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La trama del matrimonio – (titolo originale The Marriage Plot)
Jeffrey Eugenides
Mondadori € 11,00 anno 2011 e-book disponibile € 6,99 Traduttrice: Katia Bagnoli
9788804622604

La trama del matrimonio: decostruire e ri-costruire il romanzo ottocentesco, alla luce degli autori di punta dello strutturalismo e del decostruttivismo, con Frammenti di un discorso amoroso di R. Barthes in testa e poi Eco, Derrida, Lacan, Foucault.

Eugenides, ragazzo, ne è stato influenzato? Negli anni ’80 Mitchell, Madeleine e Eduard, estrazioni sociali diverse, formazione culturale distante ed eterogenea hanno occasione d’incontrasi, alla Brown University; Eduard possiede una intelligenza fuori del comune: una idiosincrasia per molte cose lo porta a studiarle, a cercare il perché debbano essere proprio così, lo fa attraverso la filosofia, la letteratura, la scienza. Mitchell ha una particolare inclinazione per lo studio assiduo, per la mistica, la teologia, a fine corso è considerato un futuro ottimo insegnante. Madeleine, come si deve alla bella contesa d’un romanzo d’altri tempi, quello preromantico o vittoriano che preferisce (J. Austen, G. Eliot, H. James), è bella appunto e anche molto intelligente e sensibile e capace di accogliere amiche e amici. La sua casa nel New Jersey accoglierà in momenti diversi i due ragazzi, ma di chi s’innamorerà Madeleine, secondo l’autore che, decostruendo e mettendo in luce tutti i perni del romanzo ottocentesco (censo, ironia – sessuofobia qui no, siamo nei più (più) liberi anni ’80 – cornucopia di talenti e miserie di ciascun protagonista), ne ricostruisce uno nuovo di zecca o vecchio (vecchissimo) che però funziona davvero bene? Alcuni scrittori contemporanei hanno inoculato il discorso filosofico, l’analisi di schemi e meccanismi nel loro lavoro, riuscendo ad ‘inventare’ attorno a pagine ‘ben dosate’ di sapere, ottimi congegni narrativi. Di chi può innamorarsi Madeleine allora? Ma del ragazzo che proviene dalla famiglia meno abbiente, rovinosamente divisa, almeno così dice lui, il più acuto fra i due, quell’Eduard che, però, nasconde – non bene – una sindrome maniaco-depressiva, curabile sì, ma di difficile gestione. Mitchell, forse anche lui innamorato di Madeleine, sicuramente dell’ideale che rappresenta, ad un pelo dal poterla avere, fa un giro largo per il mondo e dove va negli anni ’80, se non in India, alla ricerca di se stesso attraverso il dolore degli altri, dei più derelitti di Madre Teresa, a cui crede di poter dare aiuto? Madeleine dovrebbe sposare il suo Eduard, accompagnarlo in un percorso di ricerca scientifica, integrarlo nella propria famiglia, genitori affettuosi e presenti con i loro molti mezzi intellettuali ed economici. Mitchell la prega, da lontano, di non farlo. Finale a sorpresa ma il libro non si legge per quello: si prosegue pagina per pagina grazie ad agili cambi di prospettiva, all’analisi spietata d’un tempo che è stato trent’anni fa e che ha prodotto belle teste desiderose d’intraprendere percorsi di libertà intellettuale, d’incontro con gli altri… (Serena Grizi)