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“Gli occhi dell’anima” di Eliana Rossi

Giugno 13
18:12 2012

Sapete che attraverso l’iniziativa del BASC (Biblioteca Archivio Storico Comunale n. d. a.), curata dalla dottoressa Rosanna Massi, da circa un anno è operativo un circolo di scrittori dei Castelli romani, che si riuniscono periodicamente per letture anche pubbliche. È in corso un reading nei Comuni limitrofi; tenendo conto della valenza di queste persone che insieme a Eliana compongono il gruppo di scrittori, si sofferma l’attenzione su chi partecipa a questi incontri e sui temi alti della nostra cultura. Si è parlato stasera in Consiglio comunale della cultura. Abbiamo contrazioni dell’80% e un’asfissia culturale per quanto riguarda i fondi, risorse, finanziamenti che ci vengono da Enti sovra comunali. Non manca certo il nostro entusiasmo e cercheremo con tutte le nostre forze, con un gruppo di persone che collabora con me, la realizzazione di eventi culturali a Frascati». La scrittrice ha ringraziato gli assessori Senzacqua e Tavani per essere sempre stati vicini agli scrittori: «questo ci onora e ci dà la forza di continuare in questo arduo cammino – spiega Eliana Rossi – estremamente faticoso, considerando il fatto che la maggior parte delle persone non ama la lettura. Ringrazio tra i presenti il presidente dell’associazione “Per l’Europa dei Comuni” Massimo Marini, il presidente del Circolo Femminile di Amicizia Europea Carla Giorgetti, il presidente dell’associazione “Castellani di Vittoria Colonna” Enrico Capolei, la professoressa Assunta D’Orazio e gli studenti dell’Istituto d’Arte e Liceo Artistico “Paolo Mercuri” e, naturalmente, mia figlia Ilaria Clementi autrice del disegno in copertina». Riccardo Agrusti ha analizzato l’opera, prendendo in considerazione il titolo che gli ha sollevato perplessità e curiosità. «Gli occhi fanno parte del corpo, l’anima è il soffio vitale dell’uomo – chiosa lo scrittore – e Aristotele la definiva anima sensibile e anima vegetale, mentre per Platone era indivisibile e materiale. Con gli occhi vediamo, osserviamo ciò che è attorno a noi, l’anima invece, essendo principio vitale dell’essere è l’aspetto spirituale. L’accezione che troviamo spesso nell’uso corrente è “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, con la quale s’intende che attraverso lo sguardo si rivela il carattere di una persona. Un altro aspetto del titolo è che tra i due termini occhi e anima c’è un genitivo, ora si tratta di un complemento di specificazione o di un aggettivo possessivo? Una possibile chiave interpretativa è il movimento che possiamo percepire in letteratura, secondo una pluralità interpretativa, in quanto abbiamo un bagaglio di conoscenze, come ad esempio la frase: “lo specchio dell’anima” che ci riporta al mito di Narciso bellissimo che s’innamora della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua e la ninfa Eco, che lo ama ma viene da lui rifiutata e vaga per il mondo, finché di lei rimane solo la voce. Gli occhi dell’anima non significano lo sguardo verso gli altri, ma il soffio vitale che dall’essere va verso la realtà. Il punto d’incontro è duplice e Eliana lo dice nel racconto Ascolta il tuo cuore, “tu ragioni con la mente … dovresti ascoltare di più il tuo cuore”. Gli occhi dell’anima è la proprietà dell’anima». Lucio De Felici inizia con due osservazioni: l’autrice e il libro. La breve biografia che ne delinea è importante dice lo scrittore «perché molti di voi non la conoscono e il libro, quando la scrittrice non ci sarà più, è destinato a rimanere nell’eternità. L’autrice è nata e vive a Frascati, e nel curriculum già consistente affiora un’intensa attività letteraria. Consegue il diploma di maturità scientifica, poi la Laurea in Letterature Comparate, è giornalista e appassionata di archeologia, cinema, teatro, scrive per riviste e mensili. Menziono le opere pubblicate: Momenti di vita, una raccolta di poesie, il romanzo Voglia di fuggire, la tragi-commedia Il ritardo fatale e il saggio di critica letteraria La voce narrante in Verga Pirandello Scotellaro. Gli occhi dell’anima sono racconti semplici, legati alla vita sentimentale di ciascuno di noi, ma con uno spiccato senso letterario. Che significa “senso letterario”? Non è un’opera scientifica o storica, che ha molto senso oggettivo in quanto lavoro di ricerca, ma l’opera letteraria è diversa, è un’invenzione, e il risultato è che può piacere o non piacere. Questa è stata la prima preoccupazione di Eliana che si è domandata se avesse scritto un buon libro. Questo è l’aspetto letterario in quanto nulla si dà per scontato. La scrittrice con questo libro lancia un messaggio benefico, – continua lo storico – teso a mostrare come tutti i problemi si possano risolvere con l’amore, la buona volontà e la visione serena della vita. Bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti a dispetto di ogni negatività e non dare agli altri la responsabilità delle proprie sventure. L’autrice dice queste cose senza filosofare e scrive queste pagine considerando le tematiche tipiche dei nostri tempi, e le affronta da un’angolazione diversa, quella della saggezza antica, depositata nel cuore dell’umanità. Sono vicende di oggi o forse di sempre, in cui si registra un concentrato di sofferenze e angosce. Vicende che si sciolgono, grazie all’impegno di qualcuno, che coinvolgono tutti individualmente e si afferma una disponibilità al dialogo e la nobiltà dell’anima irrompe come un fiume in piena, nel deserto di amore ove di norma stanzia. In sede filosofica si fanno tante elucubrazioni, sull’impossibilità della mente umana di comprendere il significato della vita; resta il fatto che si identificano gli orizzonti umani e la cultura dell’uomo con il suo intervento razionale, mentre l’uomo non è solo cultura, ma animalità, natura. La sua ragione è una forma di intelligenza astratta, pratica, ma pericolosa se non usata con le dovute cautele». De Felici ha poi puntualizzato come esista una letteratura al femminile e una letteratura legata al movimento di emancipazione della donna tesa ad emergere, rifiutando l’aspetto sentimentale e ha menzionato Matilde Serao, Grazia Deledda e Doris Lessing premio Nobel 2007, e ha regalato alla scrittrice un libro di racconti della Lessing, aggiungendo che potrebbe costituire un ulteriore studio, un riferimento, ma che «potrei essere anche fuori strada», ribadisce lo scrittore. Eliana Rossi ha affermato di non sentirsi una scrittrice affermata, anzi di non voler mai arrivare ad un traguardo, perché non intende sentirsi finita, «in quanto nella vita c’è tanto da scoprire. Quando scrivo seguo determinati argomenti da trattare – chiosa la giornalista – e questo libro vuole essere una provocazione, per ritrovare, attraverso le difficoltà quotidiane, il vero senso della vita, fatto di autenticità nei rapporti umani». Alla fine l’autrice, Rosa Giovedi e Emiliano Marini hanno letto e recitato la storia dal titolo Un clochard per marito, ricevendo un’ovazione dal folto pubblico.

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