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La Sindone e un Lampo di Luce

La Sindone e un Lampo di Luce
Marzo 29
21:50 2018

Fotografia della Sindone di Torino e suo negativo bianco/nero (dal sito www.sindone.org).

La Sindone di Torino è uno dei reperti archeologici più studiati al mondo, e i risultati di questi studi sono stati e sono ancora ampiamente dibattuti da esperti di svariate discipline, tali e tante sono le sfaccettature storiche, religiose, culturali, tecniche e scientifiche di questo singolare oggetto.

La Sindone è un lenzuolo di lino rettangolare di manifattura antica, lungo 4,4 metri e largo 1,1 metri, che tra altri segni porta impressa un’immagine frontale e dorsale di una figura umana. Secondo la tradizione cristiana, essa ha avvolto il corpo di Gesù Cristo quando venne deposto nella tomba di Gerusalemme, come raccontato dai Vangeli, in modo particolare quello di Giovanni.

Da allora però, a eccezione di frammentarie notizie di fonti occidentali e medio-orientali, della Sindone non se ne parla più fino a quando appare di nuovo a Lirey in Francia nel 1356 e da allora si ha di essa una traccia documentale continua fino a Torino, dove è arrivata nel 1578 e dove ancora si trova ai nostri giorni. Da subito la Sindone divenne la più importante reliquia della Cristianità, e come tale venerata dalla Chiesa e dal popolo. Pur essendoci numerosissime reliquie, la Sindone ha sempre occupato un posto privilegiato, e la sua unicità è anche testimoniata dal fatto che molte copie pittoriche vennero eseguite nel corso dei secoli, sia come dono prezioso alle personalità del tempo che per essere osservate dai fedeli che non potevano recarsi a Torino durante le poche Ostensioni effettuate nel corso dei secoli. E fu proprio durante una di queste occasioni nel 1898 che per la prima volta vennero scattate alcune fotografie. Infatti all’epoca la tecnica fotografica, nata circa mezzo secolo prima, era abbastanza avanzata da permettere la produzione di foto più che discrete, che per la Sindone significavano una rappresentazione più veritiera rispetto alla pittura o alla stampa di disegni. Ma questa operazione, che avrebbe dovuto solamente sostituire una tecnica vecchia con una nuova, si rivelò molto più importante del previsto. Infatti, quando il fotografo dilettante Secondo Pia si chiuse in camera oscura per sviluppare i negativi fotografici su vetro che aveva appena ripreso, si accorse che essi mostravano un’immagine positiva. Ciò significava semplicemente che l’immagine della Sindone non era un disegno o un dipinto tradizionale, poiché non c’era mai stato in tutta la storia dell’arte un simile esempio che fosse conosciuto allora, e ancora non lo è ai nostri giorni. A causa di questo risultato inatteso, la Sindone divenne famosa anche al di fuori dell’ambiente religioso, e allora iniziarono approfonditi studi tecnico-scientifici che continuano ancora oggi.

I risultati più importanti raggiunti nel 1990 circa ai fini di questo lavoro sono i seguenti:

  • la Sindone non è un dipinto o il prodotto di un falsario,
  • la Sindone ha realmente avvolto il corpo di un uomo morto a causa di flagellazione, crocifissione, e colpo di lancia al petto,
  • la colorazione giallo-paglia dell’Immagine Corporea (IC) è molto superficiale,
  • la colorazione è dovuta a un cambiamento molecolare della parte esterna della fibra di lino,
  • l’IC è presente solo da un lato della Sindone, quello che avvolgeva il corpo,
  • la colorazione c’è anche nelle zone dove non c’è stato contatto diretto con il corpo,
  • non c’è colorazione in corrispondenza dei lati del corpo,
  • non ci sono effetti di trascinamento.

Queste osservazioni sperimentali hanno subito escluso molte possibilità che erano state prese in considerazione fino ad allora per la formazione dell’IC, in modo particolare quelle chimiche, e si arrivò quindi a formulare l’ipotesi radiativa. Essa prevede che la radiazione elettromagnetica, Luce, sia all’origine dell’IC, perché solo la Luce può giustificare le osservazioni precedenti, ed altre che non sono riportate qui per mancanza di spazio e tempo per discuterle.

Questa nuova ipotesi venne messa alla prova, e in molti laboratori si iniziò a utilizzare il laser, che era stato appena inventato nel 1960, come sorgente di luce per irraggiamento. La Luce del laser è potente, monocromatica (un solo colore) e direzionale, qualità che erano richieste per diversi motivi dalla stessa IC. Molti risultati interessanti vennero ottenuti specialmente per chiarire le reazioni molecolari alla base della formazione dell’immagine, ma le esperienze decisive vennero eseguite presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati a partire dal 2005. Il caso volle che qui circa dieci anni prima si erano osservati effetti cangianti su stoffe naturali e sintetiche irraggiate con potenti laser a eccimeri. Queste sorgenti di Luce ultravioletta (UV), invisibile agli occhi, e impulsata, che dura molto meno di un battito di occhi, inducevano effetti molto superficiali, e poiché la superficialità era una caratteristica della IC, io proposi di irraggiare stoffe di lino. Le esperienze furono più difficili del previsto e per i primi tempi non si ottennero risultati degni di nota, ma alla fine la perseveranza venne premiata. Infatti a un certo punto si ottenne una colorazione dei lini simile a quella della Sindone, ma solo se si applicavano certe condizioni sperimentali, che erano e sono:

  • la durata della Luce deve essere inferiore a cento miliardesimi di secondo,
  • la potenza della Luce (almeno milioni di Watt) può variare solamente tra un valore minimo e massimo, effetto soglia.

Se la Luce non ha queste caratteristiche, le stoffe non si colorano o vengono distrutte.  Ciò significa che è possibile che quello che noi oggi osserviamo sulla Sindone sia il risultato di una esplosione di energia radiante, cioè un Lampo di Luce.

Per ragioni consistenti alle osservazioni sperimentali sulla Sindone, questo Lampo di Luce è stato emesso in direzione verticale dal corpo avvolto nella Sindone, e poiché la Sindone stessa è stata ritrovata al mattino dopo il sabato senza il corpo, e su di essa non ci sono tracce di trascinamento, allora è anche necessario supporre che il corpo sia diventato trasparente alla Sindone o viceversa, ipotesi del corpo meccanicamente trasparente. Questa ultima supposizione ha sollevato numerosi nuovi problemi che sono stati discussi a lungo e hanno generato altre ipotesi, ma alla fine era necessario ricorrere a fenomeni fantascientifici. Per evitare questo punto di arrivo indesiderato, qualche anno fa io ho proposto una nuova ipotesi che prevede l’Annichilazione di Materia e Antimateria (AMA), che è l’unico processo fisico a nostra conoscenza che permette alla materia di scomparire, e quindi al corpo Gesù Cristo di poter attraversare la Sindone senza lasciare tracce.

L’ipotesi AMA prevede la sparizione del corpo tramite un processo di annichilazione con antimateria virtuale poiché l’antimateria come tale non esiste nel nostro universo, e questa virtualità evita che si produca un’esplosione nucleare di proporzioni apocalittiche. Ma alla fine l’evento sindonico è simile al Big Bang, solamente molto più piccolo, e come nel Big Bang venne creata la materia dell’Universo, miliardi di volte meno della energia iniziale equivalente, nella Resurrezione avvenne una esplosione di energia che ha generato un Lampo di Luce, che a sua volta ha impresso nella Sindone l’immagine che ancora oggi si può osservare.

Questa ipotesi AMA non si limita a spiegare solamente le proprietà della Sindone che sono state descritte sopra, ma risolve anche l’annosa questione della datazione medievale, circa 1300, del Carbonio-14 diversa da quelle ottenute con altri metodi che riconducono a 2000 anni fa. Infatti l’ipotesi AMA si fonda su processi nucleari che possono aumentare la quantità di carbonio-14 sul telo di lino, ringiovanendo così il tessuto. Un semplice calcolo matematico dimostra che a causa degli stessi processi, anche il Sudario di Oviedo, che era vicino alla Sindone, come racconta Giovanni, è stato ringiovanito a un’epoca precedente, circa 700, come anche misurato sperimentalmente con il Carbonio-14.

In conclusione, l’ipotesi AMA, che si basa sulle leggi della fisica che si conoscono oggi, ci dice che uno tra i più importanti eventi della storia umana, se non il più importante, la Resurrezione di Gesù Cristo, potrebbe essere avvenuto con una esplosione di LUCE, CALORE E SUONO.

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