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Rieti, 100 metri nella storia

Rieti, 100 metri nella storia
Ottobre 01
02:00 2007

Tutto quello che non ti aspetti, ovvero la 37esima edizione del Meeting Internazionale di atletica leggera a Rieti, disputata lo scorso 9 settembre allo Stadio Raul Guidobaldi. Una giornata straordinaria, una data passata alla storia per il fantastico record del mondo sui 100 metri del giamaicano Asafa Powell: 9″74 è stato il crono che ha sbriciolato il precedente primato, detenuto peraltro dallo stesso Powell con 9″77. Un’impresa eccezionale, materializzatasi durante la batteria dei 100 metri, con il giamaicano in forma strepitosa. Partenza rapida, accelerazione impeccabile, poi la fase lanciata mollando addirittura negli ultimi metri e lasciando immaginare un tempo probabilmente sotto i 9″70 se solo Asafa avesse spinto fino all’ultimo. Un risultato assolutamente sorprendente, perché ottenuto con facilità in batteria senza spingere fino in fondo, ed avvalorato dal tempo della finale, un 9″78 corso senza vento, e per questo anche più performante della prestazione che è valsa il primato mondiale.
Rieti che era ritenuta pista incredibile per il mezzofondo, da qualche anno regala anche record nella velocità, rinforzando la tradizione di pista magica per l’atletica, dallo sprint al mezzofondo. Un meeting, quello di Rieti, ricco di storia, imperdibile per gli appassionati e conteso dagli atleti, che si presentano sempre alla ricerca di una grande prestazione. Per i 100 metri si tratta inoltre del primo record mondiale su territorio italiano, se si esclude la finale dei Mondiali di Roma ’87, quando Ben Johnson si impose con 9″83, prestazione annullata a seguito della squalifica per doping del canadese iper-muscolato. Ora l’uomo più veloce del mondo è più umano e più umile, Asafa Powell dà l’idea di un ragazzone timido, semplice, con valori solidi ed il piacere di correre forte. Particolarmente legato alla gente del suo Paese, ha anche rifiutato di andare a vivere negli Stati Uniti pur di rimanere vicino alla sua famiglia e contribuire al miglioramento della comunità religiosa che sua madre e suo fratello portano avanti. Ma la scintilla per l’atletica è scoccata grazie all’altro fratello Donovan, velocista di buon livello negli anni’90. Fu lui a convincere Asafa ad insistere su questa strada, perché il talento c’era eccome, sarebbe stato un peccato vederlo sprecato.
Giamaica ed Italia, due Paesi distanti migliaia di chilometri e due universi paralleli per cultura e tradizioni, che nel cuore di Asafa si sono fusi assieme. Da un po’ di anni a questa parte il campione giamaicano viene regolarmente in Italia per i suoi stage di allenamento durante il periodo dei grandi meeting europei. Il campo dell’Acquacetosa a Roma e la pista di Lignano Sabbiadoro sono ormai tappe routinarie nelle estati di Asafa e del suo gruppo di frecce giamaicane, perché in Italia si sta bene. Gli piace il calcio, tifa Totti, ama la cucina italiana ma non disprezza McDonald’s. E stavolta l’Italia lo ha voluto ripagare di tanto affetto, regalandogli le condizioni ideali per il primato del mondo in una delle città più “atletiche” dell’intera Penisola. Il tutto all’indomani della cocente delusione nella finale mondiale ad Osaka, dove si presentò ombra di se stesso alla conquista dell’appuntamento più importante della stagione. Lì Powell ne uscì sconfitto e quasi mortificato, impotente dinanzi alla tensione di dover vincere per forza. L’americano Tyson Gay, il rivale di turno, sembrava imprendibile in quella finale dei 100 che ha visto Asafa scivolare giù sino al terzo gradino del podio. Alcuni dicono non abbia il carattere del campione di razza, altri ritengono che ci sia ancora tutto il tempo per una sua completa maturazione anche nella mentalità. Nel frattempo il ragazzone timido e talentuoso, domenica 9 settembre 2007, ha dimostrato di essere ancora una volta il più veloce del mondo emozionando gli spettatori presenti sulla pista di Rieti, per un’altra edizione favolosa di un meeting sempre più magico.

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