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Problemi? Quali?

Marzo 25
12:16 2013

Che l’Italia abbia dei problemi sembra fuor di dubbio, probabile potrebbe esserne l’identificazione indicandoli con soggetti definiti: A – Berlusconi; B – gli Italiani.

Il primo a dir poco eccezionale. È l’unico a saper vender fumo per arrosto. Credo che ogni cittadino abbia avuto problemi con gli occhi, se non direttamente almeno indirettamente con conoscenti o familiari. Sicuramente questo non ha impedito il mantenere di impegni. Non avendo più alibi per partecipare ai processi ha inventato una malattia agli occhi: la congiuntivite. Nel corso della mia vita credo sia la prima volta che ho notizia di un ricovero ospedaliero di una decina di giorni per congiuntivite. Oggi per un’operazione di tumore al seno ti ricoverano e il giorno dopo ti operano, un giorno di controllo, il quarto giorno a casa, abile ed arruolata.
In tutta questa bagarre i difensori del boss dichiarano: vi è una fretta sospetta per arrivare ad un giudizio, da persecuzione giudiziaria. Ma scusate, non sono gli stessi che un anno fa chiedevano il processo breve? Inoltre, quanti cittadini italiani possono godere di una copertura medica a dir poco ridicola? In tribunale abbiamo visto gente in barella, per non dire gonfia di botte ed inabile a muoversi. È vergognoso assistere a scene di parlamentari che dimostrano contro la magistratura, occupando un’istituzione protetti dal ruolo che occupano. Altri cittadini sarebbero stati dispersi dalla Polizia. Immagino uno stuolo di giudici che occupano Palazzo Madama chiedendo leggi chiare ai politici. Poi penso: queste persone sono le stesse che credono che Ruby sia la nipote di Mubarak! Ed ancora, in questo processo tra legittimi impedimenti, Ruby in ferie per due mesi in Messico, ricoveri in ospedale, perché continuare a mantenere la targa con la scritta: “La legge è uguale per tutti”? Ora tutto è più chiaro, siamo un po’ masochisti.
Le piazze si riempiono, i cortei sfilano, al grido di “lavoro, lavoro” gli operai scendono in piazza. Mi sono perso qualche cosa? La piazza non chiede lavoro, non ci sono neanche operai. Solo un grande palco con un messaggio ormai ventennale: meno tasse, burocrazia e giustizia. È chiaro che questo slogan è riferito ai fallimentari governi succedutisi in questi ultimi venti anni, basterebbe trovare chi li ha presieduti e mandarli a casa. La piazza urla contro se stessa, vecchi ricordi attraversano la mente di operai in cerca di giustizia sociale. Noi italiani abitiamo uno dei più bei paesi al mondo, nel nostro territorio sono conservati oltre il 60% di beni culturali e siti archeologici mondiali, eppure non andiamo oltre il quinto posto per turismo internazionale, la nostra storia può e deve diventare una fonte di ripresa del lavoro. Certo, un ministro di ieri ha dichiarato che “con la cultura non si mangia”. È chiaro, caro Tremonti, avete dimostrato che “si mangia” molto di più con case ed inciuci politici. Il problema è e resta il cittadino italiano, incline a dimenticare qualsiasi decisione o indirizzo preso dai nostri amministratori, e pronto ad essere ammaliato dal canto delle sirene ad ogni campagna elettorale.
La rivoluzione del voto di quest’ultima tornata elettorale ha prodotto quanto desiderato da molti: uno stallo amministrativo agognato dai fautori della peggior legge partorita da mente umana, il cui nome non poteva che essere “porcellum”. Gli stessi partiti non sono stati in grado di modificare la legge elettorale, causando su se stessi uno stato di ingovernabilità, e per noi cittadini il continuo degrado del mondo del lavoro. Per quanto riguarda il M5S, a cui abbiamo chiesto di portare un cambiamento nel Palazzo, lo vediamo arroccato ed ostile a forme di dialogo. Certamente non si chiede il prosieguo di scambi di poltrone per consensi, bensì di sedersi ed affrontare i problemi presenti nella nostra società, anche battendo i pugni sul tavolo per raggiungere almeno parte degli obiettivi per cui si è stati eletti. Il giuoco delle tre scimmiette, che si sta sviluppando nel Parlamento italiano, ci spingerà nuovamente verso il “porcellum” o qualcosa che potrebbe assomigliargli. I problemi italiani nel frattempo lievitano e si chiamano: lavoro, debito pubblico, privilegi politici, burocrazia, tasse, tra i principali. Tutti i giorni lottiamo per l’alto costo della vita e le basse retribuzioni.
Ritengo non si possa trascurare, inoltre, il pensiero del nuovo Pontefice. Personalmente sono colpito dal nome, Francesco, e non più da parole decantate, bensì da fatti attuati tra la gente. Il primo pensiero che mi è sopraggiunto è stato: che la Chiesa abbia deciso di uscire dalle chiese e tornare nelle strade tra la gente? Anche Ratzinger ha insegnato molto, ha riportato il Pontefice tra gli uomini, con la sua vecchiaia e la malattia, lasciando il potere più assoluto ed indiscutibile al mondo per una serena passeggiata di riposo. I nostri politici hanno altre idee.

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