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I restauri delle Scuderie papali di Giulio II a Viterbo

I restauri delle Scuderie papali di Giulio II a Viterbo
Aprile 06
13:26 2018

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo
e l’Etruria meridionale

Conferenza della prof.ssa Simonetta Valtieri

I restauri delle Scuderie papali di Giulio II a Viterbo
La ‘resurrezione’ di un’architettura di Bramante

Giovedì 12 aprile 2018, ore 16.00
Palazzo Patrizi Clementi, Sala delle Colonne doriche, via Cavalletti n.2 – Roma
Tornano gli incontri con gli esperti a Palazzo Patrizi Clementi, sede della Soprintendenza. La prof.ssa Simonetta Valtieri, Ordinario di Restauro architettonico, già docente presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, illustra i risultati dei recenti restauri delle Scuderie papali di Giulio II a Viterbo, che ha seguito come coordinatrice del progetto e direttore artistico dei lavori.
Bramante, chiamato da papa Giulio II a ristrutturare la Rocca Albornoz di Viterbo, divenuta residenza pontificia – come testimoniano documenti del 1506 e del 1508– effettua una radicale modifica del complesso, dotandolo di Scuderie monumentali, esterne ma vicine al palazzo. Queste, adibite nell’800 a Carceri, dopo i bombardamenti del 1944 con il crollo della copertura e delle crociere – poggianti su 24 colonne in peperino alte circa 5 metri non più visibili – erano state abbandonate, provocando il progressivo degrado della struttura, destinata alla distruzione per costruire un nuovo edificio. La ricerca storica ne ha innescato il salvataggio, consentendo di farla vincolare e di sensibilizzare le Istituzioni locali. I lavori di recupero, iniziati nel 2015 – dopo la complessa attività di liberazione e selezione delle macerie e le varie indagini necessarie – sono oggi terminati. Il rinvenimento di tutte le colonne (o dei loro pezzi), ha reso possibile consolidarle e riposizionarle sulle loro basi, ricostruendo, nella porzione Sud, le parti necessarie a rievocare l’antica spazialità interna delle Scuderie e a suggerirne la configurazione esterna, utilizzando il materiale lapideo derivato dai crolli, seguendo la prassi di un antico cantiere. Tale scelta ha riguardato anche la restituzione di due crociere, mentre tutte le altre sono state realizzate con tecniche e materiali moderni. La zona Nord è stata lasciata scoperta come un ‘sito archeologico’, con le colonne riposizionate, e nella parte centrale dell’edificio è stata conservata la memoria della storia ottocentesca in alcuni lacerti delle Carceri. La scelta progettuale nel restauro attuato è stata condizionata dalla grande quantità di materiale autentico rinvenuto tra le macerie, che ha consentito la ‘resurrezione’ di un monumento di indiscusso valore storico e architettonico.

Info: 06-67233002-3

www.sabap-rm-met.beniculturali.it

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