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Nuova rotatoria sulla Via dei Laghi

Ottobre 14
22:00 2011

Rina alta, bruna, magra, ma formosa negli abiti un po’ attillati che indossava una volta terminato il lavoro; Flavia, più grande d’età, piccolina, rotondetta e paffutella con quelle guanciotte sempre rosse e lucide che si gonfiavano ancora di più ogni volta che rideva. Erano abilissime nel tirare la sfoglia che allargavano con maestria; stendevano una “pagnottella” d’impasto maneggiando il mattarello con velocità: muovevano mani, braccia, anche un po’ incurvate, sulla grande pietra di marmo e realizzavano enormi sfoglie che mettevano poi ad allargare su grossi strofinacci puliti in attesa che si asciugassero, per tagliarle più tardi. La sfoglia veniva piegata e con un grosso coltello si affettavano striscioline di pasta facendo sfiorare la velocissima lama alle dita … ; tremavo ogni volta, temendo il peggio. Infine, come folti capelli biondi, cascate di fettuccine venivano allungate e poi arrotolate a nido d’uccello in grossi vassoi, coperte poi da altri panni puliti. La sera, terminato il lavoro, si saliva in macchina con il nonno, una tranquilla 850 Fiat, resa ancora più “mansueta” dalla prudentissima guida dell’autista, e si partiva. L’aria era fresca, la notte chiara illuminata dalle stelle e dalla luna; i grandi parlavano un po’, poi nonno ci chiedeva di cantare con lui qualche canzone dello Zecchino d’oro: prediligeva ” I tre corsari” e ogni volta ci interrompeva quando al ritornello i corsari sono tre e i pirati … “MILLETRÈ” diceva lui, provocando le nostre proteste perché quei bucanieri erano solo trentatré … Strada facendo si arrivava presto all’incrocio delle Quattro Strade, quello dove oggi è stata realizzata un nuovissima rotatoria sulla via dei Laghi: a quei tempi non c’era neanche il semaforo, era un tranquillo incrocio buio, illuminato solo dai fari delle rare automobili e si sfrecciava (si fa per dire) senza troppi problemi. Arrivati a destinazione si tornava a casa e qualcuno di noi magari si addormentava durante il ritorno … Solo dopo qualche anno fu installato un semaforo e ricordo con quanto disappunto osservavo i lavori: ogni volta ricordavo la tranquillità delle nottate estive e facevo un triste paragone con l’aumento del traffico e del disagio degli automobilisti, mandando un pensiero al nonno che nel frattempo non guidava più. Oggi con la nuova rotatoria, dimenticati i disagi tollerati durante i lavori e ringraziando il cielo che nulla è successo ai bravi automobilisti che con estrema prudenza e cautela si avventuravano a guadare il territorio minato da segnali e contromano, finalmente abbiamo una nuova realtà. A me piace quella rotatoria che è stata realizzata e fiduciosa attendo le migliorie programmate dalla nostra Amministrazione: al centro dovrebbe essere piantato un significativo albero di ulivo, simbolo di pace, ricordando che Rocca di Papa è la città della Fraternità; la parte interna dovrebbe, secondo i progetti simboleggiare i quattro quartieri del nostro territorio: Vivaro, Campi d’Annibale, Centro Storico e Vigne. Queste e altre sono le idee che sicuramente costituiranno un bel biglietto da visita all’entrata di Rocca di Papa.
Non c’è che dire: ora quando passo da quelle parti, ripenso con sereno compiacimento al nonno prudentissimo che, sono certa, approverà da lassù questa nuova bella realtà stradale.

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