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Dove va l’Italia?

Dicembre 04
02:00 2006

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, recita la Costituzione. Sul lavoro di chi? Di un numero decrescente di lavoratori, rispetto alla popolazione attiva italiana sempre più con minore tutela sociale. Lo stanno sperimentando sulla loro pelle quei lavoratori passati dai contratti a tempo indeterminato ai vari contratti atipici, a tempo determinato. Scaduto un contratto, diventa difficile essere riassunti per i soggetti che sono più avanti con l’età. Lo stesso accade per quei lavoratori autonomi del settore commercio messi fuori dal cosiddetto ‘libero mercato’ proprio dall’economia dei grandi supermercati. Sono più rari, ma più gravi, gli esempi di lavoratori che si ritrovano da un anno all’altro a svolgere il lavoro per soli sei mesi al doppio delle ore, con il risultato che, mentre essi hanno percepito la metà del reddito dell’anno prima, chi invece li ha utilizzati li ha pagati la metà. Un bel guadagno per l’impresa non c’è che dire! Prospettive di lavoro (in nero s’intende) si trovano soprattutto nel settore dell’edilizia. Si costruisce enormemente e ininterrottamente, anche in assenza di piani particolareggiati, pur mancando un reale bisogno abitativo a causa della decrescita demografica. Infatti, è proprio l’aumento di inflazione che spinge i risparmiatori a mettere al riparo i propri risparmi, dalla perdita reale del potere d’acquisto della moneta, investendoli nel campo immobiliare. Un tipo di investimento, questo, che necessita dell’ingresso di sempre nuovi immigrati ai quali cedere (in affitto o in vendita) i vecchi alloggi. Si evince, dunque, che questi investimenti si basano sul fatto che si fanno lievitare artatamente i prezzi degli immobili per instillare paura nei risparmiatori. Da questo punto di vista possiamo concludere che il mercato è meno libero di una volta, perché non è l’incontro della domanda con l’offerta a determinare il prezzo delle abitazioni. Ormai sappiamo molto sulla commistione esistente tra potere politico e potere economico – ad esempio – negli Stati Uniti. Molto meno, invece, ne sappiamo in Italia allo stesso riguardo. Tuttavia il caso americano ci dovrebbe aiutare a capire in che direzione sta andando la nostra economia, dove il potere politico, finanziato dalle grandi aziende, ci appare sempre più come un’azienda monopolistica che rigetta le nuove rappresentanze di cittadini. I dirigenti dei partiti temono, infatti, l’autonomia dei movimenti, dai ‘girotondi’ ai ‘no global’, ai comitati ‘in difesa della Costituzione’ o ‘per un’altra TV’, o ‘contro le bollette pazze’ o ‘per il diritto alla casa’ e via elencando. La continuità della politica, dai condoni edilizi e fiscali ai condoni sulle pene di gravi reati (tramite l’indulto), come quelli finanziari, o per disastri ambientali o contro i lavoratori, ha maggiormente messo in luce la caratteristica del ‘partito azienda’ come partito unico al potere. Non importa se si chiama di Centro-sinistra o di Centro-destra, sta di fatto che la cittadinanza era contraria al 95% al varo delle leggi sui condoni e sull’indulto. E’ di conseguenza aumentata la sensazione negli italiani che i governi di queste due ultime legislature sono due facce della stessa medaglia. Due strategie diverse per un unico obiettivo: quello di assicurare i guadagni al grande capitale e farlo accettare ai cittadini. Ecco dunque fuori dalle carceri scafisti senza pietà, tangentisti e corruttori, fuori i ‘furbetti del quartierino’, fuori i ‘colletti bianchi’ di calciopoli e bancopoli. Senza tralasciare che l’indulto è nei fatti un’istigazione a commettere reati, come dimostra il forte aumento di rapine e aggressioni a persone inermi in Lombardia, dove i cittadini si sentono molto più insicuri oggi di ieri. Con questo indulto (che si pretende di far credere ispirato nientemeno che da Giovanni Paolo II) per tutti quelli con condanne fino a sei anni c’è un bonus di tre anni e l’affidamento ai servizi sociali per i restanti tre anni. Mentre le vittime dei reati dovranno attendere i risarcimenti con le cause civili. Con calma. Tutto questo per liberare le carceri dai ‘poveracci’? Ma allora sarebbe bastato cancellare la legge contro la droga e quella sull’immigrazione varate nella legislatura di Centro-destra e tanto criticate dall’opposizione di Centro-sinistra. Il ‘partito unico’ ha le sue regole da imporre ai cittadini! Credo che i cittadini non dovranno lasciarsi andare alla frustrazione e pensare invece a come reagire.

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