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Presidio discarica Roncigliano

Presidio discarica Roncigliano
Novembre 02
19:16 2015

Sabato 24 ottobre in mattinata ancora un presidio dinanzi ai cancelli della discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale, organizzato dal Coordinamento No Inc, il solo punto fermo a fronteggiare una questione che NON SI VUOLE RISOLVERE.

“Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?” è il messaggio subliminale indirizzato al popolo e che il popolo, stufo e stremato ma anche menefreghista facilmente recepisce, e il gioco sarebbe fatto e tutto cadrebbe nel dimenticatoio, o nel mai acquisito, se non ci fosse chi regolarmente dà la sveglia, mentre con incredibile determinazione e tenacia porta avanti una battaglia impari attingendo forza dalla stessa incrollabile motivazione. Una motivazione che nasce nel 2007, quando si inizia a parlare di un settimo invaso e della costruzione di un inceneritore, il più grande d’Europa, che avrebbe sopperito alla discarica di Malagrotta giunta a saturazione. Otto anni di lotta e tutto resta ancora nell’incertezza.

I vari interventi rifanno il punto di una situazione che non sembra offrire spiragli positivi. “Con i rifiuti che arrivano da fuori presto il settimo invaso sarà esaurito. Si continuerà con l’ottava buca, visto che gran parte della provincia di Roma non saprebbe dove battere la testa? Gli sfaldamenti acquiferi non si contano, nei pozzi della zona, non servita da acquedotto comunale, l’acqua non serve nemmeno per farsi la doccia. Siamo qui per mettere un punto: costruzione acquedotto comunale, chiudere la discarica, tombare gli invasi. Tutto il quadrante qui è sotto attacco, le incentivazioni per progetti folli partono dalle nostre tasche, caricate sulle bollette dell’energia elettrica. Questo sistema fa profitto e questo Cerroni adotta, a fronte di ciò dovrebbe cambiare l’atteggiamento istituzionale”. Sul biogas si sofferma l’esperto, evidenziando come la sostanza organica che occorre per produrlo non venga sciaguratamente separata dal resto e debitamente stabilizzata, causando la puzza tremenda ormai nota a tutto il circondario. “Sentire la puzza significa essere consapevoli che una quantità di sostanze organiche che non andavano smaltite in discarica – tra cui contenuti di espurgo, sversamento di pozzi neri – stanno emettendo gas respirati da noi, dai nostri figli”.  E seguita l’esposizione di un quadro spaventoso, “non rimediabile”, un disastro di dimensioni incalcolabili. Sempre presente la minaccia della costruzione dell’inceneritore: “Con l’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) largamente scaduta, erogata ai tempi di Piero Marrazzo, persiste la possibilità tecnica per riaprire la questione inceneritore. Il comune deve farsi sentire, qui ogni giorno muore una persona”. Toccante la voce di un residente: “Mi rammarico per questo nostra borgata. Non è la puzza che uccide, è quello che non si vede. Quello che fa male non è visibile”.

Un nuovo Comitato si è aggiunto al Coordinamento No Inc, presidente Elvira Marinelli: “Il Comitato ‘Ribelli di Montagnano’ nasce a gennaio del 2015. Capiamo che dobbiamo intervenire per coinvolgere gli altri Villaggi, oltre a quello Ardeatino: Valle Gaia, Montagnano e via Montagnanello. Vivo qui da 15 anni, solo dopo mi sono accorta della discarica, nessuno mi aveva detto niente. Quando sono arrivata ho visto solo vigneti di qualità, non c’era ancora il settimo invaso”.

Intanto Regione e Comune accordano l’aumento della TA.RI (Tariffa Rifiuti) alla Pontina Ambiente, a partire dal 2011. Aumento applicato in vista della raccolta differenziata da tempo annunciata e mai effettivamente decollata.

Colazione ai cancelli, dopo che l’evaporazione allontana il fetore e l’aria si fa respirabile. E il barattolo a offerta libera per le spese legali: il 16 novembre si terrà la seconda udienza del processo a 15 cittadini, per aver protestato il 3 febbraio 2012 davanti alla discarica. “I motivi di quella protesta rimangono tutti in piedi”, viene ribadito. “Sono ormai trascorsi i 180 giorni concessi dalla direzione regionale alla Pontina Ambiente di Manlio Cerroni per sanare le decine di violazioni dell’autorizzazione del 2009 certificate dell’ARPA nel 2014, eppure, a parte l’intenzione della Regione di convocare un’apposita conferenza all’interno della discarica (quando non è dato sapere) tutto tace”.

E come sempre accade nelle segrete stanze, nel silenzio complice si trama. Manlio Cerroni – Regione e Comuni lo sanno – ancora potrebbe dirigere la partita.

Scritto da Maria Lanciotti

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