Donna, dignità e invidia
Se la dignità è il valore del comportamento morale che ciascuna persona ha di sé stessa nella sua interezza, è difficile capire perché se una persona (donna) in tutta riservatezza si pone per la sua dignità, e per sua calcolata scelta, a servizio di chicchessia, ciò fa scatenare la piazza contro detta scelta, con il pretesto di tutelare la dignità stessa della donna. La donna non è solo donna, è femmina nel senso più bello e armonioso voluto dal creato e dal Creatore, ergo non c’è manifestazione, se non strumentale, che possa condannare un sentimento personale anzi personalissimo tendente al soddisfacimento di un desiderio innato in quel capolavoro silenzioso che è il corpo della donna. A tal proposito è il caso di ricordare le manifestazioni di tempi passati per l’emancipazione della donna il cui slogan era “il corpo è mio e lo gestisco io“. Oggi si manifesta perché la donna è insidiata; penso che sia un’invenzione di pochi e di poche che mirano a fini diversi. Mi punge vaghezza che nei deus ex machina sia prevalso il fine di sfruttare l’orientamento di uno dei vizi capitali, ossia l’invidia, che è vizio di facile assorbimento, per cui non vorrei che tante oratrici fossero state veramente sincere nel difendere la dignità delle donne mentre, al contrario, non fossero invece invidiose delle colleghe assurte a tanto prestigio. Apprezzabile l’affermazione di colei che assalita dal dubbio dice «non so distinguere più tra reato e peccato», espressione che vorrei correggere onde distinguere fra reato e piacere, perché nel caso specifico è il piacere personale e naturale che annulla il reato e per il quale oggi vi si manifesta contro ingiustamente. Inoltre agli interventi delle sorelle Eugenia e Cristina vorrei dire che da noi non ci sono schiave ma donne come loro che hanno fatto una scelta diversa da loro, e che in questo Paese il corpo della donna è amato con grande dignità, mentre a presentarlo diversamente sono coloro che scrivono (a torto) per rappresentarlo tale. In definitiva, leggendo i media, mi par di capire che ci sono state donne contro donne e se non è così allora questa manifestazione è data come una spallata contro il governo, quindi non c’entra niente la dignità della donna, ragion per cui gli addetti ai lavori dovrebbero premiare quelle di Arcore se proprio loro riusciranno a disarcionare il Cavaliere. Rimane comunque forte l’interrogativo del perché si faccia leva su tante donne per cambiare politicamente ciò che tante altre donne hanno precedentemente determinato.
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