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Colpo di stato

Agosto 21
12:16 2008

Il fatto scatenante della rivolta di molti ambienti politici è la decisione del Consiglio dei Ministri nell’ultima seduta che ha tra l’altro approvato, su proposta del Ministro dell’interno Roberto Maroni, l’estensione all’intero territorio nazionale della dichiarazione dello stato di emergenza per il persistente ed eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari, al fine di potenziare le attività di contrasto e di gestione del fenomeno.
Si tratta di una misura dedicata alle persone e su tutto il territorio nazionale che combinata con la recentissima legge sulla sicurezza consiglia di girare almeno muniti di documenti per evitare di incappare in disavventure notevoli. Che paese è quello dove bisogna mostrare l’identità per non subire i rigori del governo?
Dichiarare lo stato d’emergenza, è una prassi normale per alcuni esponenti della maggioranza, ciò indica che lor signori ci prendono anche in giro se sostengono che l’emergenza è normale!
La dichiarazione dello “stato di emergenza nazionale” è prevista dall’articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992 n. 225, in base alla quale il presidente del Consiglio delibera lo stato di emergenza, stabilendone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venir meno dei relativi presupposti. Tale legislazione è nata soprattutto per regolare l’attività della protezione civile nel caso di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, è già in vigore in alcune regioni per i rifiuti e i campi nomadi. Va sottolineato che per l’attuazione degli interventi di emergenza si provvede anche a mezzo di ordinanze ministeriali in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Le ordinanze emanate in deroga alle leggi vigenti devono contenere l’indicazione delle principali norme a cui si intende derogare e devono essere motivate. Il prefetto opera, quale delegato del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro e si avvale della struttura della prefettura, nonché di enti e di altre istituzioni tenuti al concorso (forze armate per esempio).
Un colpo di stato dolce? Basta una riforma della Costituzione per rendere tutti i giudici della Consulta di nomina governativa, (approvata con i 2/3 dei voti mediante corruzione di esponenti dell’opposizione per evitare il referendum), nomina di persone conniventi con il disegno eversivo alla Consulta stessa e via allo smantellamento della Repubblica democratica, potrebbe servire un complice al Quirinale o no, dipende da quanto si vuol forzare lo strappo. Ovviamente dati i tempi lunghi per un simile colpo di stato “legale”, si deve trovare il modo di contenere o sopprimere il dissenso mediante l’apparato di pubblica sicurezza e lo stato d’emergenza nazionale aiuta …

Queste considerazioni si aggiungono ad una situazione riassumibile con i seguenti punti:
*Gli studiosi di politica e di Costituzione ci dicono che in Italia si è instaurato un presidenzialismo di fatto, senza alcun contrappeso, e che l’equilibrio fra i poteri è profondamente compromesso.
*Il Parlamento è stato scelto, “nominato”, da pochissimi capi di partito, i cittadini hanno votato ma non hanno potuto scegliere i propri rappresentanti. I parlamentari costituiscono oggi gruppi totalmente asserviti alle richieste di chi li nomina.
*Il Parlamento, dunque ha perso il potere costituzionalmente previsto, non rappresenta se non molto debolmente il popolo, e siamo in presenza di un forte spostamento del potere dal Parlamento al governo. Decreti legge e fiducia espropriano i parlamentari di ogni possibilità di incidere sulle scelte legislative. Ha detto il senatore Gerardo D’Ambrosio : “Si sta smarrendo la funzione del Parlamento e ora vogliono mettere mano al CSM l’altro organo costituzionale che ha cercato di mettere un argine”.
*La maggioranza votata ad aprile è decisa ad andare avanti da sola, preannuncia con le dichiarazioni del suo Capo che cambierà la Costituzione anche da sola ed è disponibile a regalare all’opposizione una formalizzazione del governo ombra.
*Per settembre si annuncia una riforma “radicale” della giustizia, ovvero, della magistratura, che con una legge costituzionale già preannunciata potrebbe perdere del tutto la sua autonomia e esser ricondotta, anch’essa come il Parlamento sotto i poteri del governo. Si prepara il ritorno all’immunità parlamentare mentre il Premier si è già sottratto al giudizio e una nuova Tangentopoli si profila all’orizzonte.
*L’informazione che già ha subito colpi molto duri all’indipendenza dei giornalisti, è ogni giorno sotto la minaccia di una riduzione del potere di cronaca e di aumento delle pene previsto per coloro che osano sgarrare.
*La situazione economica, critica anche in altri Paesi, da noi potrebbe colpire di più, e avere effetti devastanti sull’occupazione, sui salari, sui servizi sociali ecc. Una situazione molto grave per affrontare la quale servirebbero una visione e un progetto complessivo che l’attuale classe politica non è in grado di offrire e forse nemmeno sta inseguendo.
*La proposta di schedare i bambini rom non è stata accantonata. Le impronte sulla carta di identità per tutti dal 2010 non risolvono affatto il problema di una scelta discriminatoria e razzista.
Verso quale futuro è avviato questo Paese?
I cittadini italiani e la loro classe politica sono restii a farsi domande, preferiscono scomporre il quadro e pensare uno alla volta ai mali che li affliggono, senza mettere insieme i vari tasselli: il mosaico finale potrebbe creare qualche turbamento.
Ha scritto W. S. Allen nel ’68, ricostruendo la nascita del nazismo “l’effetto principale della depressione fu quello di radicalizzare la città. Di fronte alla crisi economica avanzante, i cittadini furono inclini ad accettare cose che li avrebbero indignati in altre circostanze”. Ciò creò le basi per la presa del potere del nazismo. Lo stesso Allen sottolinea come ognuno vedeva l’uno o l’altro aspetto del nazismo “ma nessuno riuscì a vederlo in tutta la sua odiosità”. E, dopo aver ricordato che uno studioso degli anni in cui iniziò la dittatura, Konrad Heiden, parlò di “colpo di stato a rate”, conclude il suo libro dicendo: “Il problema del nazismo fu prima di tutto un problema di percezione; da questo punto di vista il destino della Germania sarà probabilmente condiviso da altri uomini, in altre città, in circostanze simili. E il rimedio non verrà trovato facilmente”.
E’ una questione di percezione: è proprio così. Ci consoliamo con la certezza che tutto ciò è accaduto in un altro secolo, in un altro paese, e qui non c’è Hitler alle porte, non c’è il nazismo e nemmeno il fascismo. Solo una democrazia in affanno e una Costituzione messa sotto i piedi giorno dopo giorno. Solo questo…Solo…
La stessa Cancelliera Angela Merkel, non certo di sinistra, ha recentemente detto che la Germania si sente colpevole per i disastri del nazismo, questo ad indicare che il fortunoso “legal putsch” che portò Hitler al potere fu voluto ed accettato dall’intera nazione e non molto dissimile fu il mancato stato d’assedio per impedire la marcia su Roma. La sensazione è che ci troviamo in una situazione di accettazione supina se non di largo consenso anche questa volta.
Che la realizzazione di un “colpo di stato legale” sia cosa derivante da strategie raffinate e di lungo periodo lo dimostrano i pochi precedenti che abbiamo avuto nella storia, in Italia solo Cosimo il Vecchio dei Medici, a metà del 1400 può vantare simili manovre in quel di Firenze, per esempio tutta l’opposizione fu posta sotto la sorveglianze degli “Otto di Guardie”, una polizia politica alla quale furono concessi i pieni poteri per due anni. Concluderei citando “Tecnica del colpo di stato”, un libro scritto nel 1931, appare oggi come una sorta
di “attualità postuma” per la sorprendente analisi che Curzio Malaparte compie delle “Tecniche” di conquista del potere autoritario (nel caso di Hitler già prima della sua ascesa) e che è conveniente ricordare o conoscere. Illuminanti le osservazioni di Malaparte circa l’importanza delle comunicazioni di massa nelle strategie del totalitarismo. Il perché e l’obiettivo che si prefiggeva con questo lavoro Malaparte lo chiarisce in modo esplicito: “La ragione di questo libro non è di discutere i programmi politici, sociali ed economici dei catilinari: bensì dimostrare che il problema della conquista e della difesa dello Stato non è un problema politico, ma tecnico, che l’arte di difendere lo Stato è regolata dagli stessi principii che regolano l’arte di conquistarlo, e che le circostanze favorevoli a un colpo di Stato non sono necessariamente di natura politica e sociale e non dipendono dalle condizioni generali del paese. Il che, forse, non potrebbe mancare di svegliare qualche inquietudine anche negli uomini liberi dei paesi i meglio organizzati e i più policés dell’Europa d’occidente. Da questa inquietudine, così naturale in un uomo libero, è nato il mio proposito di mostrare come si conquista uno Stato moderno e come si difende”.
Dunque alla formula di demolizione giuridica di uno stato occorre rispondere con una difesa giuridica e “tecnica”.
Dove sono i nostri Malaparte?

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