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Dalle Alpi alle Madonie, dal Manzanarre al Reno

Dalle Alpi alle Madonie, dal Manzanarre al Reno
Giugno 14
16:48 2014

15-elezioni-europee-europaDa Alpi e Madonie buone notizie, in generale; allarme invece dai fiumi europei. I risultati elettorali sembrano aver creato stabilità nella situazione politica italiana, mentre fanno emergere uno stato febbrile nel consesso europeo: vedremo se si tratta di influenza o di polmonite mortale. In realtà durante le campagne elettorali si era manifestato l’insorgere di vari tipi di virus in ogni zona del continente.

Nella penisola italica molti di questi (leggi: M5S e destra estrema) si sono auto-debellati, aggredendo talmente forte da scoppiare, e sono rimasti malesseri di stagione locali (Lega) ma curabili. In Europa hanno proliferato estendendosi in tutti i meridiani; ci sono polmoniti e purtroppo, qua e là, cellule degenerate.
Lo scrutinio finale ci ha consegnato i Paesi aderenti all’Unione in uno stato di salute molto diverso. Solo pochi, tra i quali Italia e Germania, stabilizzati (sfebbrati) perché la situazione interna si è chiarita e il principale partito rafforzato. Molti altri, dai grandi (Francia, Inghilterra) ai, numericamente, piccoli (Austria, Grecia, Ungheria, ecc.), molto malati di euroscetticismo e fobie varie, in forme affatto peculiari. Non sarà facile trovare gli antibiotici giusti, considerando che in parlamento sono riusciti ad arrivare, oltre a consistenti movimenti estremisti, anche i nazisti veri, non quelli scimmiottanti o da parata. Come sempre, in tutto questo fibrillare si può trovare del positivo: prendere coscienza delle varie malattie e, con un consulto impietoso, decidere per una cura risolutiva o addirittura per la “denegata” ipotesi di lasciar morire il paziente, per una miracolosa quanto improbabile rigenerazione delle membra staccate dal corpo. Diagnosi difficilissima. Ma se si azzecca la strada, può accadere che il paziente dato per spacciato torni a una nuova vita (europea), assaporandone ogni giorno la bellezza.
Certo, oltre all’eventuale bisturi (da alcune parti si chiedono referendum per il distacco) e a terapie da cavallo o magari omeopatiche, nel senso di inversioni di strategie, ci vorranno molta pazienza e fortuna. Non è detto infatti che non ci siano imprevisti: per esempio che i Paesi indeboliti vogliano restare attaccati, proprio perché deboli; o che invece quelli stabilizzati diventino così “galli” da spaventare le galline, che fuggiranno. Si vedrà. Di certo quel che non si deve fare è il famoso distacco della spina, perché per le resurrezioni ancora non siamo attrezzati.
Forse questa sarà la volta buona per mettere in pratica l’abusata formula di “ripensare l’Europa” rafforzandola definitivamente con istituzioni nuove, come uno Stato federale vero. Nell’epoca della globalizzazione e della creazione di blocchi e colossi politico-economici, coltivare l’orticello sotto casa è bello, ricreativo e sicuro. Fino a che non grandina forte. Allora “sono stracci” e si deve chiedere, per favore, la carità agli altri.

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