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Il sofista, il filosofo e il politico

Giugno 01
18:37 2018

Il diritto, Il sofista, il filosofo e il politico.
Negotiorum gestio significa letteralmente “gestione di affari” (altrui). Istituto giuridico presente nel nostro codice civile-art.2028 c.c.-, risale al diritto romano. Nello specifico, il titolo VI del libro IV-delle obbligazioni- è dicato a tale istituto e s’intitola per l’appunto: “Della gestione di affari.” Dal primo comma di tale articolo leggiamo: “Chi, senza esservi obbligato, assume scientemente la gestione di un affare altrui, è tenuto a continuarla e a condurla a termine finché l’interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso.” L’art. 1710 c.c., contenuto nello stesso libro IV ma nel Capo IX- “Del Mandato”-, si riferisce all’istituto giuridico del mandato, stabilendo: “Diligenza del mandatario- Il mandatario è tenuto a eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia …”. Ora, la parola “democrazia” deriva dal greco antico: demòs, che tradotto significa popolo, e Kràtos, ossia potere. Tenendo queste parole separate, quasi vengono in contrapposizione due dimensioni di esistenza: quella dei cittadini da una parte; quella della politica dall’altra. In realtà così non è perché la parola “democrazia” è unica e significa potere del popolo che si manifesta principalmente in due modi: rappresentanza diretta e rappresentanza indiretta (parlamentare). Da analizzare queste tre figure: il sofista, il filosofo e il politico. Potremmo definire il sofista come il rappresentante del non essere, il filosofo come il rappresentante dell’essere e il politico come il rappresentante del dover essere. Tali qualità, possono, tutte o meno, appartenere a un’unica persona fisica o giuridica. Ora, sul politico, depositario del dover essere, incombe la responsabilità. La responsabilità di “traghettare” il dover essere in essere tramite il suo strumento principale: il programma politico. Se è in buona fede, solo circostanze, casi fortuiti o forze maggiori possono impedire di esercitare la sua azione, coraggio permettendo. Se il politico è un filosofo, allora tenderà all’essere; mentre se è un sofista, allora tenderà al non essere(“pescatore” di consenso?). In quest’ultimo caso cosa accade? Che al programma politico-elettorale sarà sostituito il partito o il singolo candidato. Rapporti politici e meno contrattuali, da cui scaturiranno accordi per raggiungere gli obiettivi politici. E il diritto? E’ prodotto, in generale, dallo Stato. E la storia? Si scrive ad opera compiuta. Non prima poiché non ha natura contrattuale e, in base ad essa, l’elettore orienterà il suo voto. Obiettivi politici: bisogna decidere che ruolo l’Italia debba giocare in Europa. L’obiettivo è realizzare un’integrazione europea sempre maggiore o no? Per quanto riguarda invece il “fronte interno”, semplificazione, debito, lavoro, tasse, servizi efficienti ed efficaci. No?

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