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Frascati – A proposito di balle

Novembre 23
08:01 2017

Da trent’anni a questa parte si sono contati a decine i periodici, i foglietti o i giornali locali apparsi alla ribalta con una più o meno corta durata! Altri, pochi, sono ancora in vita. Praticamente la generalità si regge grazie a sponsor e pubblicità.
Il pluralismo di informazione può consentire la possibilità di informazione su realtà socio-politiche o di cronaca locale che altrimenti non si troverebbero sulle testate nazionali. Nello stesso tempo possono essere strumento per far crescere quella cultura di cui le nostre città e paesi sembrano essere diventati carenti nonostante la buona volontà di molti. Ma se si va più addentro almeno ad alcune testate locali, si coglie un dato di fatto: la più o meno relativa affinità con qualche componente politico-partitica. Chi segue con più attenzione lo constata chiaramente dalla selezione esercitata sulla scelta delle notizie e magari dall’enfasi posta su aspetti talvolta poco significativi ma che possono far piacere al ‘politico’ o al gruppo politico che sta dietro alcune sponsorizzazioni più o meno palesi. Tra l’altro il fatto che i giornali ‘cartacei’ (stampati), oggi non ci siano quasi più in quanto trasferitisi sui siti internet, consente di propagare notizie e quindi ‘occasioni’ più immediate di informazione, ‘in tempo reale’ ma anche di ‘propaganda’ più o meno occulta.
Tra l’altro tale modalità di ‘trasmissione’ non raggiunge più quel pubblico che una volta provava il ‘gusto’ di sfogliare, ‘leggere’ e commentare il giornale magari con qualche amico o capannello di amici e soprattutto con quanti appartengono oggi ancora alle generazioni non ‘internaute’. E’ evidente che ciò seleziona ancora di più i lettori che alla fine possono ripartirsi grosso modo in tre categorie: quelli che non avendo nulla da fare leggono tutto quel che capita a tiro facendo ‘zapping’, non con il telecomando ma con il ‘mouse’, sui vari giornali on-line; poi ci sono quelli che sono interessati direttamente alle vicende solo perché li riguardano da vicino. Infine quanti (pochi per la verità) sono contenti di ‘dialogare’ un po’ su tutto inviando propri ‘commenti’ che spesso lasciano il tempo che trovano. Tra questi ultimi si annoverano i tuttologhi. Ma detto ciò, si sa quanto si propaghino anche le fake news (notizie false, o più semplicemente ‘balle’) che non sempre poi vengono smentite, e se lo si fa, la smentita è spesso peggiore della ‘balla’.
Se però vogliamo solo prendere in considerazione qualche recente pubblicazione – on line o ‘cartacea’- ci si imbatte sempre in qualcuno che vuole donchisciottamente cimentarsi con la storia (in modo particolare su quella locale, anche perché costoro non sarebbero proprio in grado di cimentarsi sulla grande storia). Ed allora si danno in pasto ai poveri lettori inconsapevoli, certi saggi di storia locale da far sorridere anche un qualsiasi studentello di scuola media. Non solo ‘balle’ perciò, ma travisamenti, e gente che racconta fatti con prosopopea e saccenteria non conoscendo nemmeno la propria storia (associativa, cittadina, ecclesiale e quant’altro).
Fermo restando che ciascuno può diffondere (a casa propria) le notizie che crede (in buona fede?), il fatto che si raggranellino un po’ di soldi tramite sponsor o pubblicità, non dà automaticamente la patente di competenti giornalisti e tantomeno di ‘storici’ (sia pur locali). Per cui può capitare di leggere su qualche foglietto, tra una pubblicità e l’altra, articoli veramente fuori della realtà in quanto chi li scrive non sembra proprio avere nemmeno la cognizione di ciò che racconta. Spesso coinvolgendo talvolta – tanto per avere un avallo – anche qualche ‘inconsapevole’ autorità amministrativa o ecclesiastica. Ma se fino a un certo punto la ‘colpa’ di certe banalità ricadrebbe sull’autore o gli autori dei testi (articoli o quant’altro), l’aspetto più grave è che costoro hanno l’avallo di chi ha la responsabilità della testata o del giornaletto, in tal caso il massimo comun denominatore è l’incompetenza da suddividersi (quasi) in parti uguali.
Cittadini (e lettori) non meritano di essere turlupinati con certo deteriore ‘provincialismo’.

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