Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

Gli Indios del Brasile. Cultura indigena, storia e portoghesi – 1

Gli Indios del Brasile. Cultura indigena, storia e portoghesi – 1
Luglio 06
12:29 2008

di-silvestre-indiosGli storici affermano che prima dell’arrivo degli europei, in America vivevano approssimativamente 100 milioni di indios distribuiti in tutto il continente. Nel territorio brasiliano la popolazione india arrivava a 5 milioni di nativi. Questi indios, erano divisi in vari gruppi: Tupi – Guaranis (regioni costiere); Macro Je – Tapuias (Altopiano centrale); Aruaques – Caraibas (Amazzonia). Si calcola che attualmente in Brasile vivano circa 400 mila indigeni che abitano in riserve protette dal governo federale. Si tratta di 200 etnie che parlano ben 170 lingue diverse. Purtroppo molte di queste comunità non esistono più come prima dell’arrivo dei portoghesi. Il contatto con l’uomo bianco e con la religione cristiana ha fatto sì che molte tribù perdessero la propria identità culturale. Nella società india non c’erano classi sociali come nel corpo collettivo dell’uomo bianco. Tutti erano uguali, la terra apparteneva a tutti e quello che era cacciato era diviso con gli abitanti della tribù. Solo gli attrezzi per coltivare e le armi per cacciare (scuri, archi e frecce) erano di proprietà personale. Nella tribù tutti lavoravano e la società era divisa per sesso e per età. Le donne si occupavano della cucina, crescevano i bambini e curavano l’orto. Gli uomini invece si occupavano del lavoro più pesante come la caccia, la pesca, la guerra e l’abbattimento degli alberi che erano usati per edificare i villaggi e costruire utensili. Nella cultura degli indios ci sono due figure di riferimento: il pajé (lo sciamano) e il cacique (il capo). Il pajé è il sacerdote della tribù, conosce tutti i rituali e riceve i messaggi dagli dei, è anche guaritore e sa delle radici e delle erbe per curare le malattie. È lui che organizza le cerimonie propiziatorie dove evoca le divinità della foresta e gli spiriti degli antenati per chiedere aiuto. Il cacique è importante nella vita tribale e svolge il ruolo di capo organizzando la vita del villaggio. Interessante è anche l’aspetto educativo delle tribù degli indios. I bambini indigeni (curumins) imparano fin da piccoli osservando il lavoro degli adulti. Quando il padre va a caccia si porta dietro il figlio affinché impari a procurarsi il cibo. Tutta l’educazione indigena era ed è improntata alla vita della tribù. Al compimento dei 13 anni di età il giovane passava alla vita adulta attraverso una cerimonia di iniziazione. Alcune tribù praticavano il cannibalismo, come i tupinambas che abitavano nelle regioni costiere del sud est del Brasile. L’antropofagia era particolarmente praticata da questi ultimi perché pensavano che, mangiando la carne umana del nemico avrebbero acquisito il suo sapere, il coraggio e la sua conoscenza. Non era costume di praticarlo, però, e mai nei confronti di persone deboli o codarde. Ogni nazione indigena possedeva rituali religiosi differenti ma, al contempo, tutte le tribù credevano nelle forze della natura e nel culto degli antenati. Per propiziarsi il favore di queste divinità venivano organizzati dei rituali, delle cerimonie e delle feste. Il pajé era colui che doveva far conoscere il responso della divinità agli abitanti della tribù. Alcune tribù sotterravano i morti in grandi contenitori di ceramica dove assieme al corpo deponevano anche gli oggetti personali. Questi riti funebri dimostrano, nel tempo, che le tribù credevano in un’altra vita dopo la morte. Nel 1500 avvenne il primo incontro tra indios e portoghesi. Le due culture erano molto differenti ed appartenevano a mondi distinti. Grazie ai documenti di Pedro Vaz De Caminha (biografo della spedizione di Pedro Alvares Cabral) e successivamente grazie ai missionari Gesuiti, siamo a conoscenza della cultura degli indios del Brasile. Gli indios che abitavano il Brasile nel 1500 vivevano di caccia, pesca e agricoltura, coltivavano il miglio, le arachidi, i fagioli, la zucca, le patate e la manioca. Si trattava però di un’agricoltura, questa, di sussistenza. L’unico animale che addomesticavano era il maiale e non conoscevano il cavallo, il bue e la gallina. De Caminha racconta che gli indios si spaventarono la prima volta che entrarono in contatto con questi animali. Le relazioni degli indios avevano regole differenti da quelle degli europei. Per esempio le tribù erano isolate e i contatti tra le varie tribù avvenivano durante le guerre, i matrimoni, le cerimonie funebri o quando si doveva stabilire un’alleanza tra gruppi contro un nemico comune. Tutti gli oggetti e gli utensili che gli indios adoperavano erano fatti con le materie prime che offriva loro la foresta, pur avendo un profondo rispetto per l’ambiente e per la natura e prendendo solamente il necessario per la loro sopravvivenza. In questo modo costruivano le canoe, gli archi, le frecce, le loro abitazioni. La paglia veniva utilizzata per fare i cesti, stuoie, amache e altri oggetti di uso domestico. Anche la ceramica era utilizzata per oggetti di uso domestico. Penne e pelli di animali servivano per fare indumenti o abiti per le cerimonie della tribù. L’urucum era, invece, una tintura utilizzata per i tatuaggi. I primi contatti con i portoghesi furono improntati da una forma di rispetto, ammirazione e curiosità. Nei suoi resoconti Caminha parla di incontri iniziali attraverso i quali i portoghesi cercavano di ottenere delle informazioni. Quando questi ultimi cominciarono ad addentrarsi all’interno del territorio brasiliano, iniziarono a sottomettere e schiavizzare i popoli indigeni ed ad utilizzare lo scambio di specchietti e altri gingilli in cambio di manodopera indigena. L’arrivo dei portoghesi fu la rovina per i popoli indigeni, per il solo interesse “dei bianchi” alle loro terre e alle materie prime tramite l’uso di metodi violenti di sottomissione e dominio degli indios. Per impadronirsi delle loro terre arrivarono a commettere vere e proprie stragi o ad uccidere quasi tutti i nativi trasmettendo loro malattie a cui non erano abituati e che in territorio brasiliano portarono solo distruzione. Questo comportamento vessatorio e irresponsabile da parte dei portoghesi decimò la popolazione indigena in Brasile, e i risultati dello scempio sono, oggi, ai nostri occhi. La visione che l’europeo aveva degli indios era prettamente eurocentrica. Sentendosi superiore “il bianco” doveva dominare la cultura indigena che veniva considerata inferiore e grossolana. In quest’ottica si mosse ugualmente anche la Chiesa Cattolica al solo scopo di convertire gli indigeni al cristianesimo. Fu così che a poco a poco gli indios del Brasile persero la loro identità e la cultura.

Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Marzo 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”