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Le nano-biotecnologie 9/9

Gennaio 02
08:54 2013

Le considerazioni bioetiche riguardanti quel vasto settore che va sotto la denominazione di ‘nano-tecnologie’ sono ancora limitate, e sembrano dirette per lo più ad ‘esaltare’ le potenzialità positive; oppure mettere in guardia verso le potenzialità paurosamente negative offerte da questo campo di sviluppo economico-industriale. Tali riflessioni appaiono a molti ‘riduttive’, preconcette e lontane dalla realtà dei fatti.

Bert Gordijn1, già nel 2003, aveva richiesto una discussione maggiormente ‘bilanciata’ ed una maggiore aderenza del giudizio alla realtà dello sviluppo attuale delle diverse iniziative ricomprese in questo settore industriale. Nella letteratura consultata non viene posta la domanda se sia lecito intervenire su atomi o molecole per costruire strutture funzionali a dimensioni nano-metriche; vuoi per replicare quelle già esistenti in natura, o progettarne e realizzarne altre non esistenti, ma alle quali conferire e/o riconoscere proprietà particolari, inedite nell’ordine naturale delle cose. Correlata a questo problema è la nota discussione etica sul pericolo dello sviluppo ‘autonomo’, autopoietico, della tecnologia, che sempre di più tenderebbe a distaccarsi dai bisogni reali dell’umanità. Sul piano bioetico, la risposta non può essere che quella tradizionale: lo sviluppo tecnologico deve essere diretto verso obiettivi ben precisi e di valore personale e sociale compatibili con la sicurezza ed il bene individuale e collettivo, favorendo nel contesto democratico una partecipazione sociale alla definizione degli obiettivi stessi ed al controllo dei risultati. Anche l’industria delle nano-tecnologie dovrebbe ottemperare a questi requisiti. Un aspetto tuttavia singolare di questo settore, e che più propriamente interessa le questioni bio-mediche che ci riguardano, è connesso alla possibilità di creare strutture composte di materia organica (ad es. proteine) e materia inorganica (ad es. metalli) in manufatti di nano-dimensioni, proposti come nano-motori, o nano-conduttori o nano-sensori ecc., per ottenere un’amplificazione nelle dimensioni di impiego della tecnologia sia nel campo delle comunicazioni che dell’azione sanitaria (diagnostica e terapeutica). Appare evidente che la materia organica che confluisce in nuove combinazioni con la materia inorganica rappresenta una componente biochimica particolarmente favorevole a ragione della sua struttura intrinseca per realizzare alcune proprietà del manufatto, e non susciterebbe di per sé problema etico, se è materia non vivente. Particolare ‘sensibilità’ bioetica dovrebbe essere rivolta alla possibile produzione di manufatti nano-tecnologici includenti geni umani (ad es. cromosomi artificiali; nano-capsule di polimeri racchiudenti ed eroganti prodotti genetici umani) in rapporto alle ‘indicazioni’ del loro uso, e non solamente alla aderenza alle regole della brevettazione internazionale nella loro produzione. In ogni caso, il profilo etico del ‘principio di giustizia’ nel beneficio potenziale è certamente fra i più sentiti nella discussione internazionale sull’argomento anche delle ‘nano-tecnologie’, come lo è per la bio-tecnologia genetica. Particolare interesse rivestono le considerazioni bioetiche in tema d’impiego delle nano-biotecnologie in campo sanitario; la possibilità di definire una ‘nano-medicina’ competitiva e ‘vincente’ rispetto alla medicina pur avanzata tecnologicamente oggi praticabile (ovviamente in via unicamente prospettica, almeno per molti casi) è stata sostenuta su due filoni:
– il primo, considerato come sviluppo coerente con la tradizione medica, per il miglioramento della diagnosi e del trattamento di alcune forme morbose;
– il secondo, innovativo ma suscettibile di molte riserve etiche, rivolto a promuovere alcune ‘capacità’ intellettive umane, presenti ed espresse nel range di normalità, attraverso una azione di stimolo di microchips compatibili con la materia organica esercitate su circuiti nervosi e sensoriali. (fine)
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1 B Gordijn,  Nanoethics From Utopian Dreams and Apocalyptic Nightmares towards a more Balanced View

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