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L’Italia della contemporanea: quattro istituzioni sinfoniche fanno sistema per la diffusione della musica

Febbraio 18
17:15 2016

L’Italia della contemporanea: quattro istituzioni sinfoniche fanno sistema per la diffusione della musica del nostro tempo

Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai unite in un progetto per la commissione di nuove opere sinfoniche
a compositori contemporanei.

Milano, 18 febbraio 2016 – Nasce una nuova forma di collaborazione tra quattro prestigiose istituzioni musicali nazionali per promuovere la musica in Italia: Filarmonica della Scala, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai si uniscono per commissionare e promuovere nuove opere sinfoniche a importanti compositori del nostro tempo.

L’attenzione delle quattro realtà sinfoniche italiane per la nuova musica è da sempre una costante nella programmazione artistica dei singoli cartelloni. Se l’OSN Rai dedica alla contemporanea un intero ciclo dal titolo “Nuova Musica”, attualmente in corso a Torino e su Radio3, altrettanto vivo è il lavoro di divulgazione del Maggio Musicale Fiorentino, testimoniato concretamente anche per la stagione 2016 del 79° Festival con prime esecuzioni e la commissione a Fabio Vacchi che metterà in scena la sua nuova opera lirica Lo specchio magico, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – recente il successo del progetto Beethoven e i contemporanei diretto da Antonio Pappano – e della Filarmonica della Scala, che commissiona ogni anno nuove composizioni (il prossimo 10 aprile Fabio Luisi dirigerà in prima assoluta Oltre la linea, il nuovo brano di Riccardo Panfili).

Questa collaborazione è l’inizio di nuovo corso, che oltre a ospitalità reciproche tra le quattro orchestre all’interno delle rispettive stagioni, parte dalla condivisione di linee artistiche e programmatiche per l’individuazione dei compositori più interessanti del nostro tempo da far conoscere al grande pubblico. Allo stesso tempo le nuove opere commissionate vengono eseguite, in un breve arco temporale, da quattro differenti orchestre, favorendo la diffusione e il lavoro di interpretazione dei nuovi brani.

La scelta per il 2017 è ricaduta su Peter Eötvös, il direttore e compositore ungherese, all’apice di un’interessante carriera che lo ha accreditato tra le voci più importanti del panorama internazionale.

Capofila del progetto è la Filarmonica della Scala, che eseguirà la nuova composizione di Eötvös l’8 maggio 2017 per la stagione di concerti 2016/2017. Dopo la Filarmonica, il brano sarà presentato nella Stagione Sinfonica 2017/2018 della Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai a Torino (8 e 9 marzo 2018) e nelle stagioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica di Roma (ottobre 2018) e del Maggio Musicale Fiorentino.

Eötvös non è sconosciuto al pubblico della Filarmonica, che dal 1998 ha commissionato nuova musica a compositori quali Ivan Fedele, Luca Francesconi, Salvatore Sciarrino, Luis de Pablo, Mauro Montalbetti e tanti altri. Già destinatario di una commissione nel 1999 (Replica per viola e orchestra, eseguita per la prima volta con Kim Kashkashian solista e il compositore alla direzione), Eötvös è tornato nel 2012 per dirigere il suo lavoro zeroPoints e nel 2015, ospite l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, con Speaking Drums e Martin Grubinger alle percussioni, eseguito anche a Roma.

Il rapporto di Peter Eötvös con l’Accademia di Santa Cecilia nasce nel 2001 quando l’Orchestra ceciliana, diretta da Eötvös stesso, esegue in prima nazionale il suo zeroPoints riproposto subito dopo alla Philharmonie di Berlino dove l’Orchestra è ospite per la prima volta. Del 2008 è il progetto di Santa Cecilia Pollini Prospettive dove Eötvös partecipa in qualità di direttore – sul podio del Klangforum Wien – al fianco di Maurizio Pollini. Nel 2011 Eötvös dirige l’Orchestra di Santa Cecilia nella prima esecuzione nazionale del suo Seven (Memorial For The Columbia Astronauts). Peter Eötvös tornerà a Santa Cecilia il 1 dicembre 2016 per dirigere, in prima esecuzione italiana, il suo nuovo lavoro dal titolo Senza Sangue, ispirato all’omonimo romanzo di Alessandro Baricco (in collaborazione con Roma Europa Festival).

La presenza di Eötvös al Maggio Musicale Fiorentino inizia nel 1975 in occasione del 38° Festival quando diresse con l’autore Karlheinz Stockhausen Herbstmusik nella sua prima rappresentazione italiana. Sempre come direttore Eötvös è tornato a dirigere il Coro e l’Orchestra dell’Opera di Firenze in due concerti nel settembre 1977 e poi è di nuovo salito sul podio del Maggio in occasione del 47° Festival nel 1984 quando sotto la responsabilità artistica di Luciano Berio è chiamato, in tre diverse occasioni, a dirigere sia la compagine di casa che l’ Ensemble Intercontemporain.

Il legame di Eötvös con l’Orchestra Rai è stato segnato dalla straordinaria prima esecuzione italiana di Atlantis, opera mastodontica, quasi un “kolossal” musicale per voce bianca, baritono, cimbalom, coro virtuale di sintetizzatori e orchestra, che il compositore ha diretto all’Auditorium Rai di Torino nel marzo del 2007. Un’esecuzione rimasta nella memoria di molti anche per la straordinaria disposizione in tutta la sala dei dieci percussionisti coinvolti, chiamati a rappresentare i dieci figli nati da Poseidone e Clito, fanciulla di Atlantide della quale il dio si innamorò, come racconta Platone. Tutte le forze dell’Orchestra Rai furono chiamate a raccolta per l’occasione, che prevedeva il coinvolgimento, tra gli altri, di 5 flauti, 5 oboi, 5 fagotti, 4 sax, 6 corni, 5 trombe, 5 tromboni, 2 tube, 2 arpe, oltre ai sintetizzatori, un pianoforte elettrico e un basso elettrico.

Peter Eötvös

Peter Eötvös intreccia l’attività di compositore, direttore d’orchestra e docente in un’unica carriera di altissimo livello.
Le sue composizioni compaiono regolarmente nei programmi delle orchestre, degli ensemble di musica contemporanea e dei festival di tutto il mondo; come compositore e direttore d’orchestra ha sviluppato progetti dedicati al suo lavoro in numerosi centri fra cui Parigi, Londra, Amsterdam, Berlino e Vienna. Le sue ultime opere Love and Other Demons e Angels in America hanno avuto la medesima fortuna della precedente Three Sisters dando luogo ad un numero sempre crescente di nuove produzioni e commissioni.
Oltre ad essere impegnato come compositore, Eötvös è regolarmente invitato come direttore ospite da alcune delle principali orchestre del mondo, tra cui il Koninklijk Concertgebouworkest, i Berliner Philarmoniker, i Münchener Philharmoniker, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la BBC Symphony, i Wiener Philharmoniker, la Cleveland, la NHK Orchestra di Tokyo, l’ Ensemble Intercontemporain e l’Ensemble Modern.
Eguale importanza riveste l’attività d’insegnamento, specialmente il lavoro alla Fondazione per la Musica Contemporanea da lui stesso creata a Budapest per sostenere e promuovere giovani direttori d’orchestra e compositori. Tra i numerosi riconoscimenti si segnalano il Kossuth Prize, ricevuto dal Presidente della Repubblica Ungherese nel 2002 ed il titolo di “Commandeur l´Ordre des Arts et des Lettres” attribuitogli dal Ministero della Cultura Francese nel 2003.
Peter Eötvös è uno dei più rinomati interpreti della musica del Ventesimo secolo. Nato in Transilvania ha conseguito diplomi in composizione dall’Accademia di Musica di Budapest e in direzione d’orchestra dalla Hochschule für Musik di Colonia. Dal 1968 al 1976 ha collaborato con lo Stockhausen Ensemble e dal 1971 al 1979 con lo Studio di musica elettronica della Westdeutscher Rundfunk di Colonia. Nel 1978, su invito di Pierre Boulez, ha diretto il concerto inaugurale dell’IRCAM di Parigi ed è stato quindi nominato direttore musicale dell’ensemble Intercontemporain, dove è rimasto fino al 1991.
Tra il 1992 e il 1998 e dal 2002 al 2007 è stato professore alla Hochschule für Musik di Karlsruhe e dal 1998 al 2001 a Colonia. Nel 1991 ha fondato l’International Eötvös Institute and Foundation e nel 2004 la Eötvös contemporary Music Foundation a Budapest. Tiene regolarmente masterclasses e seminari a Lucerna, Basilea, Lussemburgo, Szombathely, Madrid. È membro dell’Akademie der Künste di Berlino, dell’Accademia Szechenyi di Budapest, della Sächsische Akademie der Künste di Dresda e della Kungliga Musikaliska Akademien di Stoccolma, della Royal Flemish Academy of Belgium for the Sciences and the Arts e Accademico Onorario di Santa Cecilia.
Le sue composizioni per orchestra (in particolare Atlantis, zeroPoints, Shadows, Levitation, CAP-KO, SEVEN) e le sue opere (Three Sisters, Le Balcon, Angels in America, Love and Other Demons, Die Tragödie des Teufels) sono regolarmente eseguite in tutto il mondo e incise da etichette come Deutsche Grammophon, ECM, Kairos e Col Legno. Tra i recenti lavori si segnalano Golden Dragon, commissione Ensemble Modern e Opera Frankfurt che ha debuttato nel giugno 2014 e Senza sangue, opera basata sul romanzo di Alessandro Baricco e nuova commissione New York Philharmonic e Kölner Philharmonie, che andrà in scena a maggio 2015. Le opere di Peter Eötvös sono pubblicate da Editio Musica, Ricordi, Salabert e Schott.
Peter Eötvös – BMC, Budapest, 18 gennaio 2016

Signore e signori,

mi dispiace di non poter essere con voi di persona, ma –a causa delle prove a Vienna della mia opera Three Sisters- non posso viaggiare alla volta di Milano.
Vorrei fare un breve resoconto dei progetti che sto preparando e di cui mi sto occupando quest’anno, in relazione alla commissione da parte delle quattro orchestre italiane.
Con tre di loro avevo già avuto un rapporto personle, come compositore e come direttore d’orchestra.
Purtroppo due anni fa non ho potuto onorare l’invito dell’orchestra dell’Opera di Firenze in qualità di direttore d’orchestra ma questa volta sono felice di collaborare come compositore. Di questo vi ringrazio.
Per molti anni ho avuto buoni rapporti con l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano. La prima volta che ho lavorato con loro, ho diretto la prima dell’opera lirica Donnerstag di Stockhausen nel 1983. Questa prima collaborazione è stata seguita da continui inviti per dirigere programmi sinfonici. Poi, nel 1999, ho ricevuto una commissione per una composizione a cui ha fatto seguito la prima esecuzione di Replica con Kim Kashkashian.
Più volte ho diretto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, che ha prima suonato il mio lavoro zeroPoints e, successivamente, sia il concerto per violino Seven con Patricia Kopatchinskaja sia Speaking Drums con Martin Grubinger.
Mi lega all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino la rappresentazione memorabile del mio Atlantis. Sono molto contento di poter suonare di nuovo insieme a loro.
Prima di parlare dei miei progetti, permettetemi di ringraziare queste quattro eccellenti orchestre per la commissione che assieme mi hanno rivolto.
Influenza notevolmente i miei progetti la nostra collaborazione precedente, il fatto che ci conosciamo e che ricordo ancora il suono di ognuna di loro, l’approccio positivo che hanno sempre mostrato verso i miei lavori.
Nel 2016 mi accingo a scrivere due lavori per grande orchestra in merito a tematiche di cui ultimamente mi sto occupando molto. Credo inoltre che siano argomenti che ben si prestano all’ambito sonoro e musicale.
Una di questi si occupa dell’universo, nella sua interpretazione come multiverso, da cui anche il titolo del brano Multiversum per due organi e orchestra. La tematica del cosmo mi interessa da quando avevo diciassette anni e sono molto felice di sapere che le ricerche e le nuove teorie scientifiche hanno raggiunto un grado di sviluppo molto elevato di conoscenza del mondo.
L’altro progetto orchestrale sarà invece il brano che mi hanno richiesto le quattro orchestre che ho menzionato prima. S’incentra su un problema della nostra epoca, qui sulla terra, che ci tocca e ci unisce e a cui sono certo anche i musicisti delle quattro orchestre pensano in modo simile: le innumerevoli vittime senza nome che perdono senza motivo le loro vite per attacchi terroristici, per guerre locali, durante la fuga. Non sto pensando ai soldati o agli eroi. Al contrario. Penso alle vittime civili, le cui fotografie possiamo vedere ogni giorno alla televisione e nei giornali.
Questa è l’immagine più forte dello stato presente.
Come ho commemorato nel mio brano Seven i sette astronauti che hanno sacrificato le loro vite per la scoperta del cosmo, così il mio nuovo pezzo sarà una serie di movimenti di diversa lunghezza, ognuno dei quali si collega ad un volto diverso senza nome, di cui conservo il ricordo.
Non so ancora il titolo definitivo del pezzo, ma lo scrivo per la commemorazione delle vittime senza nome e sarà una cronaca sonora del presente.
La durata del pezzo sarà di circa 20 minuti. L’organico è quello solito: orchestra con fiati e ottoni a 3 o a 4, 4 percussionisti, arpa, celesta e l’intera compagine degli archi. Nessun solista questa volta, sarà un pezzo concepito per l’orchestra.
Sono molto felice di questa commissione, ringrazio le quattro orchestre e tutti voi che mi avete ascoltato.
Grazie

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