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S – CLUB: il “locale – macchina del tempo”

S – CLUB: il “locale – macchina del tempo”
Luglio 26
14:11 2016

Nel cuore di Fregene c’è un luogo dove i ricordi si materializzano attraverso oggetti e storie.

Il cavallino di una giostra francese dei primi del Novecento, il banco della scuola di Forlì dove Mimma e Antonio si sono conosciuti, la valigia di un agente segreto fine anni ’40 e poi le casse utilizzate per trasportare le pellicole dei registi famosi che d’estate venivano a girare le scene dei film a Fregene. Nel cuore della Perla del Tirreno, su via di Castellammare, fra l’odore di salsedine e quello dei pini secolari c’è un piccolo locale, il S-Club, dove la sera si ritrovano tanti giovani e molte coppie. Ma è anche un via vai di turisti. Generalmente arrivano qui e chiedono delle “storie”. Vogliono ascoltarle, conoscerne i dettagli.

“E’ tutto vero?” domandano increduli. Sì perché questo piccolo e incantevole ritrovo, nel cuore sulla via principale della città marittima poco distante dall’aeroporto Leonardo da Vinci e da Roma, non è un semplice locale ma piuttosto una macchina del tempo piena di oggetti portati qui da lontano, oggetti che hanno delle storie emozionanti e avventurose. Oggetti che qualcuno è persino tornato a cercare. E’ il caso di Mimma e Antonio che hanno 74 anni e 75 anni ma che quando si sono conosciuti erano alti poco più di un metro e sedevano proprio su quel banco di legno.

Ma a sbirciare meglio all’interno del locale, nel cortile pieno zeppo di storie e leggende, c’è anche un cavallino francese dei primi del Novecento. Da queste parti si racconta che fu il capriccio dell’unica figlia di una benestante famiglia romana a farlo arrivare a Fregene. La piccola, in viaggio a Parigi con la famiglia, se ne innamorò e non diede pace ai genitori finché questi non lo mandarono a prendere da un corriere. Molti degli oggetti che si trovano nel S-Club sono intatti, nessun cambiamento. Nessuna verniciatura. Nulla che cambi la natura di quegli oggetti, come per consentirgli di raccontare ancora. Romani e turisti passeggiano incuriositi, sorseggiando vino e ascoltando le note di bravissimo chitarrista inglese. Ad un angolo, vicino a un tavolino, c’è una cassa di legno. Si avvicina Matteo, che ogni sera lì accoglie i clienti con garbo e gentilezza, intuisce la curiosità e anticipa: “Pare sia la valigia di un agente segreto. Utilizzava questo contenitore per gli spostamenti durante le missioni. Non sappiamo altro ma speriamo sempre che qualcuno venga a dirci qualcosa in più”.

Il tempo nel locale trascorre lento ma la mente viaggia passando dal passato al presente con naturalezza. Gli occhi incrociano macchine da scrivere da dove sono stati concepiti libri, penne usate per siglare patti e vinili che chissà quanti amanti hanno fatto ballare. C’è anche una scatola di legno. La utilizzavano i registi che a Fregene venivano per girare le scene dei film, ci riponevano le pellicole. Su uno dei lati si legge ancora bene il nome del produttore cinematografico “Dino De Laurentiis”.

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