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Commovente, intenso, profondo, intriso di sfumature di fatalità. La storia di un affetto, di timori, di ideali incrollabili e condivisi per tutta la vita. Di un sodalizio che non smetterà nemmeno di fronte alla malattia e alla vecchiaia, quando il destino sarà rimesso nelle mani della Provvidenza, in nome di una convinzione che, al pari della tenacia, spingerà un uomo esemplare a portare avanti, fino all’ultimo istante, il suo sacro ufficio. L’amicizia, l’appoggio, i consigli di Wanda Poltawka daranno a Karol Wojtyla la forza necessaria per affrontare ogni prova con un senso d’amore infinito per il mondo e per il prossimo. Le pagine probabilmente più toccanti del testo ( Sperling & Kupfer, 2010, 14,40€) sono quelle che descrivono i sentimenti dei giorni successivi all’attentato del 13 maggio 1980, in Piazza San Pietro, dove Papa Giovanni Paolo II fu ferito, e danno la cifra dell’immensa spiritualità di quest’uomo: straordinario, combattivo, considerato già “santo” quand’ era ancora tra i vivi. Il libro è una ricostruzione monografica del rapporto d’amicizia tra i due personaggi. La descrizione delle loro umanità e di come queste si siano intese empaticamente in un amore fraterno decennale, indistruttibile, anche di fronte alla morte del pontefice. Wanda oggi ha 89 anni e dai suoi racconti e interviste rivela come il suo affetto per Giovanni paolo II sia ancora immutato. Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti ricostruiscono la biografia di queste due figure eccezionali della nostra epoca attraverso molti documenti: dalle lettere scambiate per decenni, alle varie testimonianze dei conoscenti, al diario della professoressa Poltawska, appena uscito anche i lingua italiana, in edizioni San Paolo. I due cronisti de ” La Stampa ” ripercorrono anche gli anni della giovinezza di Karol Wojtyla, quando questi, poco più che trentenne, era il cappellano della parrocchia dell’Università di Cracovia dove Wanda Poltawska, sua coetanea, studiava medicina. Accomunati dal coraggio, dalla fede, dalla determinazione e dall’altruismo, i protagonisti di questa storia, per tutta la vita, hanno lottato per contrastare il male, in qualunque forma esso si mostrasse ai loro occhi. Wanda, sposata e madre, aveva conosciuto la deportazione nel lager di Ravensbrück durante la Seconda Guerra Mondiale. Mentre Wojtyla, il papa Papa definito come il più rivoluzionario del mondo, da giovane prete, aveva combattuto il Nazismo, anche proteggendo e nascondendo i perseguitati. Sullo sfondo di quest’amicizia scorrono le pagine di una parte della nostra storia. Il libro, aprendosi sull’interiorità e i sentimenti sui cui si fondava questo legame, documenta anche i fatti più significativi del pontificato di Giovanni Paolo. Alcuni passi del testo riportano adesperienze tragiche e agghiaccianti o a confidenze personali che colpiscono molto: dal modo in cui il Papa reagì alle parole di Wanda che lo informò dell’esistenza di un prete pedofilo nella curia di Poznam, in Polonia (Juliusz Paez, dimissionario nel 2002) allo sgomento del pontefice che, pochi giorni dopo i fatti di quel tragico 13 maggio, quando fu rinvenuta una microspia nel suo appartamento, confessò alla sua amica e fida consigliera: «Satana è entrato in Vaticano». Wanda Poltawska è stata l’unica donna ad entrare negli appartamenti del Papap, in Vaticano. La sua biografia personale parla anche di una sua guarigione miracolosa ottenuta da Padre Pio per intercessione di Wojtyla.