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Questo piccolo grande amore … multimediale

Novembre 11
16:38 2009

La musica popolare, ne siamo consapevoli per convenzione, è fatta di canzoni che durano una sola stagione, di altre destinate a segnare un’epoca e di altre ancora che hanno la capacità di superare le barriere del tempo. Nell’ultima categoria possiamo includere «questo piccolo grande amore». Il suo autore, Claudio Baglioni, è sempre stato un musicista sui generis: in un periodo in cui i maggiori rappresentanti della musica d’autore nazionale si erano impegnati a comporre canzoni che diffondessero ideali politici e sostenessero i sentimenti della protesta sociale, lui, nel 1972, scriveva quest’inno sentimentale, l’archetipo emozionale che, al pari di pochissime altre canzoni pop del Belpaese, dà forma e senso ai tipici tumulti del cuore. Geniale nella sua banalità e preziosa nella sua piccola poesia, questa canzone da fotoromanzo si riattualizza di decennio in decennio per le folte schiere di pubblico del cantastorie di Centocelle. E così, da canzone diventa un film (che ha sbancato i botteghini nel febbraio del 2009), poi un libro (scritto sempre da Baglioni e ispirato ai protagonisti del pezzo) e infine un’opera multimediale che per la sua complessità non conosce precedenti nella storia delle rappresentazioni “dal vivo”, in Italia. «Q.P.G.A.» vuole aprire una nuova era tecnologica del linguaggio musicale: più di un musical o di uno spettacolo che metta insieme narrazione, musiche, arti sceniche e coreografiche, è un concerto in cui le canzoni suonate sul palco incorporano effetti digitali, giochi di luce e arti elettroniche. La nascita di questo format “musical-multimediale”, concepito direttamente sui palchi del tour, ha avuto un travaglio lungo e problematico a causa delle difficoltà d’allestimento, dovendo adattare gli spazi, come Piazza di Siena, prima dello spettacolo. Tutto è stato possibile perché ha seguito lo stesso principio di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico italiano che accompagna i concerti dei nostri cantautori, da circa 30 anni. E perciò, se alla coppia Dalla-De Gregori si deve il merito di aver inaugurato la stagione del connubio tra musica e bellezze paesaggistiche (col tour “Banana Repubblic” del ’79), a Gianni Morandi di aver reso la filmografia basata sulle storie delle canzoni oggetto di culto popolare, a Cocciante, ai Pooh, a Renato Zero d’aver creato musical indimenticabili, a Baglioni spetta forse il primato di aver trasformato la sua canzone più longeva in un’opera multiforme, che riscrive più volte, anche nel linguaggio istantaneo da SMS degli adolescenti dei giorni nostri.

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