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La giornata mondiale del debito ecologico

La giornata mondiale del debito ecologico
Agosto 10
20:34 2016

La giornata mondiale del debito ecologico
Da agosto cominciamo a consumare le scorte

Secondo l’orientamento degli ultimi anni, la giornata mondiale del debito ecologico, l’Earth Overshoot Day, arriva sempre prima. Quest’anno l’8 agosto è stato il giorno in cui l’umanità ha esaurito il suo budget ecologico per il 2016 e ha cominciato a vivere oltre il limite. Il Global Footprint Network (centro di ricerca internazionale sulla sostenibilità) stima che in meno di otto mesi si consumano più risorse rinnovabili e capacità di assorbimento della CO2 di quanto il pianeta possa mettere a disposizione per un intero anno. Si inizia quindi a prelevare stock di risorse e si accumula anidride carbonica in atmosfera.
Proprio come in un bilancio con entrate e uscite, il Global Footprint Network misura la domanda e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici, misura la nostra impronta ecologica, cioè la domanda mondiale di terreni agricoli, pascoli, foreste e zone di pesca necessari per sostenerne i consumi, e la mette a confronto con la capacità di questi ecosistemi di generare nuove risorse e assorbire i rifiuti che produciamo. I dati che si ottengono dovrebbero far riflettere, visto che ad agosto abbiamo già esaurito le risorse annuali e siamo costretti ad intaccare risorse che la natura non sarà in grado di rigenerare. Si può dire che viviamo a debito.
Fortunatamente, notano i curatori del rapporto sull’Overshoot Day, ci sono segnali di cambiamento. Ad esempio il Costa Rica ha generato il 97% della sua elettricità da fonti rinnovabili nel corso dei primi tre mesi del 2016. Anche il Portogallo, la Germania e la Gran Bretagna hanno, sia pure per un tempo molto ridotto, soddisfatto il 100% della loro domanda di energia elettrica con le fonti rinnovabili. Mentre in Cina è stato delineato un piano per dimezzare il consumo di carne in modo da abbassare le emissioni di CO2 di un miliardo di tonnellate entro il 2030.
“Occorre diffondere una nuova cultura, cambiare le nostre abitudini quotidiane, il nostro stile di vita – afferma il presidente del Parco Luciano Sestili, che prosegue – una buona partenza potrebbe essere ad esempio lasciare la macchina più spesso possibile, fare una bella passeggiata se non dobbiamo allontanarci troppo da dove siamo. Quando è possibile, mangiare cibi di stagione, magari acquistati da chi sappiamo che li produce vicino a noi. Consumare meno risorse, stare attenti all’acqua, inquinare meno. L’ambiente è fragile ed ha bisogno di tutte le nostre attenzioni.”

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