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Quanto sta accadendo a Frascati non è frutto del caso.

Maggio 04
20:54 2017

 

La gestione della vita economica cittadina, in particolare negli aspetti legati agli esercizi commerciali operanti nel “food & beverage” è frutto del combinato disposto della deregulation imposta da leggi e regolamenti nazionali ed europei e tolleranza della politica locale.

 

Da anni ormai assistiamo ad un aumento indiscriminato di occupazione di suolo pubblico giustificato da recessioni, oramai decennali, e dalla disoccupazione, insomma la crisi usata come un grimaldello, al fine di ottenere sempre di più: più suolo pubblico, più orario di apertura.

Soprattutto negli ultimi tre anni così come in altri settori della vita amministrativa ed economica di Frascati (vedi l’urbanistica) si è lasciato campo libero all’iniziativa privata, generando l’immagine di una Frascati “zona franca”, con tavolini ovunque, rifiuti per le strade, risse e veri e propri atti di vandalismo sui nostri beni storici.

Si è puntato soltanto sul turismo “mordi e fuggi”, svilendo così le grandi potenzialità che può offrire la nostra terra, la nostra storia le nostre tradizioni.

 

A mo’ di esempio, sia sufficiente un solo dato: nonostante si continui a registrare un aumento delle presenze, il comparto del turismo in Italia ha registrato 38 miliardi di entrate valutarie in meno negli ultimi quindici anni, in ragione della contrazione dei giorni di permanenza dei turisti stranieri. Tradotto: in Italia vengono in tanti, mangiano un panino e se ne vanno senza spendere un soldo per null’altro: vi ricorda qualcosa tutto ciò?

 

Per quanto tempo ancora Frascati potrà reggere all’impatto generato da questo modello economico?

Saranno ancora una volta i cittadini che dovranno continuare a pagare i costi del degrado che in termini di decoro e salute subiscono da anni?

O non sarà il caso di porre mano ad una revisione di tutta la materia prima che sia troppo tardi?

 

La verità è che i borghi d’Italia, e Frascati ne è esempio di fulgida meraviglia, rappresentano da secoli una delle mete tradizionali di viaggio e sono, potenzialmente, uno degli asset qualificati per lo sviluppo di un turismo di qualità. È necessario abbandonare l’idea che, per produrre ricchezza, sia sufficiente richiamare grossi flussi di visitatori indipendentemente dalla qualità dei servizi offerti; occorrono sforzi organizzativi basati sulle specificità dei luoghi, innanzi tutto da parte di politici ed istituzioni locali.

 

Frascati ha bisogno di nuove strategie di politica economico-culturale e di attualizzare l’idea stessa di recettività turistica e noi, come membri di questa comunità, meritiamo amministratori più capaci, competenti e soprattutto appassionati della nostra storia, dell’arte e dell’identità della nostra città, che siano mossi dal desiderio di difenderla, tutelarla e svilupparla attraverso una grande opera di recupero della sua grande bellezza.

Crediamo che i processi di crescita vadano governati e non subiti e che nella nostra città si possano coniugare ristorazione e residenzialità, ma solo nel rispetto di tutte le parti e solo puntando “in alto”, con l’obbiettivo comune di rendere Frascati una città vivibile e accogliente, con un settore commerciale sempre teso al miglioramento della qualità dell’offerta turistica.

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