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I servizi segreti in Italia, dall’unità fino ad oggi

I servizi segreti in Italia, dall’unità fino ad oggi
Aprile 08
20:35 2013

«Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, all’epoca ventenne, donna di lussureggiante bellezza e di straordinaria intelligenza, che ritratti e fotografie dell’epoca hanno immortalato in pose d’incandescente sensualità, fu una dei primissimi agenti segreti italiani: avrebbe potuto rivaleggiare con l’Ursula Andress in bikini emersa dalle acque in 007 Licenza di uccidere. […]Una Mata Hari ante litteram, alla quale, dato l’ascendente che seppe esercitare sull’Imperatore dei francesi, va riconosciuto il merito di aver messo la propria avvenenza al servizio della causa risorgimentale».

Un nome e una vicenda a tutti ben noti che rappresenta uno dei primissimi capitoli della storia dei servizi segreti dell’Italia pre-unitaria, rievocata anche in uno sceneggiato televisivo di molti anni fa, ispirato al celebre romanzo di Ippolito Nievo Le confessioni di un italiano (noto anche con il titolo Memorie di un ottuagenario), che narrava la storia d’amore fra la contessa di Castiglione e Napoleone III e la parallela storia fra Costantino Nigra e l’imperatrice Eugenia, moglie dell’Imperatore francese, sullo sfondo delle vicende risorgimentali. Antonella Colonna Vilasi, saggista con numerose opere all’attivo sulle tematiche criminologiche-forensi, vincitrice di numerosi primi premi in concorsi letterari, ha dedicato la sua esperienza di scrittrice all’intelligence, pubblicando per prima in Europa una trilogia su tali temi. È professore ordinario americano e visiting professor e insegna intelligence in numerose agenzie e università ad Atene, Bucarest, Londra, Madrid, Malta, Parigi e Tirana. Nel mese di marzo, per i tipi della casa editrice “Città del Sole”, nella collana Intelligence, scienze strategiche e della sicurezza da lei diretta, ha pubblicato il volume Storia dei servizi segreti italiani. Dall’Unità d’Italia alle sfide del XXI secolo, dal quale è tratto il brano sulla contessa di Castiglione sopra riportato.

Professoressa Vilasi, lei è la prima donna in Europa a occuparsi e scrivere di intelligence. Una scelta piuttosto insolita, ma che forse si sposa con la natura femminile molto meglio di quello che possa sembrare a prima vista.

Non è una stranezza, le donne hanno una marcia in più nel mondo dell’intelligence, per la loro penetrante capacità di analisi aiutata dall’innata curiosità e dal loro sesto senso.

– L’ultimo suo libro Storia dei servizi segreti italiani. Dall’Unità d’Italia alle sfide del XXI secolo è la prima pubblicazione organica sulla struttura e sulle vicende dei servizi segreti in Italia, un’opera quindi veramente unica nel suo genere. Sicuramente aiuterà i cittadini a comprendere meglio i retroscena e le logiche che hanno determinato molte vicende cruciali della vita della Repubblica e ancor prima del Regno d’Italia, poiché nel suo libro l’analisi dell’intelligence nel nostro Paese inizia fin dall’unificazione nazionale, con qualche escursione anche nel periodo immediatamente precedente. Qual è l’impianto editoriale del suo libro?

Il libro espone, in sei capitoli, la storia dell’intelligence italiana, dagli Stati preunitari alle ultime nomine ai vertici delle agenzie informative attuali. Ogni capitolo è corredato da schede di approfondimento su fenomeni e personaggi degni di nota nell’ambito dei diversi periodi di riferimento. Nel libro ho riportato tredici mie interviste a illustri protagonisti dei servizi d’informazione del nostro Paese: ex direttori d’intelligence, tra cui Mario Mori, ex capi di Stato Maggiore e generali d’Armata, come Vincenzo Camporini, e infine politici ed esperti internazionali d’intelligence, Carlo Jean e Giuseppe De Lutiis in primis. Inoltre sono presenti materiali e documenti utili per la consultazione e l’approfondimento – come la legislazione italiana vigente nell’ambito dell’intelligence e i curricula dei direttori dei servizi segreti italiani succedutisi nella storia, nonché un’esauriente bibliografia.

– La storia dei servizi segreti in Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino a tutti gli anni Ottanta è inquinata da un susseguirsi – direi senza soluzione di continuità – di scandali e rivelazioni allarmanti su responsabilità dei loro più alti funzionari in diversi progetti eversivi: uno di questi pubblicamente fallito (mi riferisco al famoso tentativo di colpo di stato per mano del comandante Valerio Borghese del 7-8 dicembre 1970, che tutti ricordiamo), e poi ancora la P2 di Licio Gelli, Gladio, per non dire delle stragi degli anni Ottanta. Una storia, quindi, che è stata recepita dal pubblico più che come impegno dei Servizi a garantire la sicurezza della Repubblica come impegno a garantire un certo potere politico. Cosa è cambiato in tal senso nell’organizzazione e nei più alti responsabili dei nostri servizi segreti?

Istituzionalmente i servizi di intelligence sono al “servizio” della Nazione e pertanto non possono esistere i cosiddetti “servizi segreti deviati”, perché sarebbero deviazioni dalla mission principale istituzionale: la tutela della sicurezza nazionale. Tuttavia, è innegabile che vi siano state contaminazioni in episodi salienti della storia nazionale. Per esempio, nel libro, delineo la nascita nel 1945 di un servizio parallelo chiamato «L’anello» (oppure «Noto Servizio») che era una struttura segreta, militare e civile, alle dirette dipendenze del partito politico al governo in quel momento storico, la Democrazia Cristiana. I servizi rispondono agli input della politica governativa, in quanto sono garanti della sicurezza del governo di volta in volta in carica.

– Per finire una domanda un po’ curiosa. All’inizio del suo libro, nel capitolo Forme di intelligence negli Stati preunitari rievoca la figura della contessa di Castiglione, Viginia Oldoini, presentata come la Mata Hari ante litteram del nostro Risorgimento. Dopo di lei ci sono state nel nostro intelligence altre figure femminili?

Molte donne sono attualmente presenti nel panorama di intelligence internazionale. Fra di esse la recente nomina del capo del Security Service Julia Pierson, che guiderà l’agenzia che coordina la sicurezza e logistica degli eventi del presidente USA. Il precedente direttore Sullivan si era dovuto dimettere, chiedendo scusa, per lo scandalo delle prostitute in Colombia. che ha coinvolto alcuni agenti e funzionari dei servizi statunitensi. Altre donne sono state direttori di servizi segreti, per esempio dal 1992 al 1996 Stella Rimingthon e dal 2002 al 2007 la direttrice Eliza Manningham-Buller del Security Service, spesso chiamato anche MI5 (Military Intelligence sezione 5), l’agenzia per la sicurezza del controspionaggio del Regno Unito. Anche in Italia, durante la direzione del prefetto Vittorio Stelo al SISDE, un prefetto donna è stato nominato vicedirettore.

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