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Massimiliano D’Asburgo in Messico – 1

Massimiliano D’Asburgo in Messico – 1
Maggio 31
23:00 2009

Massimiliano d'Asburgo Massimiliano d’Asburgo nacque il 6 luglio 1832 a Schonbrun (residenza estiva degli imperatori d’Austria vicino a Vienna), era il fratello più piccolo di Francesco Giuseppe che il 2 dicembre 1848 divenne imperatore d’Austria. Per sei anni erede al trono fino alla nascita del figlio del fratello. Ordinato, metodico, interessato alle cose militari e appassionato d’arte, Massimiliano d’Asburgo, tanto austriaco, cattolico praticante, sostenitore dell’assolutismo ma disponibile a concedere al popolo delle assemblee popolari che li rappresentasse, quanto attento ad obbedire e rispettare i suoi superiori. Cortesia e giustizia erano fondamentali per lui quanto il mantenimento netto della differenziazione sociale. A 18 anni gli venne affidato un comando presso la flotta austriaca dell’Adriatico guadagnandosi gli elogi dei suoi diretti superiori, gli ammiragli Dahlerup e Tegethoff. Nel 1857 sposò con la figlia del re del Belgio Carlotta. Dopo il matrimonio Francesco Giuseppe lo nominò viceré del Lombardo Veneto per sostituire il feldmaresciallo Radetzky. I due sposi si stabilirono a Milano e conquistarono la simpatia dei sudditi imparando l’italiano. Il suo compito non fu facile perché Francesco Giuseppe lo accusava di essere troppo liberale con gli italiani. In effetti, una sua proposta di concedere l’autonomia amministrativa alla Lombardia e al Veneto venne seccamente respinta dal fratello. Con la seconda guerra d’indipendenza vinta dai francesi e dai piemontesi, l’Austria perse la Lombardia che venne ceduta al Regno di Sardegna, Massimiliano e sua moglie vennero relegati a Trieste. In questa città la coppia si trovò bene e vennero accolti con gioia dai sudditi. A Trieste costruì il Castello di Miramare, un maniero in stile normanno a picco sul mare. E prima di lasciare l’Europa Massimiliano e la moglie si recarono in udienza da Papa Pio IX. Quando conobbe Massimiliano d’Asburgo, Josè Maria Gutierrez Estrada, capo della delegazione di notabili messicani, vide finalmente coronato il suo sogno, convinto che solo una monarchia assoluta poteva riportare ordine nel paese, soprattutto per difendere i privilegi della Chiesa e tenere sotto controllo i peones. I messicani devoti e cattolici (le classi dirigenti) si sentivano gli eredi di questa missione divina, e questo era il sentimento anche di un uomo come Gutierrez. Queste convinzioni si rafforzarono in Gutierrez sia quando l’anarchia cominciò a sconvolgere il paese e sia a causa delle riforme portate avanti dal guardasigilli del governo liberale presieduto dal generale Comonfort. Gutierrez fino a quel momento non aveva trovato alcun sovrano disposto ad accettare la corona del Messico e poter così ripristinare la legalità. Per Massimiliano d’Asburgo, però, accettare tale carica significava mettersi contro gli Stati Uniti che con la dottrina di Monroe si opponevano ad ogni tentativo di ingerenze straniere nel continente americano. Quando in Messico scoppiò un’altra guerra civile comparabile solo a quella jugoslava del secolo scorso e negli Stati Uniti scoppiò la guerra di Secessione tra Stati Uniti del Nord e Stati Uniti del Sud, in Europa Gutierrez incontrò Napoleone III, un mestierante della politica che da rivoluzionario era diventato liberale, presidente della repubblica e poi imperatore sperando così di eguagliare Napoleone Bonaparte. Nel corso degli anni costruì il suo consenso con l’appoggio dei liberali, della Chiesa, dei nazionalisti, eliminando ogni opposizione. Come tutti i dittatori era cinico e pragmatico, ma nel suo delirio di onnipotenza cominciò a considerarsi infallibile. La sua politica nei confronti del Messico fu l’anticamera della sua caduta. In Messico c’era la guerra civile, la nuova costituzione non proclamava la libertà religiosa, ma affermava che la religione cattolica non era più la religione di stato. Questa riforma fece sentire la Chiesa minacciata nei suoi privilegi, per cui il clero messicano negò l’assoluzione a quanti avessero giurato fedeltà alla nuova Costituzione. Intanto il 27 maggio 1864 la fregata Novara della Marina Imperiale Austriaca entrava nel porto di Veracruz, un importante porto messicano sull’Atlantico. Dalla fregata sbarcarono l’arciduca d’Austria Massimiliano d’Asburgo e la moglie l’arciduchessa d’Austria Carlotta, Maria, Amalia di Sassonia Coburgo Gotha; pronti a diventare sovrani di un paese pieno di problemi come il Messico, ignari di tutto quello che questo poteva rappresentare a livello mondiale ed europeo. Iniziava un’avventura destinata a concludersi in tragedia il 19 giugno 1867. Massimiliano diventava imperatore di un paese che fino a quaranta anni prima era stata una colonia spagnola con il sostegno dell’esercito francese mandato da Napoleone III. Questa operazione militare e politica fu naturalmente decisa senza sentire l’opinione del popolo messicano. Ma questo non turbava Napoleone III che non aveva imparato nulla degli errori commessi dal suo predecessore Napoleone Bonaparte. Solo qualche anno dopo si sarebbe reso conto dei suoi errori, ma nel frattempo il Messico sarebbe stato dilaniato da disparità sociali, guerre e altre sofferenze. Anche Massimiliano fu vittima della politica cieca e irresponsabile di Napoleone III, perché morì fucilato. E la sorte di Carolina fu peggio della morte perché perse la ragione e morì sessanta anni dopo in un castello del Belgio. (Continua)

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