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Ecco le voci liriche dell’Italia di oggi

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Dicembre 07
11:35 2016

Tredici autorevoli rappresentanti della ricerca poetica contemporanea nel volume “Nell’uomo

Viviamo in un momento storico nel quale assumono sempre più virulenza gli aspetti di un’umanità orientata aIl’effimero e, sembrerebbe, all’abbandono di valori semplici e non legati all’immediato guadagno, ci ammonisce Armando Guidoni, nella presentazione di “Nell’uomo-Poeti italiani”, il volume che le Edizioni Controluce logo-omino-e-edizioni-controluceha di recente mandato in libreria e che raccoglie le più autorevoli espressioni della poesia contemporanea.

Tredici le voci poetiche in vetrina della poetica contemporanea: Giorgio Bàrberi Squarotti, Elena Clementelli, Bruno Fabi, Armando Guidoni, Pasquale Maffeo, Marco Onofrio, Aldo Onorati, Ugo Maria Palanza, Giulio Panzani, Ivana Uras, Fulvia Di Iulio, Mariangela Gigante e Lia Lafronte. Voci personalissime, un’antologia di poeti che, pur avendo conquistato in Italia e all’estero un’elevata credibilità culturale trasferendo a una moltitudine di persone il lato più poetico della loro personalità, non hanno mai inseguito il successo fine a stesso. E qui la riflessione sulla scarsa disponibilità del mondo editoriale a dare spazi di maggiore visibilità a una branca letteraria, quella della poesia, che segna il passo, e ci porta a rimeditare alcuni aspetti del dibattito in atto circa la trasformazione di un mondo che fino a qualche decennio addietro era di appartenenza dei cosiddetti “lumi culturali”. Un pesante sasso nello stagno lo lancia Pascale Casanovà, critico letterario francese che in La République mondiale des lettres affronta il tema del legame fra letteratura e politica, un mondo feroce, intriso di spietatezza, ingaggi ed anche penne vendute. Un pianeta dove autori, editori e traduttori combattono per accedere ai valori letterari. Ne risulta un quadro omertoso e fosco con giornalisti, critici, scrittori ed editori intenti ad affilare le armi, con le culture dominanti pronte a divorare i frutti delle etnie letterariamente deboli e diseredate. Su tutto e tutti trionfa il business. Ecco il motivo della disaffezione degli editori verso il campo della poesia, e l’affezione verso libri, soprattutto di narrativa, che raggiungono in breve tempo cifre di vendite molto elevate: è la mutazione genetica del mondo editoriale che porta il nome di bestseller. Il mondo della poesia come etnia letterariamente debole e diseredata? Certamente no, fino a quando in campo editori coraggiosi, impropriamente definiti minori, danno spazio ad un mondo che sembra in via di estinzione, ma·che tale non è. Senza trascurare il fatto che grandi romanzi della storia letteraria sono stati scritti in versi, da autori quale Dante Alighieri, Ariosto, Tasso, come grandi pagine di poesia si ritrovano in narrativa, quali quelle di Herman Hesse.

Il trascorrere della vita, il senso iniziale della nascita e dell’origine, la sorte·dell’universo, lo svolgersi del tempo e la durata degli amori, tutte tematiche di un coro polifonico, annota Fabio Pierangeli in prefazione, dove la diversità tonale non stona mai, un libro che può essere gustato saltando da un poeta all’altro, da una poesia all’altra, dove da qualunque parte si voglia iniziare si troverà ricchezza di esperienza e profondità anche simboliche.

Marta Monacelli pone l’accento sull’intelligenza e la solidità del volume, che alterna la presentazione del poeta con i suoi versi, presentazioni che preparano, di volta in volta, l’ingresso in un mondo interiore. L’universo poetico di ognuno s’intreccia e abbraccia con gli altri, per accogliere il lettore e donargli una dimora, un luogo di ristoro e di ritrovo.

È il senso di un mondo poetico che aiuta l’attraversamento dell’uomo nel breve volgere dell’arco della vita, presa d’atto e consapevolezza che non siamo soli e con il laccio avvolgente dell’amore l’attraversamento assume toni di accettabile vivibilità. È quel mondo, aspirazione finale, che nel rado velo che inalba e nasconde, declina Pasquale Maffeo, dove il sogno col vero si confonde, il mutevole e l’eterno, ciò che siamo e non siamo.

Operazione intelligente e coraggiosa questa, delle Edizioni Controluce, tesa a mantenere viva la fiamma dell’interesse verso un mondo irrinunciabile e indispensabile, quello della poesia, quale viaggio della vita a rendere meno pauroso, inutile e vuoto un’esistenza di per sé già travagliata ed effimera. Ma soprattutto l’invito a editori e critici, a ripristinare il contatto con un mondo, quello lirico, che sembra in via d’estinzione, ma che tale non è, perché antico quanto il mondo, soccorso invocato dalla creatura voluta dall’Etemo sopra ogni cosa, a superare molte volte l’umana miseria dalla notte dei tempi fino a noi.

Fonte: Quotidiano “Roma” del 15 novembre 2016

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