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Il richiamo del sangue

Il richiamo del sangue
Ottobre 19
22:00 2013

Buenos Aires, 1982 Foto di Edoardo LongoniSera di fine estate, conosco una simpatica signora dal fascino brioso di chi è sempre in vulcanico fermento intellettuale e pratico. È simpatia a prima vista, mica facile di questi tempi! Ci presenta un suo amico, esperto agronomo, sensibile amante della natura. Bastano poche parole per far sì che mi trovi immersa in un altro angolo del mondo, addirittura in Sud America. Ma non parliamo di tango e di balli latino-americani.

Parliamo di un dramma che negli anni ’70 -’80 del secolo scorso ha deprivato in un sol colpo quella nazione di ben tre generazioni, parliamo della dittatura dei militari del generale Videla, parliamo del dramma dei desaparecidos. Trentamila furono gli oppositori del regime che vennero catturati, torturati e gettati ancora vivi nell’Oceano o nel Rio della Plata: i voli della morte servirono ad occultare i cadaveri di persone che lottavano per la loro libertà di pensiero e di parola. Alcune donne in stato interessante furono tenute in vita fino al parto, poi i bambini vennero strappati alle loro madri, le quali subirono la stessa sorte degli altri dissidenti politici. I bambini furono adottati con documenti falsi dagli stessi militari o dai loro amici. Sorse dalla disperazione di non conoscere la sorte dei propri figli, l’Associazione Las Madres de Plaza de Mayo, luogo elevato a emblema del dramma vissuto in Argentina in quel periodo di “guerra sporca”. Là dagli anni ’70, tutti i giovedì si riuniscono le donne che hanno perduto i loro affetti. Le donne si sa non si arrendono e gli affetti travolgono la sorte quando sono in piena. L’Associazione di Las Abuelas (nonne) de Plaza de Mayo, formata dalle Madri nel frattempo divenute nonne di nipoti dei quali non si sa nulla, con l’aiuto di alcune biologhe decise di costituire una banca dati del DNA e, grazie alla costante opera di denuncia e sensibilizzazione rivolta ai giovani che nutrivano un qualche dubbio circa la loro identità, sono stati ritrovati cento otto nipoti, ragazzi e ragazze che hanno raggiunto la trentina. Ne mancano 393 denuncia l’Associazione, e alcuni di loro potrebbero trovarsi in Italia. Per questo la Wilpf – Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà – della quale Giovanna Pagani, l’effervescente signora da me incontrata in questi giorni, è la Presidente Onoraria, ha organizzato due eventi:
– la 4ªedizione del Concorso Donne del Mondo salvate dall’Oblio
– la mostra “Geografia interior”.
Quest’ultima è una mostra di arti plastiche realizzata da Jorgelina Paula Molina Planas, “Nipote” ritrovata, che ripercorre il recupero della propria identità attraverso il rapporto Madre-Figlia. Figlia di una desaparecida, Jorgelina ha sentito forte dentro di sé questo profondo legame che l’ha portata a condividere la passione per l’arte che la giovane madre scomparsa le ha trasmesso nel sangue. La mostra arriverà a dicembre a Roma, alla Casa della Memoria: la Wilpf si farà carico di trasformarla in itinerante nell’anno 2014 portandola da Roma a Firenze. Inoltre dal 24 novembre al 1 dicembre Estela Carlotto, Presidente dell’Associazione argentina Abuelas De Plaza de Mayo, accompagnata da Claudia Carlotto, Presidente di CONADE (Comitato Nazionale Argentina per i Diritti Umani) saranno a Roma per far conoscere soprattutto ai giovani, il dramma vissuto in Argentina con un’attenzione particolare al tema del “Diritto all’Identità”. Altre iniziative avranno luogo, oltre che a Roma anche a Napoli, Pisa, Livorno e Firenze. A monito e a ricordo, perché si prenda coscienza che la vita non concede sconti, né perdono e che le proprie identità e dignità vanno salvaguardate e difese a costo di ogni sacrificio. Proprio come fecero quei ragazzi trent’anni fa, in un’altra nazione, in un altro continente; il loro drammatico destino ha abbracciato tre generazioni, due delle quali, superstiti, sono legate da un’invisibile presenza: la memoria.

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