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Pellegrini della fede

Aprile 23
14:37 2011

Nell’anno del suo centenario, la città di Juazeiro si consacra e si propone come il Nuovo Santuario del Nordest del Brasile, dove i devoti provenienti da tutto il mondo, s’inginocchiano sulle strade e sui pavimenti alla ricerca di Dio.  Incontrano la speranza per continuar a vivere. Juazeiro è la nuova Canaan, la terra promessa da Dio, che in accordo con la Bibbia simboleggia il luogo di conquista spirituale. Come gli ebrei fuggirono dal deserto e dalla guerra, i pellegrini incontrano in Juazeiro il sacro spazio per la loro conversione. Durante il pellegrinaggio, la città si converte in un centro di devozione, con messe, benedizioni, processioni, novene, peregrinazioni e visite ai luoghi considerati sacri per gli attuali pellegrini. «A Juazeiro, si ricerca l’accogliente ombra dell’albero della vita, rappresentata dalle pareti e dal tetto del santuario chiamato casa di Maria e casa del popolo, che desidera la salvezza nel Sacro Cuore di Gesù», così afferma il vescovo Don Fernando Panìco nella sua seconda carta pastorale denominata “Pellegrini e riconciliazione”. La carta si apre con una citazione di Padre Cicero, il popolare Santo del Nordest: “Juazeiro è un rifugio dei naufraghi della vita”. Milioni di pellegrini annualmente si recano a Juazeiro del Nord, per essere esauditi o ringraziare per le precedenti preghiere ascoltate. La città, di 240.000 abitanti è diventata il maggior centro di pellegrinaggio del Nordest del Brasile e nel calendario, gli eventi più indicativi sono condivisibili nei mesi di febbraio, luglio, settembre e novembre. In questi periodi la popolazione si moltiplica e la città si trasforma. Sono eventi indimenticabili e indescrivibili, quando la miseria fraternizza con la speranza, rivelando un profondo senso religioso. È l’ora di chiedere aiuto, di pagare le promesse e di onorare le richieste anteriori già esaudite. È la catarsi collettiva che secondo il filosofo greco Aristotele, è la purificazione delle anime per mezzo di una scarica emozionale provocata da un dramma. La sala dei miracoli del Santuario è la prova concreta di una devozione, che attraversa il tempo e le avversità quotidiane. A prima vista sembra un deposito d’orrori: gambe, braccia, teste di cera e legno e altre riproduzioni del corpo umano fatte con qualsiasi tipo di materia prima. Migliaia di foto, disegni e scarabocchi, che rappresentano un monumento alla religiosità creato da gente semplice, con profonda fede e tanta gratitudine. Un’altra forma di pagare le promesse è il sacrificio fisico. È comune veder file di pellegrini che si caricano pietre fino all’alto della collina dell’Horto, o che si spremono in strette crepe che il tempo ha tagliato nella roccia. Senza parlare delle sofferenze del viaggio, delle difficoltà d’arrangiar cibo o un angolo per passar la notte, nell’intenso calore e nella sporcizia delle strade. La tradizione popolare si fonde anche con l’aspetto moderno del Santuario, inaugurato nel 1988, un’opera prima dell’architettura moderna, con l’auditorium, la biblioteca e un museo con tutte le illustrazioni politiche, culturali e religiose della città. I pellegrini sfilano nei corridoi creando spazio, ansiosi di dimostrare la propria fede. È ora di ringraziare e di chiedere nuovi favori, perché la bontà del Signore è infinita!

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