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Scomparso il ‘Sindaco’ Boazzelli

Scomparso il ‘Sindaco’ Boazzelli
Maggio 11
02:00 2007

Non è stato mai affrontato finora il tentativo di interpretare la società tuscolana attraverso i suoi personaggi più significativi nell’ambito della loro azione politica, verificandone risultati o sconfitte in una visuale a tutto tondo. Il più delle volte ci si limita a biografie più o meno asettiche con qualche generico elenco di attività svolte. Eppure di Boazzelli, come di tanti altri ‘grandi vecchi’ della politica tuscolana (e non solo), prima o poi si dovrà tentare una valutazione sull’apporto dato alla vita sociale, culturale e soprattutto politica. Dopo la scomparsa, avvenuta a 85 anni, l’11 aprile scorso, di chi per 12 anni guidò l’amministrazione comunale, non possiamo esimerci dal fare almeno, un sia pur breve e non esaustivo, bilancio di un tempo politico che è ormai alle nostre spalle, ma che non può e non deve essere dimenticato, e su questo è bene far riflettere, tralasciando quanto riguarda le tappe principali della vita di Bozzelli che si possono rileggere facilmente nel Dizionario biografico dei personaggi tuscolani recentemente edito dal Centro Studi e Documentazioni storiche di Frascati.
Avvocato, membro della Democrazia Cristiana fin dalla sua costituzione a Frascati nel 1944, consigliere comunale, divenne sindaco della nostra città subito dopo le dimissioni di Luciano Tamburrano nel 1964. Con lui Frascati conobbe un più dinamico centro-sinistra (dopo i primi due anni di ‘rodaggio’, dal 1962 al ’64 con Tamburrano). La sua amministrazione sostanzialmente si può dire sia stata orientata su due prospettive ( sulle quali anche sarà opportuno in seguito fare una verifica complessiva e dare un giudizio obiettivo): la politica dell’edilizia scolastica e quindi culturale (dalle scuole medie statali a quella delle borgate, agli istituti tecnici) – mentre Molinari, consigliere provinciale, si faceva promotore della proposta di un liceo statale sul territorio tuscolano-, e quella dello sviluppo della politica (e dell’edilizia) nell’ambito della educazione allo sport. Se su questi due settori si può fin d’ora esprimere un giudizio certamente positivo, una considerazione e valutazione più puntuale e di valore occorrerà farla dal punto di vista sia della politica di urbanizzazione e dei rapporti con l’espansione del comune di Roma ( si pensi ai problemi del tempo: crescita dell’abusivismo, le vicende di Tor Vergata, il Frascatino, ecc.), come sulla ‘gestione’ della politica a Frascati nel periodo che va dagli anni ’60 (col centro-sinistra, le prospettive aperte dal Concilio con la fine dei collateralismi, ecc.) alla prima metà degli anni ’70, con le difficoltà del periodo degli ‘anni di piombo’, la crescita delle domande sociali intercettate sempre di più e meglio dal PCI, le difficoltà e gli ostacoli nella strada per rinnovare con nuove idee e forze giovanili, un partito e una politica passata dai notabili di un tempo ai burocrati di quello successivo,.
Dopo dodici anni di amministrazione per essere stato confermato anche con un gran numero di preferenze per tre mandati consecutivi), Boazzelli esce di scena – sia pur relativamente – proprio nel 1976, quando ormai non si potrà più contare sul sostegno incondizionato e compatto di un mondo cattolico (come le ACLI, l’associazionismo, la Coldiretti, ecc.), mentre i giochi e gli opportunismi del ‘partito della crisi e dell’avventura’(il PSDI) e le mire di potere del PSI, porteranno alla prima giunta di sinistra. Ma l’avvocato Guglielmo (‘Mimmino’) Boazzelli, continuerà a far politica, e soprattutto a fare cultura attraverso la presidenza dell’Associazione Tuscolana Amici di Frascati.
Indubbiamente c’è da ricordare come nel tempo in cui fu sindaco, e, soprattutto tra il 1968 e il 1976, la gestione amministrativa di alcuni dei personaggi principali prevale sulla politica partitica tuscolana e le decisioni non si elaborano quasi più dentro il partito della DC, nonostante la forte spinta che viene da un’area giovanile desiderosa di ricambi politici, sicché il partito è praticamente in certe fasi, ridotto a far da cassa di risonanza o a semplice supporto dell’amministrazione. Sono infatti tre i personaggi che in questi tempi domineranno la scena politica ( e a giudizio di alcuni la terranno anche a ‘guinzaglio’): il sindaco Boazzelli, Mario Tamburrano ( con le sue ‘trame’ politiche tattico-strategiche, tessute quotidianamente sulle piazze di Frascati), e Donati, potente assessore ai Lavori pubblici per diversi anni. A Boazzelli va riconosciuto il fondamentale ruolo di tenace ‘mediatore’ tra le diverse esigenze (non si può nemmeno dire ‘anime’) della DC, ma anche di quelle (non sempre nemmeno da lui condivise in pieno ma solo pro bono pacis) degli esponenti degli altri partiti delle coalizioni che ne sostenevano l’amministrazione comunale, E’ stato uomo di certamente capace di tessere rapporti di grande umanità, ma anche di ‘simpatia’ politica condivisa (non per niente fu per anni presidente dell’ANCI, l’associazione dei Comuni d’Italia) ,e, possiamo anche aggiungere, senza temere smentite, personalità molto attenta alla cura dell’immagine di Frascati (per fare un semplice esempio fu lui a far pubblicare (con la direzione di S. Masi) il periodico ‘Città di Frascati’.
Ma, come ripeto, sulla personalità politica di Boazzelli come di altre figure della politica tuscolana, occorre fare uno studio appropriato, complessivo legato alle vicende locali, regionali, nazionali, ancorché necessario ed urgente, almeno recuperando testimonianze e documenti non ancora distrutti (come è successo per tanta storia di partito con archivi praticamente ormai inesistenti).

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