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La legge del mercato e le migrazioni

La legge del mercato e le migrazioni
Agosto 17
09:12 2017

Della generazione di quelli cresciuti coi ricordi di padri e nonni superstiti della Seconda Guerra Mondiale, coi valori dell’antifascismo, della comunità che nei momenti importanti si stringeva attorno alla chiesa (per chi credeva) o attorno al monumento ai caduti, alle piazze e strade ricostruite, nominate coi nomi dei morti per mano dei nazisti; in vista di restaurate passeggiate alberate di origine ottocentesca fatte per il ristoro del fine settimana; molto lavoro, poche ferie, soldi ‘giusti’, il mondo si sarebbe pure potuto fermare agli anni ’80. Con tutti i problemi che pure quegli anni presentavano, compresa la diffusione massiccia di droghe, soprattutto eroina, che cominciò ad asfissiare le generazioni di giovani che altrimenti avrebbero potuto fare molto, trasformando le istanze degli anni ’70 in realizzazioni sociali e politiche (in parte realizzate lo stesso).

E invece il mondo è ripartito per mille altre storie: oltre l’Europa, pensiero ormai centenario, hanno cominciato a spostarsi i migranti, azzerando in alcuni casi il nostro tradizionale senso di paese, di cittadinanza, facendoci sentire tutti uguali davanti ad una storia di urgenze. Conoscendo i motivi per i quali i migranti si spostano dai loro paesi natali, dalle loro case, diventa difficile dire che non hanno il diritto di andare dove vogliono, considerato che il nostro spostarci verso i loro Paesi non subirebbe alcun tipo di divieto. Chi ha stabilito una così tragica differenza? Popoli che hanno molto e che possono andare dove vogliono e popoli con la morte alle calcagna, ai quali è stato tolto quasi tutto, che non saprebbero come continuare a vivere a casa loro (altrimenti perchè verrebbero in Europa, per le nostre belle facce, per essere maltrattati e considerati straccioni senza Patria?) e che non avrebbero neppure il diritto di fuggire dove vogliono…

Roberto Saviano, dalle pagine de L’Espresso, ci ricorda il ‘massacro di Aigues-Mortes’, nella Linguadoca-Rossiglione, dell’agosto 1893 ai danni di operai italiani accorsi a lavorare nelle saline, ad opera di colleghi francesi infastiditi dalla loro povertà. La tv queste sere ci regala un film sulla dignità umana nel quale la guardia giurata in un supermercato (Vincent Lindon), già provata da una esistenza poco generosa, sente il peso assurdo d’un mestiere che costringe a spiare i colleghi, cosa che porterà una di loro alle estreme conseguenze a causa della presunta sottrazione di buoni sconto: La legge del mercato di S. Brizé (2015). Le due citazioni non sono messe una accanto all’altra per distrazione, fanno davvero parte di un unico discorso sulle leggi dell’economia, spesso e-estranee all’etica e alla umanità. (Serena Grizi) (immagine web)

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