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I “Calçots” catalani

Aprile 23
14:34 2011

In Catalogna, la primavera è la stagione dei Calçots: una qualità di cipolle simile alle nostre cipolline fresche lunghe e sottili, ma con un gusto molto più deciso e cremoso.
Si coltivano dall’inizio di febbraio alla fine di aprile e la produzione viene utilizzata esclusivamente per la preparazione di una tipica pietanza della cucina catalana: la Calçotada, che si può tradurre “una mangiata di Calçots”. Le Masìe, tipici ristoranti situati fuori città, in aperta campagna e solitamente circondati da vigneti, sono attrezzati per celebrare questo evento gastronomico primaverile.
A terra si prepara una grande brace di legna di vite poi, sopra una larga griglia, vengono messi a cuocere i Calçots tutti ben allineati. Una volta abbrustoliti sono pronti per essere serviti in coppi di terracotta, affinché si mantengano caldi. Per queste occasioni si prepara la tavola molto rusticamente, con tovaglie di carta e, al posto del tovagliolo, ai commensali viene fornito un largo e lungo bavagliolo da legare al collo come i bambini, perché ci si imbratterà e impataccherà alla grande dato che Il Calçot si mangia con le mani. Con abile mossa viene sbucciato, privato delle pelli esterne bruciacchiate e poi si gusta tutta la parte interna, tenera e saporosa intingendola, prima di metterla in bocca, in una salsa color rosa chiamata Romero o Salvitxada a base di pomodoro secco, mandorle, nocciole, aglio, pane tostato e grattugiato, aceto, olio, sale e pepe. Il sapore di quei buoni bocconi è delizioso, basta non pensare al conseguente odore dell’alito dopo averne mangiati almeno una decina a testa.
Il menù Calçotada prevede come secondo piatto una grigliata di carni miste cotte sulla stessa brace: agnello, pollo, maiale e chorizo che è la tipica salsiccia catalana.
Accompagna la festa un buon vino rosso della zona bevuto direttamente dal Porron,una brocca di vetro dotata di un lungo e sottile beccuccio laterale da cui versarsi direttamente in bocca la bevanda di Bacco: i bicchieri non sono ammessi in tavola. Posso assicurare per esperienza che la sfida è ardua, almeno per i principianti. La bravura sta nell’azzeccare perfettamente la direzione del getto del vino e accoglierlo direttamente in bocca senza toccare il beccuccio con le labbra. È semplice immaginare come in tal modo ci si possa facilmente sbrodolare, e qui il previdente bavagliolone precedentemente indossato sarà di grande aiuto. Il Porron viene fatto girare fra i commensali, affinché tutti possano bere e mostrare la propria abilità, con applausi o fischi del resto della compagnia ad ogni bevuta o tentativo.
Insomma ogni Calçotada è una buona occasione per fare una gita all’aria aperta in compagnia di amici tra buoni sapori, allegria e folclore.

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