Il giornalismo a un bivio
“State of Play”, l’ultimo Thriller di Kevin MacDonald rappresenta una sceneggiatura in cui l’azione è viva nel cuore simbolico del potere, localizzato nella città di Washington D.C, dove in una partita tra politica e giornalismo, ognuno conosce le debolezze dell’altro, riuscendo spesso ad evidenziare la verità degli eventi nell’invenzione sulla tela. Cal McAffrey (Russell Crowe), è un veterano della carta stampata del Washington Globe, ed il suo è un giornalismo che va di persona alla fonte, che investiga nel nome della verità e di una buona storia da raccontare.
Il suo vecchio compagno di studi e di stanza, Stephen Collins, è diventato un ambizioso deputato in odore di grossi illeciti, a capo di un comitato che controlla le spese per la difesa nazionale. Quando la sua assistente muore in un dubbio incidente, le strade dei due tornano ad incrociarsi, insieme a quelle della giovane Ella Frye regina della blogsfera e di Anne Collins moglie di Stephen, alla quale Call è tutt’altro che estraneo. Il mondo del giornalismo, è quì ritratto con il solo filtro di una parete di vetro, trasparente, con aldilà solo la telecamera; quello della politica, al contrario, è il regno della mediazione; schermi televisivi, obiettivi fotografici e microfoni a cui affidare frasi scelte e preconfezionate. L’umanità della storia si infila nel mezzo, là dove il politico bussa alla porta del reporter e viceversa. Tutto ha una doppia prospettiva, ed il risultato è un presente carico di necessità, una situazione in costante divenire, per il quale probabilmente il vecchio giornalismo sporco d’inchiostro non è più adatto, e quanto ci si chiede, ancora in grado di influenzare e incidere sull’opinione pubblica? Spesso è imbrigliato dai più veloci Blog via internet, dove però le notizie hanno un contenuto basato più sulle opinioni e sul gossip, che su fatti realmente accaduti. I protagonisti Russell Crowe e Ben Affleck offrono delle ottime interpretazioni, il primo con un’aria fuori moda, appesantito e con i capelli lunghi, deve indagare sullo scandalo dove finisce il suo vecchio amico; il secondo, bello e compassionevole in un’epoca in cui la bellezza e la compassione non attraggono più nessuno. In questo thriller, la cospirazione è vera al 100%, perché ispirata a situazioni reali come lo scandalo BlacKwater, la privata compagnia militare accusata d’abusi, mentre svolgeva compiti di sicurezza per il governo degli USA in Iraq.
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