei vengono invece eliminate per mancanza di “inquilini” come già sembra sia avvenuto in Olanda con la chiusura di due penitenziari. E proprio in Olanda sembra, si stia valutando l’ipotesi di richiedere detenuti al Belgio al fine anche di tenere occupati i propri operatori carcerari. Il caso olandese quindi avvalora quanto da me prospettato ossia mandiamo i detenuti nelle carceri dei loro Paesi o in quelle ricettive dell’Europa Unita. Per concludere ribadisco che occorre l’adozione di misure dissuasive a commettere reati fuori patria per raggiungere un duplice effetto: economico, in quanto si ridurrebbe il costo reale di mantenimento di siffatta schiera di utenti con ricaduta positiva sul bilancio nazionale; e giuridico con la riduzione dei processi nonché del minor lavoro per le forze dell’ordine. Voglio augurarmi che prima o poi, meglio prima che poi, il problema possa essere veramente portato all’ordine del giorno della Corte Europea per le dovute decisioni e dare così un po’ di tranquillità a noi italiani succubi di uccisioni, furti, stupri e rapine le più disparate.

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