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Diversitá e pregiudizio – 2

Giugno 10
22:00 2010

I meandri in cui si insinua l’immaturità relazionale come concezione dell’Essere possono coinvolgere tantissimi aspetti dell’immaginario, compreso il senso di noia giovanile, figlio di un desiderio frenato che c’è ma che, non trovando uno sbocco, genera una paralisi del pensiero: un impoverimento dell’apparato psichico che porta alla formazione di un senso di vuoto che attanaglia fin troppi adolescenti e che diventa un fenomeno compiacente anche alla formazione di un “falso sé”, che nasce anch’esso con lo scopo di evitare il conflitto interiore. Tutto ciò crea anche una sorta di confusione interna, soprattutto nei più giovani e la difficoltà di riconoscere le personalità, impedendo di distinguere per esempio tra la persona “autorevole” e quella “autoritaria”: l’autoritarismo – una forma di polarizzazione della personalità – troppo spesso oggi viene scambiato per “forza”, ma se la ricerca di personalità forti può nascere da condizioni legate alle psicosi , nei termini di una società pervasa da limiti nella negoziazione dei rapporti interindividuali, essa ancora una volta si traduce nella rinuncia al proprio ruolo familiare e sociale, con l’abdigazione delle figure genitoriali nel gruppo primario (la famiglia), ma anche con l’indifferenza o l’alienazione dalla vita civile e poltica, dall’impegno, dalle responsabilità e dalla cooperazione.
Infatti, agli atteggiamenti contraddittori degli adulti e dei genitori, al disagio degli adolescenti e a tutta una serie di storture latenti, sono affiancate anche le decisioni di carattere generale, come ad esempio la scelta dei propri governanti che, secondo l’ottica psicologica, altro non sono che la proiezione del proprio Super Ego: l’istanza psichica deputata al senso morale. Se quest’ultima ha assunto una forma debole in un individuo adulto – a causa della struttura della sua personalità, delle esperienze personali, della propria storia o del sistema sociale e culturale di appartenenza – egli sarà spesso incapace di scegliere razionalmente e consapevolmente. Per superare questo limite, rinunciando anche ad esercitare la propria volontà, cederà l’impegno e la fatica di prendere le decisioni alla sua proiezione, la quale, a sua volta, sarà un soggetto portatore della stessa immaturità sociale. Una delle conseguenze potrebbe essere la perdita di vista del bene comune o lo scollamento totale tra la concretezza dei problemi collettivi e le azioni personali dei rappresentanti di una data collettività, che senza un’adeguata regolazione da parte del Super Ego, verranno dettate dall’egoismo e dal tornaconto personale.
In questi meccanismi (così come nei pochi esempi riportati) andrebbero lette le ragioni e i risultati negativi raggiunti dalla cultura e dalla politica attuali, e lo stimolo a prenderli in considerazione dovrebbe servire ad instillare il dubbio – e quindi la presa di coscienza – su un modo di vivere e di fare che oltretutto è considerato perfettamente “sano”, “onesto” e “normale”. Infatti, attualmente, moltissimi adulti non si accorgono di evitare di assumersi la fatica di scegliere responsabilmente, ricorrendo a molti alibi. (Continua)

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