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Concorso letteraio Castelli di scrittori – giornata di premiazione

Giugno 28
11:01 2016

Domenica 12 giugno 2016, ore 17,00 , Auditorium delle Scuderie Aldobrandini di Frascati. Aria di festa, frenesia da finale di concorso letterario. Sala gremitissima, la gente deborda e si assiepa lungo le pareti, parecchi rimangono fuori sul balconcino e sulle scale di accesso.

Il clima che si respira è proprio quello della spasmodica attesa dei risultati del concorso, anche perché è corsa voce che la giuria fino all’ultimo momento sta ancora decidendo la tripletta finalista di ciascuna sezione, nonché i vincitori.

Già mezz’ora prima delle 17, orario di inizio, comincia ad arrivare il pubblico, prevedendo, in effetti con profetico intuito, che i posti a sedere facilmente non sarebbero bastati per tutti, per cui era meglio avvantaggiarsi con l’orario.

I 10 finalisti della sezione Poesia e i 10 della sezione Narrativa prendono posto per tempo, con i volti raggianti e muniti della disposizione d’animo più favorevole a rapportarsi con l’intero mondo. Sono forti della consapevolezza che essere stati selezionati da una Giuria di professionisti dell’editoria nazionale li ha già collocati in un’aura privilegiata. Il pensiero che, obtorto collo, solo uno sarà il vincitore assoluto, per il momento viene prontamente accantonato.

Nell’attesa che la serata abbia inizio, si vedono, in ordine sparso, diversi personaggi: sul palco stanno provando i loro strumenti i maestri Gianni Aquilino al pianoforte e Mario Pompei al sax. Il fonico Roberto Acquafredda fa continuamente avanti e indietro per mettere a punto il suono: sposta fili e prova microfoni e nel frattempo incrocia le dita per scongiurare qualche guasto dell’ultimo minuto , che provocherebbe un danno irreparabile all’intera manifestazione. Fino a qui sembra che tutto funzioni.

In giro per la sala, sul palco per provare i microfoni o in platea per salutare ospiti, spostare sedie , prendere accordi con alcuni titolari delle aziende vinicole che hanno collaborato con l’iniziativa e che ora devono sapere dove poggiare le bottiglie di vino per il brindisi finale che offrono al pubblico intervenuto, troviamo Rosanna Massi, ideatrice di tutto l’ambaradam, (ivi inclusa la proposta di dare un premio alla carriera alla giornalista Luciana Vinci.), nonché anche, povera crista, parafulmine per tutte le polemiche sollevate nelle file di coloro che non sono rientrati tra i selezionati.

In mezzo al brusìo del pubblico che inizia ad entrare, c’è Maria Mazzilli della biblioteca di Frascati, che sta sistemando il tavolo dove saranno poggiati i libri degli scrittori protagonisti della serata. Anche quest’anno si presta a fare un bel servizio agli Autori. Se non ci fosse Maria difficilmente per gli Scrittori ci sarebbe la possibilità di rendere disponibili per il pubblico i loro libri.

L’Auditorium, dalle 16 alle 17 è un cantiere di lavoro. Al lavoro infatti c’è anche la Giuria, che sembra preda dei tormenti del giovane Werter. Seduti al loro tavolo, si passano dall’uno all’altro diversi libri tra i quali, ormai il tempo stringe, devono stilare la classifica definitiva.

Ad un certo punto, quando manca poco al calcio d’inizio, la Giuria fa sapere di aver individuato la tripletta per ciascuna sezione. I vincitori sono, per la narrativa….. e per la poesia…. Poco più avanti cambieranno l’ordine della classifica: evidentemente non è affatto facile scegliere un unico vincitore tra testi che sono comunque di ottimo livello.

La lettrice, Maria Paola Spurio , tradisce anche lei una bella agitazione perché sa che deve leggere dei testi complessi e che molto dipenderà da come lei riuscirà a renderli se il pubblico saprà apprezzarli. Oltre che, naturalmente, sa molto bene che gli Autori primi classificati staranno con le orecchie ben dritte a sentire come le loro creature saranno valorizzate dalla lettura.

Fabrizio Patriarca, critico letterario e figura chiave del concorso, ostenta una paciosa tranquillità e si muove con fare sornione tra la Giuria, Rosanna Massi e il pubblico che comincia ad occupare le sedie.

Ormai mancano pochi minuti alle fatidiche 17. Arriva in sala la vicesindaco del comune di Frascati Francesca Sbardella. Subito dopo fa il suo ingresso Claudio Cerroni, consigliere delegato all’agricoltura che ha fatto da trait- d’union tra la manifestazione letteraria e le aziende vinicole castellane riunite ne “la strada dei vini”.

In tanti stanno cercando con gli occhi la delegata alla Cultura Francesca Neroni, immancabile presenza attiva nelle iniziative culturali , ma aveva già fatto sapere che sarebbe arrivata leggermente più tardi.

Ad un certo punto si sente un brusìo più accentuato proveniente dalla platea: è arrivata Luciana Vinci, giornalista molto amata in tutto l’ampio territorio castellano. Per l’importante riconoscimento che il Comune di Frascati sta per tributarle l’hanno accompagnata i due figli ed i nipoti. Insieme sono arrivati anche il sindaco di Rocca Priora Damiano Pucci e la vicesindaco Federica Lavalle, Amministratori legatissimi alla figura della giornalista di Rocca Priora.

Segue un affettuoso abbraccio con Rosanna Massi che Luciana Vinci non si stanca di ringraziare da quando, circa un anno prima , la responsabile delle biblioteche di Frascati le aveva proposto un riconoscimento alla carriera per tutta l’opera svolta in favore della promozione culturale dell’intero territorio castellano, da lei amato quasi come una madre con i figli.

Nelle prime file si nota anche Sandro Caracci, Commissario del Parco Regionale dei Castelli romani, a testimoniare la valenza territoriale della manifestazione letteraria.

Lungo le pareti dell’Auditorium si aggirano gli artisti che sono stati incaricati di dare una propria libera interpretazione a grandi scrittori del passato che hanno avuto a che fare con i nostri Castelli.

Mauro Biani ha scelto Giuseppe Ungaretti, che ha soggiornato a Marino dove è morto anche il figlio Antonetto;
Laura Lotti ha reso omaggio a Luigi Pirandello, sua antica passione. Lo scrittore per qualche tempo ha abitato sul Monte Cavo;
Anna Onesti e Giovanna Mancori hanno dedicato le loro attenzioni a Margherite Yourcenar facendo riferimento ad una citazione tratta dall’”Opera al nero” in cui si parla dell’Abbazia di Grottaferrata;
Massimo Risi ha scovato il richiamo all’unico giorno in cui, a fine ‘800, lo scrittore Herman Mellville ha visitato Frascati, provenendo da Roma con la appena inaugurata ferrovia;
Maria Giovina Russo ha immortalato la scrittrice George Sand, che a Frascati ha soggiornato per qualche tempo;
Infine Andy Ventura ha riattualizzato, a suo modo, immagini famose che ritraggono Goethe.

Tutti gli artisti sono pronti ai nastri di partenza in attesa che arrivi il loro momento, quando la critica d’arte Stefania Severi presenterà le loro opere.

Adesso sono arrivati proprio tutti, non resta altro che dare il via alle danze.

Apre Rosanna Massi in completo di seta stampata con cuori beneauguranti, munita di tacco moderatamente alto. Saluta e fa gli onori di casa. Ringrazia in primis il comune di Frascati e in secundis il Consorzio S.B.C.R. e tutti gli Enti locali che hanno aderito all’iniziativa . Precisa che 3 sono i fiori all’occhiello di questa manifestazione:
1) l’iniziativa, realizzata in accordo con il Consorzio S.B.C.R., ha avuto l’adesione di tutti i Comuni dei Castelli romani, del Parco, della Comunità Montana, nonché della Regione Lazio e della Città Metropolitana. Questo significa che è stata colta la validità della proposta culturale per l’intero territorio;
2) la collaborazione con le Aziende vinicole del territorio ha reso manifesta la fertilità dello stesso humus, che produce sia vino che arte e letteratura;
3) infine il 3° fiore è costituito dalla Giuria, composta da qualificate professionalità dell’editoria nazionale, in grado di garantire imparzialità di giudizio nonché il tono non provinciale di tutta l’operazione.

Sale sul palco la vicesindaco Fancesca Sbardella in jeans e tacco alto la quale ringrazia l’organizzazione e assicura il pieno appoggio dell’Amministrazione Comunale.

A questo punto, dopo un incantevole intervento musicale da parte di Gianni Aquilino e Mario Pompei, la manifestazione arriva al suo clou. Fabrizio Patriarca, con un look semiistituzionale alleggerito da particolari estrosi come suo solito, presenta e colloquia con la Guria.

I giurati, tutti vestiti in maniera molto sobria, finalmente esplicitano quello che tutti erano ansiosi di sentire: i criteri che hanno utilizzato per giudicare le opere di narrativa e di poesia .
( per essere sicuri di non tradire il loro pensiero, più sotto sono disponi bili le loro dichiarazioni).

Alla fine della chiacchierata, che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il pubblico ma che ha anche suscitato grandissimo interesse, la Giuria ha emesso il primo verdetto: per la sezione Poesia risultano selezionati tre Autori in ordine sparso: Michele Tortorici, Alessandro De Santis e Pietra Della Croce.

Segue la lettura delle poesie da parte di Maria Paola Spurio.

Per la sezione narrativa sono selezionati, sempre in ordine sparso, Laura Angeloni, Slawka Scarso e Mirella Delfini.

Lettura dei brani di narrativa.

Il più è quasi fatto: le terne sono state individuate. Ora basta trattenere il respiro fino alla proclamazione dei vincitori.

In attesa del gran finale, la parola passa al consigliere Claudio Cerroni – look informale- che plaude all’iniziativa e mette in risalto il ruolo svolto dalle Aziende vinicole che hanno aderito.
Il connubio tra letteratura e vino dei Castelli romani ha dato vita ad un’operazione culturale di grande spessore e che merita di essere ripetuta.

Ancora i maestri Gianni Aquilino e Mario Pompei offrono a tutto il pubblico presente un bel brano musicale che rende ancora più intensa e piacevole l’atmosfera.

E’ la volta di Stefania Severi, critica d’arte, – abbigliamento sobrio – che illustra le opere dei cinque artisti , facendone una superba e attenta descrizione frutto di un minuzioso studio.

Ci avviamo quasi alla conclusione della manifestazione, la quale però, ha ancora in serbo un “numero” esplosivo, quasi come un fuoco d’artificio di quelli che precedono di poco il botto finale.

Rosanna Massi chiama sul palco Luciana Vinci – in total black con lustrini- per ricevere dalle mani della consigliera Francesca Neroni – in vaporoso vestito blu e tacco alto di ordinanza- il premio alla carriera conferitole dal comune di Frascati.

Appena la giornalista si alza e sale sul palco, sorridente e carica di energia come se si fosse fermata ai vent’anni, la platea la accoglie con un intenso applauso.
Luciana Vinci ringrazia commossa e ricorda il suo legame di lunga data con Frascati. Dona alla biblioteca di Frascati una copia dell’Indice del suo Archivio privato.

A questo punto si sarebbe potuto programmare un bel rullo di tamburi ( ma si terrà presente per una prossima volta) per annunciare l’attesissimo verdetto finale.

Alessandra Penna, con voce molto tranquilla e con un tono con il quale avrebbe potuto annunciare l’indirizzo della propria abitazione, proclama Pietra Della Croce vincitrice della sezione Poesia e Slawka Scarso vincitrice della sezione Narrativa.

Ecco, ora è tutto fatto. L’impressione a caldo è che le due Autrici vincitrici erano quelle che meno si aspettavano la vittoria e per le quali dunque la felicità è stata doppia perché mista all’incredulità.

Rosanna Massi ringrazia e saluta .
Seguono commenti , brusii, anzi vociare fino a questo momento trattenuto.

Ora che tutto si è concluso, si può dare libero sfogo ad ogni genere di chiacchiere.

Le Aziende de “la strada dei vini” attendono il pubblico per brindare festosamente in onore di chi ha vinto ma ancora di più in onore di tutti quelli che hanno partecipato a questa grande festa per tutto il territorio castellano.

La musica dice la parola FINE.

DICHIARAZIONE DELLA GIURIA

Per la poesia si è scelto di selezionare i finalisti privilegiando la densità e coerenza dell’impianto poematico, la ricchezza e originalità del verso, la capacità di creare un mondo poetico “a misura di libro”. Poesia come “discorso”ininterrotto, dunque, indipendentemente dal tratto narrativo o lirico dei singoli partecipanti. Si è cercato, in questo senso, di raccogliere le esperienze tematiche più significanti e diverse (solitudini postmoderne, spaesamento, esistenzialismo, poesia come graffio, invettiva, satira, poesia filosofica, a tema religioso ecc.). Quanto alla narrativa si cercava un libro compiuto, nel senso di una piena e funzionale organizzazione della prosa, sì, ma soprattutto una “personalità” e una “voce” in grado di farsi percepire in maniera che non fosse scontata, o peggio addirittura manierista – per questo
accanto ai romanzi canonici sono state selezionate tra i finalisti anche tre raccolte di racconti: per dare un segnale sull’importanza della narrativa come atto espressamente umano, a prescindere dalla forma (e non è un caso che proprio una raccolta di racconti, saldati da un certo mastice tematico, abbia poi vinto la sezione). Soprattutto nel caso della narrativa si è potuto assistere a dinamiche feconde tra i valutatori e i valutati, se Maria Cristina Guerra ha potuto affermare di aver mandato in finale i libri “che avrebbe voluto rappresentare come agente”, e Alessandra Penna quelli “sui quali le sarebbe piaciuto lavorare in fase di editing”. Il terzetto dei poeti ha rispecchiato probabilmente al meglio il genere di criteri impostati dalla giuria: di fatto vi comparivano due sillogi di grande respiro “narrante” e una terza d’aspetto più classico, anche se snodata in un percorso sperimentale e con immagini di grande carattere – che poi
è risultata vincitrice. Il che segnala che la ricercata compattezza d’impianto, la capacità di suscitare un intero mondo sentimentale può non dipendere dal “passo” specifico di un libro – giacché si pensa solitamente a un passo narrativo, per l’appunto – ma pure dalla sua capacità di configurarsi come un’ardita, inesausta, laboriosa discesa nei meccanismi profondi del linguaggio.

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