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MEMORIE DI GUERRA A ROCCA DI PAPA

MEMORIE DI GUERRA A ROCCA DI PAPA
Febbraio 22
00:47 2018

 

 

Bombe che cadono a grappoli da un cielo grigio e coperto di  fumo, esplosioni che le immagini hanno fissato su lastra fotografica, macerie ovunque e le Grotte Cave… Così è iniziata la giornata della memoria a Rocca di Papa, una memoria che è intimamente legata a ogni famiglia della nostra città: tutti hanno avuto dolorose esperienze in quel tragico 14 febbraio 1944, quando l’orologio della vita s’è fermato alle 14.00 per molte vittime di quel feroce bombardamento alleato che ha lasciato piovere ordigni, mirando al campanile con la sicura certezza di uccidere.

Questo filmato realizzato da Francesco Casciotti del Gruppo Archeologico Latino, e proiettato nei locali del Centro Anziani è stato l’incipit di un giorno di memoria tutto rocchegiano, introdotto dalla Consigliera comunale Lorena Gatta alla presenza degli alunni e le insegnanti dell’ultimo anno della scuola primaria – Istituto comprensivo Leonida Montanari. I nomi delle vittime, uno dopo l’altro, come grani di un rosario sono stati evocati dalla sua voce che, stigmatizzando la violenza bellica, ha pronunciato parole di speranza e di pace. Con lei i Consiglieri comunali Bruno Fondi e Laura Fico e il Presidente dell’Avis Bruno Eleuteri.

Slittato al 20 febbraio per avverse condizioni meteorologiche, l’evento è stato realizzato con la presenza e il contributo di Maria Pia Santangeli che ha illustrato il libro Pane insanguinato, opera da lei curata e realizzata con il contributo di chi ha raccolto e trascritto le dolorose esperienze vissute in prima persona in tempo di guerra; letture e commenti, osservazioni e testimonianze dalle quali sono emerse la fame, il dolore, la paura, la perdita di persone care: nelle pagine è riportata la coralità di una popolazione straziata dal conflitto bellico, costretta a rifugiarsi nelle grotte e soprattutto affamata, al punto di non poter fare a meno di divorare il pane rosso di sangue dei soldati tedeschi caduti in battaglia. Pane barattato con uova da donne spinte dal coraggio della disperazione ad affrontare uomini in divisa pur di sfamare i figli. Numerosi i testimoni intervenuti che hanno reso memoria di quei giorni lontani, eppure sempre vivi nel loro cuore: Gianfranco Botti, allora bambino di soli sette anni scampato a due bombardamenti; Francesco Giovanetti che ha confermato la grande sofferenza della fame, raccontando ai piccoli scolari che persino il pane con la muffa veniva barattato con i tedeschi; Fabrizio Castri ha ricordato suo padre, prigioniero degli inglesi e la maestra Eufemia Rufini ha letto della tragica circostanza che ha visto sua madre restare orfana di mamma a soli undici anni . A Mario Casciotti e Franco Carfagna che non son potuti intervenire ha dato voce la stessa Santangeli, raccontando del primo la sorpresa di assaggiare per la prima volta la cioccolata, del secondo lo stupore nel mangiare per la prima volta pane bianco e morbido…    Infine per sdrammatizzare, pur presentando l’inevitabile necessità di vivere in rifugi di fortuna come le Grotte Cave, Fabrizio Castri ha recitato dei versi in dialetto rocchegiano nei quali un bambino scompare in una grotta per divorare … biscotti.

Soddisfatta l’organizzatrice che al termine dell’evento, tra gli applausi finali, ha invitato i giovani ascoltatori a credere nel futuro, nei valori della solidarietà e dell’accoglienza e a diventare costruttori di pace, futuri uomini che potranno cambiare il mondo.    Crediamoci tutti.

 

 

 

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