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Dicembre 17
08:59 2009

Casilino 900: nonostante la protesta internazionale sollevata dal Gruppo EveryOne, restano pericoli di sgombero

Roma, 16 dicembre 2009. Voci di protesta contro lo sgombero senza alternative del Casilino 900 hanno raggiunto le autorità romane e il ministero dell’Interno. Un europarlamentare intollerante ha scritto al Gruppo EveryOne: “Certo che sgomberiamo il Casilino 900, perché la gente è ormai inferocita contro i Rom”. Altri rappresentanti dell’europarlamento e l’Alto Commissario per i Diritti Umani, al contrario, esprimono preoccupazione per un’operazione di polizia che causerebbe una spaventosa tragedia umanitaria e invitano le autorità a recedere dall’insano proposito. Il rappresentante di un comitato di cittadini critica agli attivisti l’uso dell’espressione “pulizia etnica”, riguardo alla “bonifica” del campo, ma sbaglia, perché la rimozione di un gruppo etnico senza sufficienti garanzie umanitarie rientra proprio nella definizione di “purga etnica” o “pulizia etnica”, anche sotto l’aspetto giuridico. Apprendiamo oggi da Redattore Sociale la smentita riguardo alla notizia da noi diffusa sul progetto delle autorità romane di sgomberare il campo Rom del Casilino 900, popolato da circa 700 Rom originari dei Balcani, tra cui oltre 300 bambini, donne incinte, anziani e malati gravi. Secondo tale smentita, vi sarebbe unità di intenti fra Istituzioni e comunità Rom, per raggiungere una soluzione adeguata all’accoglienza delle famiglie. Le nostre fonti interne al Casilino 900 – alcuni capifamiglia – ci hanno confermato che dopo la nostra protesta internazionale istituzioni e autorità romane hanno fatto un passo indietro, e che l’azione preventiva di ricovero in comunità o istituti per soli donne e minori prevista per venerdì 18 dicembre sembra essere stata rimandata, quantomeno al 15 gennaio. Ma secondo i nostri contatti – abitanti del campo non legati ad associazioni o a rapporti istituzionali e/o di collaborazione (in ogni caso, di timore) con l’amministrazione comunale romana – l’obiettivo del sindaco Alemanno è quello di collocare i nuclei familiari presso altri insediamenti Rom nella capitale o, nel caso di bambini, donne, anziani e malati, presso istituti, in via temporanea. Tuttavia, non esiste, oggi, ricettività in alcun sito romano, a meno di voler stipare in spazi inadeguati e condizioni socio-sanitarie inaccettabili centinaia di persone già sofferenti e relegate in un drammatico apartheid, divise dai propri cari e senza un futuro. Senza considerare che l’inserimento coatto di gruppi di Rom vissuti da sempre al Casilino 900 nel tessuto di realtà differenti, il cui unico punto di contatto è l’essere Rom, provocherebbe disagi fuori controllo, come hanno dimostrato esperienze simili in passato. Riguardo al programma successivo alla definitiva “bonifica” del Casilino 900 e alla distruzione delle sue strutture, ovvero la realizzazione in altra zona di Roma di uno spazio dignitoso per le famiglie, finalmente riunite, va ribadito ancora una volta che non esiste attualmente alcun sito alternativo e qualsiasi progetto di “villaggio solidale” è stato abbandonato in seguito alle proteste dei cittadini delle zone testate per l’eventuale nuovo insediamento. Ecco perché è corretto palare di “purga etnica”, operazione mascherata da intervento di bonifica con spostamento umanitario della popolazione. Ci auguriamo a questo punto che il Comune di Roma e le autorità competenti, in seguito alle proteste e al rischio di una procedura d’infrazione aperta dalle Istituzioni europee, vogliano realmente strutturare un progetto che contempli tra i suoi fondamenti l’inseparabilità delle famiglie, la scolarizzazione dei minori, l’assistenza sociale e sanitaria a tutti gli abitanti del campo e soprattutto un’alternativa dignitosa e sicura, che possa loro permettere di inserirsi nel tessuto sociale senza ulteriori pericoli di persecuzione.
Ovviamente gli attivisti del Gruppo EveryOne vigileranno con costanza affinché i diritti fondamentali dei Rom del Casilino 900 siano garantiti a norma delle leggi internazionali e delle direttive Ue e non si verifichi ancora una volta un episodio irreparabile di persecuzione razziale nei confronti di un gruppo etnico già provato da tanti anni di atroce discriminazione.

Per ulteriori informazioni:

Gruppo EveryOne

+39 334 8429527 :: +39 331 3585406

www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 

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