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L’orizzonte di Modiano

L’orizzonte di Modiano
Novembre 29
09:12 2014

L’orizzonte
Patrick Modiano
Traduttore/i: Emanuelle Caillat
9788806207670
Einaudi
€ 13,00 anno 2012 e-book disponibile € 6,99

Le figure all’apparenza essenziali del Nobel per la Letteratura Patrick Modiano, si stagliano sullo sfondo cittadino di Parigi strette fra strade e caseggiati, mentre sostano in piccoli graziosi giardini come sanno essere quelli parigini, in caffè notturni. Figurine intagliate nell’avorio per antichi teatri delle ombre o collezioni private e circondate da figurine intagliate nell’ebano che sembrano proiettare ombre scure attorno. In L’orizzonte, Jean Bosmans ricorda la propria gioventù, per frammenti: l’amore condiviso per qualche mese con la bella e misteriosa Margaret Le Coz, il sentimento di inappartenenza che li lega alle strade che qualche volta sembrano respingerli, alla città; lui inseguito da una donna dai capelli rossi (sua madre forse?) e il suo tetro compagno sempre in cerca di soldi, lei dall’infelice Boyaval. Li accolgono lavori più o meno cercati, un’antica libreria casa editrice per Bosmans, rifugio/acquario, dalla quale fare amicizie che possano coinvolgere lui e Margaret in altri vissuti, tenerli ancorati alla realtà. Margaret è impiegata, poi accudisce bambini fino all’incontro con André Poutrel, la sua instabile famiglia, un bambino, dietro il destino del quale potrebbe celarsi lo stesso Modiano con la sua vicenda di ragazzino cresciuto nei collegi, lasciato dalla madre attrice e dal padre uomo d’affari. Anche la storia di Margaret continua a celare misteri: arriva da Berlino, fugge da qualcosa e sempre la rincorre l’ombra nera di Boyaval. La solitudine di due ragazzi cresciuti nel dopoguerra rinnova le tematiche di Modiano in questo suo romanzo del 2012: la fuga, la rincorsa di destini che sembra mai possano concretizzarsi in una famiglia stabile poiché il sentimento della perdita di quella d’origine genera una distanza incolmabile dal mondo dei ‘rispettabili’, come la colta famiglia Ferne: «Ciò che lo aveva colpito nei Ferne era la loro apparente fiducia assoluta nelle proprie capacità intellettuali e morali, quell’essere sicuri di sé di cui avrebbe voluto volentieri conoscere il segreto». Bosmans diventa scrittore e molti anni dopo le vicende che l’hanno visto combattere ‘la propria battaglia’ contro l’indefinito accanto a Margaret, e forse proprio mentre sta per ritrovarla a Berlino, pensa: «Lungo la Karl Marx Allee non era completamente spaesato, nonostante il viale troppo largo e gli edifici di cemento simili a gigantesche caserme. Ma questa città ha la mia età. Anch’io nel corso di questi dieci anni ho tentato di costruire viali ad angolo retto, facciate ben allineate, cartelli stradali per nascondere la palude e il disordine originario, i pessimi genitori, gli errori di gioventù. E nonostante ciò, ogni tanto mi imbatto in un terreno abbandonato che all’improvviso mi fa sentire l’assenza di qualcuno, o su una fila di vecchi edifici le cui facciate presentano ferite di guerra, come un rimorso». Il romanzo conclude con la speranza, il filo del racconto prosegue presagendo nuove storie. In molti passaggi la voce dell’autore e quella del protagonista si confondono, una storia autobiografica attraversa l’ampia produzione narrativa di Modiano, scrittore e sceneggiatore, ora in libreria con le ristampe di alcuni suoi romanzi: Via delle Botteghe Oscure, I viali di circonvallazione (Bompiani), L’erba delle notti (Einaudi). (Serena Grizi)

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