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Logica chirurgica

Dicembre 17
12:55 2014

Era il 1968. I giornali scrivevano che gli studenti lanciavano contro le forze di polizia i “cubetti di porfido” che volgarmente la gente chiamava “sampietrini” e che facevano male senza la carezzevole allusione ai cubetti. Ti arrivavano addosso e ti spaccavano quello che c’era su di te.
Andavo a Roma da Viterbo. Guidavo una Cinquecento asmatica che, tuttavia, in qualche modo camminava. Ero molto preoccupato perché dovevo tenere la mia prima conferenza a Roma, nella capoccia del mondo, roba da non raccapezzarsi.
Però non ero tanto preoccupato da non vedere un ragazzo che faceva l’autostop. Sono sempre stato del parere che se uno ti chiede qualcosa è segno che ne ha necessità. Perciò mi fermai. Un magrone altissimo che ci mise un po’ a sistemarsi sulle strettoie del sediletto, fatto dalla Fiat solo per quelli nanerottoli, come me.
“Ciao.”
“Ciao.”
“Vai a Roma anche tu?”
“Sì, devo fare una cosa importante. Guarda qui!” E dalla sacca che gli pendeva dalla spalla tirò fuori una pistola. “La devo usare per la nostra protesta.”
“Stai attento, che se spari, può essere che andiamo addosso a qualcuno e magari ci ammazziamo. Che cavolo ci devi fare con una pistola?”
“Ci vado ad ammazzare almeno un carabiniere!”
“E che ti hanno fatto i carabinieri?”
“A me niente. Però sono i servi del potere.”
“Sono anche mariti e padri di famiglia che ogni giorno rischiano la vita per quattro soldi di stipendio.”
“Può essere. Però sono servi del potere, marcio e prepotente, perciò vanno eliminati. I politici sono una massa di ladri e assassini e devono essere ammazzati per salvare l’Italia!”
“Allora ammazza loro. Se ne sei convinto, fa fuori un senatore o un deputato. Magari anche un ministro. Non ti pare che sia più logico? Che c’entrano i carabinieri?”
“Senti! Io studio medicina. E se devo operare un fegato, devo prima incidere la pelle. Non è colpa mia se quella pelle è davanti al fegato. Così sono i carabinieri. Come la pelle che protegge l’organo vitale. Non è nemmeno colpa loro. E’ la logica chirurgica del risanamento delle cose!”
Provai a convincerlo che non poteva essere come diceva lui. La pelle è un conto. La vita di un uomo è un’altra cosa. Ma non ci fu verso. Arrivammo al Piazzale Flaminio. Mi fece scendere con lui e mi costrinse ad accompagnarlo per tutta la lunghezza di Piazza del Popolo: “Se cerchi un carabiniere finché sei sotto tiro, ti sparo.” Si mescolò alla folla.
Cercai un poliziotto per avvertirlo. Mi rivolsi al primo che trovai, che mi ascoltò e sorrise: “Sono parecchi esaltati che ragionano così, ma poi non ne fanno niente!”
Ma adesso, a distanza di tanti anni, è successo! Quello ha sparato ad un carabiniere senza un perché, o ha fatto il ragionamento “chirurgico” di allora? Credete! Mi sono sentito un brivido fra le scapole.

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