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Meo Porcello

Agosto 05
23:00 2007

Per un inspiegabile sortilegio Meo Porcello, che solo pochi istanti prima grufolava nel suo porcile, fu trasformato in uomo.
Era grasso e spelacchiato, aveva gli occhi piccoli e miopi, ma era comun-que presentabile come e più di tanti altri esseri umani.
Stupito della strana metamorfosi, uscì dal porcile e si mise ad esplorare il mondo degli uomini con il suo nuovo corpo.

Molto presto capì che come i maiali anche gli umani sono divisi in due ge-neri. Lo capì quando si accorse che alcuni umani avevano certe parti del corpo rotonde, morbide e attraenti. Per soddisfare una legittima curiosità, si avvicinò ad una donna particolarmente prosperosa e la smanazzò ben bene. La donna si arrabbiò moltissimo, gli diede uno schiaffone e gli urlò “Porco!”
“Come se ne sarà accorta?” pensò Meo Porcello. E perchè una reazione del genere? La cosa gli sembrò inspiegabile e fece questo ragionamento: “Smanazzare il culo e le tette delle donne è bellissimo.Le scrofe in pratica non hanno nè culo nè tette e i maiali non hanno le mani. Però quando un uomo fa questa cosa bella e buona lo chiamano porco anche se sanno benissimo che un porco non la può fare. Gli uomini ragionano in modo davvero strano.”

Meo Porcello continuò la sua passeggiata alla scoperta del mondo degli uomini. Era caldo e cominciò a sudare. Com’è come non è, anche a causa dei pantaloni stretti, provò un noioso prurito in una certa parte del corpo. Si grattò con grande soddisfazione e fece anche un “Ahhh!” di sollievo.

Una donna che aveva assistito alla scena strillò “Porco!”.
“Come se ne sarà accorta?” pensò Meo Porcello. E perchè quella reazione? La cosa era inspiegabile e fece questo ragionamento: “Grattarsi i coglioni è piacevole, specie quando fanno prurito.
I maiali non hanno le mani e sono costretti a sfregarsi per terra.
Non c’è confronto, il modo di grattarsi degli uomini è molto migliore. Pe-rò quando un uomo fa questa cosa bella e buona lo chiamano porco an-che se sanno bene che un porco non la può fare. Gli uomini ragionano in modo molto strano.”

In seguito gli venne fame. Trovò un posto dove gli uomini mangiavano se-duti a dei tavoli. Sedette anche lui ed un uomo vestito di bianco gli venne accanto e gli chiese cosa desiderava. Meo Porcello indicò i piatti degli altri e disse “Tutta quella roba lì!”
Il cibo degli umani era ottimo. Caldo, profumato, saporito, ben diverso dalla sbobba fredda cui era abituato.
Meo mangiò tutto quello che gli portarono e ne chiese ancora.
L’uomo vestito di bianco, alla decima portata, lo guardò disgustato e disse “Questo qui mangia come un porco!”
“Come se ne sarà accorto?” pensò Meo Porcello. E a lui cosa gliene frega-va? La cosa gli sembrò inspiegabile e pensò: “Il cibo degli uomini è pro-prio buono e invece la sbobba dei maiali fa schifo. Però quando un uomo mangia queste cose buonissime lo chiamano porco anche se sanno bene che un porco non lo può fare. Che razza di ragionamento è?”

Più tardi, stava passeggiando e pensando alla stranezza della vita da uomo, quando, probabilmente a causa della gran mangiata che aveva fatto, si sen-tì crescere un gonfiore nella pancia accompagnato da un dolore pungente. Così, senza pensarci troppo, si liberò rumorosamente e con soddisfazione dell’eccesso gassoso che lo infastidiva. Il caso volle che in quel momento si trovasse vicino ad una signora che disgustata si turò il naso e sibilò “Porco!”
“Come se ne sarà accorta?” pensò Meo Porcello. E poi, che reazione era quella? Era un atto naturale, chissà quante volte era capitato anche a lei. Quella cosa non la capiva e ragionò così: “Scorreggiare quando si ha mal di pancia è piacevole. Devo dire che anche per il maiale è più o meno la stessa cosa. Non so perchè quando un uomo fa questa cosa buonissima lo chiamano porco, però questo è l’unico caso in cui gli uomini ragionano bene riguardo i maiali.”

All’improvviso come era venuto, il sortilegio svanì e Meo tornò porcello.
Mentre si compiva la metamorfosi, ebbe quest’ultimo pensiero:

Le scorregge sono l’unica cosa su cui gli uomini hanno le idee chiare.

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